10 parallelismi tra il freestyle italiano e l’NBA – Pt. 4

Parallelismi freestyle NBA 4

Ultima puntata dedicata al binomio Freestyle-NBA.

Concludiamo con più leggerezza la nostra rubrica sul parallelo NBA-freestyle italiano, proponendo altre 10 similitudini legate a questa disciplina della Doppia Acca. Potete recuperare sul sito la prima puntata, la seconda puntata e la terza puntata.

Vi lasciamo con la quarta e ultima puntata: proponeteci anche i vostri di parallelismi!

1.Arcydemon – Derrick Rose

Arcy era a mani basse il miglior giovane freestyler d’Italia fino ad un paio di anni fa. Aveva già partecipato a contest importanti prima di compiere la maggiore età e dimostrato di poter tenere testa ad MCs di alto livello. Poi, come un fulmine a ciel sereno, la decisione di smettere di partecipare alle battle. Rose a 21 anni è stato il più giovane MVP della lega, un giocatore devastante per esplosività e tecnica, fino al tragico infortunio al ginocchio. Da lì in poi ha girovagato per l’NBA e quando era ormai prossimo al ritiro, ha ritrovato energia e sicurezza a Detroit. Coi Pistons è tornato a numeri da quasi all-star e tutti sperano che il Dio del basket gli conceda una seconda chance. Di recente Arcydemon ha confessato di aver ritrovato la passione per il freestyle e la voglia di tornare a gareggiare in competizioni ufficiali… nell’ottica della connessione freestyle-NBA speriamo che anche in questo caso si palesi una seconda chance.

2.Dono – Rasheed Wallace

The bad boy, uno stile di gioco e di vita veramente underground. Rasheed ha vinto coi Pistons del 2004 e con Boston (anche se a fine carriera), dimostrando come, seppur con evidenti limiti tecnici, l’energia e la capacità di difendere di un giocatore possa essere essenziale per vincere un anello da protagonista. Dono non presenta questi limiti tecnici, ma assomiglia molto a Rasheed per la facilità con cui può incendiare il pubblico, spingendosi anche oltre le sue potenzialità. Al momento, dopo tanti piazzamenti ottimi al Tecniche Perfette e al Mic Tyson, la vittoria di rilievo è arrivata solo al Carpe Riem, che sia il momento di puntare al titolo?

3.Ira – Carmelo Anthony

Ira era un vero e proprio fenomeno. Uno dei freestyler più forti della vecchia scuola: d’impatto, tecnico e imprevedibile. In tanti si ricordano della sua sfida leggendaria con Clementino, dal risultato diciamo “contestato”, ma la sua carriera ha avuti tanti picchi, tra cui ovviamente la vittoria del Tecniche Perfette nel 2004. Ha continuato a corrente alterna fino al 2012, anche se senza lo smalto di prima. Comunque vanta una vittoria di rilievo, impresa che non è ancora riuscita invece a Carmelo Anthony, stella e idolo di tantissimi fan sparsi per il mondo. Jumper mortifero, capacità di infiammarsi in tempo zero, icona di stile. Arrivato anche lui alla fase calante della carriera, riuscirà a vincere un anello cedendo le luci del palcoscenico ad altri compagni che possano trainarlo fino alle finals?

4.Roger – Jimmy Butler

Il freestyler lombardo, appartenente alla Vikings Crew, calca palchi da anni, mostrando sempre la sua forza nelle delivery e la sua costanza. Con uno stile molto riconoscibile, ha vinto battle di medio livello in giro per l’Italia fino alla recente vittoria della Ya Know The Name in finale con Hydra, paragonabile al titolo di MIP (Most Improved Player) di Jimmy “Buckets” nel 2015. I tempi potrebbero essere maturi anche in questo caso per un salto di livello, sia nell’NBA che nel freestyle: Roger per uno dei tre top contest, Butler ovviamente per il titolo con i suoi rivelazione-Heat (anche se probabilmente i 76ers dell’anno scorso erano la squadra più forte in cui avesse mai militato).

5.Tullo – Ray Allen

Quel tiro in gara6 delle Finals 2013 è ancora una delle istantanee più belle della storia della NBA. Ray Allen ha avuto due carriere in una, da giocatore esplosivo a tiratore mortifero da tre (numero uno, anche se per poco, per triple segnate nella storia). Una tecnica impeccabile, una dedizione al lavoro in palestra che in pochi hanno, una mente capace di anticipare le mosse di ogni difensore. Ray Allen non verrà ricordato come un giocatore completo e universale, ma come uno dei migliori specialisti della storia. Lo stesso si può dire per Tullo, rapper veneto che fa della cultura il suo cavallo di battaglia. In controtendenza rispetto ai colleghi dello Stivale, riesce a citare all’interno di battle opere Omeriche e teorie di fisica con una facilità disarmante. Allen grazie alle sue specialità ha vinto prima con Boston poi con Miami, chissà se Tullo, dopo tanti ottimi piazzamenti, riuscirà a centrare il bersaglio.

