Non è stato semplicemente un concerto, ma un kolossal. Un’opera moderna, un vero e proprio epic movie in sei atti, che ha trasformato lo Stadio San Siro in un laboratorio di emozioni. Ieri, 25 giugno, Marracash ha portato la prima tappa milanese a San Siro del suo tour MarraStadi25 nella sua città, offrendo al pubblico molto più di musica: un’esperienza teatrale, intensa e coinvolgente. Un viaggio profondo dentro il dualismo che lo definisce, tra l’artista Marra e l’uomo Fabio.
Marracash a Milano: emozioni e dualismo sul palco di San Siro
Lo spettacolo si è rivelato fin da subito imponente. La scenografia, una sorta di “capsula” tecnologica o cabina di regia, ha fatto da sfondo al dialogo interiore del rapper, con la voce narrante di Matilda De Angelis a guidare il pubblico attraverso gli “esperimenti” di questa complessa autoanalisi.
L’apertura, affidata alla potenza di “Power Slap”, è stata una dichiarazione d’intenti: uno schiaffo sonoro per svegliare le coscienze e alzare l’asticella di ciò che un concerto rap può essere.
Sul palco, Marracash è un concentrato di energia quasi rabbiosa, un performer ipnotico capace di dominare decine di migliaia di persone con la sola forza della sua presenza. Ma tra le fiamme, i fuochi d’artificio e le coreografie di un corpo di ballo che agiva come un gruppo di mimi o scienziati, ha trovato anche spazio per momenti più delicati e riflessivi.
Il concerto è stato il culmine narrativo della trilogia discografica iniziata con Persona (2019), proseguita con Noi, loro e gli altri (2021) e conclusa con il recente È finita la pace (2024). Un percorso di guerra interiore e ricerca di un armistizio con se stesso.
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Madame, voce e anima del tour
Ad accompagnarlo in ogni tappa del tour c’è Madame, che ha portato sul palco un’intensità quasi deandreiana. Il duetto su L’anima è stato un momento di grande complicità, seguito da una sua esibizione solista con la toccante Per il tuo bene.
Una presenza, quella di un’ospite fissa, che potrebbe sembrare un controsenso per un tour che celebra un album volutamente privo di featuring, ma che si è inserita perfettamente nell’architettura emotiva dello show.
Guè a sorpresa: l’abbraccio del pubblico a una coppia storica
Tuttavia, per la sua San Siro, Marracash ha regalato un’eccezione che ha mandato in visibilio lo stadio. L’arrivo a sorpresa di Guè, l’amico e sodale di una vita, ha trasformato ∞ Love in un’apoteosi. L’urlo del pubblico è stato assordante, un’esplosione di affetto per la storica coppia del rap italiano.
Lo show ha seguito una scaletta precisa, suddivisa in atti tematici (EGO, MEMORIE, DUBBI, QUALCOSA IN CUI CREDERE, L’AMORE, RECONNECT), guidando il pubblico attraverso le crisi identitarie, le relazioni tossiche, la critica sociale e la ricerca di un senso. Il messaggio è stato chiaro, specialmente nell’introduzione a È finita la pace: un invito a uscire dal proprio microcosmo e ad affrontare la realtà di un mondo che brucia, perché “la pace è finita”.
Dopo oltre due ore e mezza di spettacolo, l’immagine più potente è forse quella di un Fabio liberato, con le vene del collo tese mentre grida la sua catarsi sulle note di Nemesi. Il finale, con Happy End, chiude il cerchio della trilogia e dello show.
Non c’è un vincitore tra Marra e Fabio; entrambi si arrendono e si completano, trovando una “nuova pace” nella consapevolezza. Marracash ha portato il suo rap fuori dalla bolla, trasformando un concerto in uno statement artistico potente e indimenticabile, uno spettacolo di sostanza che ha saputo stupire ed emozionare.
Foto copertina: Marracash – Fotogramma/IPA