10 anni da Rich Forever di Rick Ross: 5 brani essenziali per festeggiarlo

rick ross

Uno dei più iconici mixtape usciti nell’era dei blog e di DatPiff e LiveMixtapes, Rich Forever di Rick Ross, ancora oggi vale l’ascolto.

Ricordiamo uno dei più grandi progetti di Rick Ross con 5 brani essenziali

Esistono progetti capaci di catturare non solo una notevole qualità di musica, ma anche un momento nel tempo destinato a vivere per sempre. Per capire l’importanza di Rich Forever di Rick Ross bisogna visionarne bene il contesto in cui venne rilasciato.

Dopo la titanica hit B.M.F., Ross non era solo un buon artista proveniente dalla roast della Def Jam Recording, ma una vera e propria garanzia quando si parlava di bei beats, strofe impattanti e solidi progetti. Il 2011 lo vedeva esplodere oltre i confini delle conquiste musicali, tuffandosi in quelle dell’imprenditoria con il lancio di due progetti di grande portata: Self Made. Vol. 1 e più di tutti il secondo riscatto di Wale, Ambition. Ross viveva la sua personale golden age anche nelle iconiche partecipazioni in brani che hanno lasciato un segno nella storia del medium come Devil In A New Dress e I’m On One.

Insomma, Rich Forever aveva un doppio compito: quello di tenere alta la bandiera da numeri 1 che Ross aveva aiutato a innalzare e quella di creare hype per il suo prossimo grande passo, God Forgives, I Don’t. Un progetto considerato mixtape, rilasciato gratuitamente sui più famosi canali web nell’epoca dei blog, mentre si andava a pieno regima nell’era dei social e dello streaming.

Esiste una grande fetta di appassionati che ritiene Rich Forever il miglior progetto di Rick Ross e questo sicuramente non sfigurerebbe con i pesi massimi della sua discografia ufficiale. Oggi per celebrare 10 anni da quel grande momentum per Ross e per la cultura Hip-Hop vogliamo proporvi 5 brani essenziali che dovreste ascoltare.

MMG Untouchable

Una cosa è certa: Rich Forever non manca di banger; dopo i miracoli di Lex Luger in Teflon Don, gli interi progetti di Ross ne sono stati contaminati. Mentre brani come King of Diamonds continuano i vibez instaurati da Luger, MMG Untouchable arrivava per devastare lo studio con batterie pesanti, riscrivendo la formula su cui il mainstream coronava Ross nella seconda decade dei 2000. Il video mostrava un Timbaland con aria soddisfatta nei confronti del beat di Arthur McArthur e Boi 1da, mentre Ross riscriveva la formula dei suoi successi ignorando completamente la composizione di un ritornello. Una delle critiche più antiquate nei confronti del boss era propria la sua mancanza di liricismo di sostanza nei suoi primi lavori. MMG Untouchable era un proiettile ad espansione mirato a certi pregiudizi nei confronti degli ascoltatori; Ross in una singola strofa metteva alla portata di tutto e tutti i suoi successi e le sue ambizioni.

I’m talking trigger play, never safe for lames, just beat another charge, made ‘em drop that case, my lawyers going hard, a n**** versus the state

Un classico capace ancora oggi di riaccendere le vostre orecchie e i vostri impianti.

Rich Forever (feat. John Legend)

Uno dei due fortunati brani a trovare la propria collocazione anche nel gigantesco God Forgives, I Don’t. Rich Forever consacrava il momentum di Ross e della sua MMG con la potente voce di John Legend. Insieme, Rick Ross e Legend avevano già scritto la storia ma qui si riuniscono per regalare ai fans un momento su cui toccare i loro calici di champagne.

On the way we shed some tears, every day we sacrifice, we gon’ be rich forever

Il beat di DLVP, con una struttura inizialmente velata, una volta esploso ci ricorda la stessa mano che ha regalato brani come Fireman e che dopo 2 anni avrebbe ispirato Eminem a diventare un Rap God.

Holy Ghost (feat. Puff Daddy)

La porta di ingresso di Rich Forever ancora oggi è uno dei momenti più impattanti del mixtape. Holy Ghost scoppia in faccia all’ascoltatore con uno dei migliori beat di Lil’ Lody e la portentosa e aggressiva voce di Rick Ross. Il leader di MMG si prende gioco di chi nelle grandi ricchezze ci vede solo cospirazioni; accompagnato da Diddy, Ross anticipa ai fan che il momentum vissuto fino ad allora sarebbe durato ancora per molto.

My teacher told me that I was a piece of shit, seen her the other day, driving a piece of shit

L’energia di Ross nella traccia ci rimanda ai momenti più intensi di Teflon Don, mentre le provocanti rime illustrano un rapper bravo a scrivere tanto quanto a recitare sulla strumentale.

Stay Schemin (feat. Drake & French Montana)

Ancora oggi la strumentale di The Beat Bully riesce a far alzare le sopracciglia a qualsiasi ascoltatore. Gli epici e cinematografici synth dipingono lo scenario in cui questa traccia venne creata. Nonostante il brano appartenga a Rick Ross, Drake oscurava completamente la presenza di Ross e French Montana, deciso a prendersi definitivamente il rispetto da quel lato di Rap che vede il potere unicamente nel liricismo. È probabile che questo sia il brano che più ha contribuito a creare la parte competitiva della personalità della star canadese. Stay Schemin è un fondamentale pilastro del rap moderno, Ross mostrava ancora una volta la capacità di saper costruire un brano che puntava sulle sue potenti strofe senza sacrificarne l’accattivante musicalità. Sarà una coincidenza o il peso degli anni, ma la carriera di Common dopo questo brano non ha fatto altro che scendere.

Back when If a n*** reached It was for the weapon, nowadays n**** reach just to sell they record

Trible Beam Dreams (feat. Nas)

Non è un segreto che Rick Ross sia tra i più capaci nell’arte del featuring; le strofe dell’artista di Miami sono spesso ancora più taglienti quando non giocano in casa. A sua volta però, gli ospiti che passano a dare un saluto al boss nei suoi progetti portano con sé le loro migliori cartucce.

Ciò che differenzia Triple Beam Dreams dalle altre spettacolari collaborazioni tra Rick Ross e Nas è rappresentato dalla fame di quest’ultimo. Eravamo nel freddo gennaio del 2012 e Nas si preparava a tornare dopo il controverso Untitled e il sottovalutatissimo Distant Relatives. Una strofa considerata tra le migliori di sempre della leggenda di Queensbridge; un’analisi accurata, visiva e dannatamente lirica della società Americana e di come Nas abbia navigato nelle turbolente acque in cui è nato.

Blamin’ society, mad, it wasn’t made fair, I would be Ivy League If America played fair, poor excuse and so I was

Triple Beam Dreams è tra i più i beat più dark dell’incredibile catalogo dei J.U.S.T.I.C.E. League di cui Ross rappresenta una grandissima fetta di successi.

Il risultato sono due incredibili strofe che valgono il prezzo di tutto il biglietto Rich Forever. Un brano riproposto in una versione un po’ più scadente (a causa di un problema di sampling) in God Forgives, I Don’t.

Honorable Mentions: I Swear To God – Off The Boat – MMG The World Is Ours – Party Heart