6.Spark – Joel Embiid

Sparketti dai parchetti è uno dei migliori freestyler del Sud Italia. Capace di variare diversi flow, alterna punch a wordplay con estrema facilità. Si è affacciato più volte al grande palcoscenico, con gli ottavi del Mic Tyson e del Carpe Riem su tutto, anche se in entrambe le competizioni è stato colpito dalla sfortuna. Ha sfornato due prove consistenti e importanti, ma davanti a sé aveva rispettivamente Blnkay e Morbo (entrambi vincitori delle rispettive). Embiid è uno dei centri più forti della Lega, con piedi veloci e mano educata. Ha trascinato i suoi 76ers fino alle semifinali di Conference, dovendosi inchinare al tiro allo scadere di Leonard, dimostrando anche lui di meritare un pizzico di fortuna in più nel futuro. I playoff NBA e le prossime gare di freestyle prevederanno un percorso meno travagliato?

7.Kyn – Zion Williamson

Un ragazzo che genera hype anche dal divano. In questo Kyn e Williamson sono identici. Il prodotto di Duke ha giocato poco, ma è stata la prima scelta assoluta dello scorso draft e tutti lo definiscono l’erede naturale di LeBron. Kyn è già fortissimo, si sta facendo le ossa in giro per l’Italia e aggiungendo una buona dose di esperienza può diventare letale nel giro di pochissimo tempo. Anche per quanto riguarda il freestyle, da molti è stato identificato come l’erede di Blnkay (accostato infatti a Lebron precedentemente). Ci auguriamo proprio che sia così e che questi ragazzi rappresentino sia il futuro del freestyle che dell’NBA.

8.Redrum – Ja Morant

Un altro giovane, un altro pugliese, un altro ragazzo dalle spiccate capacità e dallo stile iper-riconoscibile. Redrum ha viaggiato molto più di Kyn, facendo drizzare le antenne di molti organizzare di contest, grazie al suo timbro e alla sua tenacia inconfondibili. Anche per quanto riguarda l’NBA il paragone poggia sul confronto: Morant ha fatto oggettivamente meglio di Williamson in questo anno, ma tutti reputano il secondo il candidato al Rookie of the Year e il vero astro nascente della scena. Redrum ha più esperienza e nell’immediato è forse ancora un gradino sopra il conterraneo, ma tutti confidano che questa gerarchia verrà presto modificata.

9.Problem – The Professor

Problem è un mc che gira da diversi anni e che è diventato una istituzione del freestyle del Centro Italia. Anche qui lo stile è inconfondibile, così come la capacità di rispondere in maniera istantanea e spesso ignorante alle barre dell’avversario. Deve ancora affacciarsi ai più grandi palcoscenici, anche se ha tutte le carte in regola per farlo avendo partecipato ad un numero altissimo di battle regionali, spesso in contesti molto spontanei e di strada. Per questo il nostro paragone è, non con un giocatore NBA, ma con un fenomeno che tutti i giocatori “da strada” degli Stati Uniti conoscono e temono: The Professor. Un giocatore di street basket che sfida persone qualunque in giro per l’America e crea dei trick assurdi. In una partita 5 vs 5 non sarebbe così devastante, ma nessuno vorrebbe trovarsi a difendere su di lui in una partita al campetto. Vi invitiamo ad evitare che la stessa situazione si presenti se mai doveste incontrare Problem in uno street contest.

10.Noema – Kevin Garnett

Concludiamo con uno dei freestyler della vecchia scuola più forte, nonché campione del Tecniche Perfette nel 2008. Ha partecipato anche ad MTV Spit ed è sempre rimasto nel giro del freestyle, svolgendo giurie per contest di caratura nazionale. Col microfono in mano è stato uno dei più forti nelle rigirate e nell’utilizzo delle metriche, skills che gli hanno permesso di restare al vertice per molti anni. Garnett è un giocatore che non ha bisogno di presentazioni, un giocatore vecchio stampo che non ha mai ceduto un solo centimetro agli avversari che ogni volta provavano a segnarli in faccia, rispedendo spesso la palla a spicchi al mittente. Bandiera dei big-three di Boston e idolo dei Minnesota Timberwolves, con i quali ha iniziato e concluso la sua gloriosa carriera.