Il ritorno dei grandi live internazionali in Italia è sempre un evento atteso, ma spesso accompagnato da polemiche sul costo del biglietto per andare sotto il palco (o parecchio sopra…). Le due date milanesi di Drake e PartyNextDoor non fanno eccezione. La questione è complessa. Da un lato, portare artisti di fama mondiale comporta costi elevati, dall’altro, si rischia di rendere l’arte e la musica dal vivo un lusso per pochi, escludendo una parte del pubblico.
Forse bisogni porsi un paio di domande.
Biglietto dei live da capogiro: il prezzo dell’arte è diventato troppo alto?
L’arrivo di Drake in Italia per la prima volta è un evento storico. Il rapper canadese si esibirà all’Unipol Forum di Milano il 29 e 30 agosto 2025, accompagnato da PartyNextDoor, all’interno del tour europeo $OME $PECIAL $HOWS 4 EU. Un’occasione storica, ma che riaccende un dibattito sempre più ricorrente: quando un biglietto per un live diventa davvero troppo costoso?
Già nelle prime ore dalla pubblicazione delle date, tra entusiasmo e incredulità, molti hanno fatto notare i prezzi elevati dei biglietti, in particolare quelli con visibilità ridotta, sopra i 100€, spese escluse. Un costo alto per un’esperienza “limitata”, che impone una riflessione più ampia.
È troppo facile additare solo organizzatori e promoter. Portare in Italia un artista come Drake — che in questo tour toccherà poche date europee selezionatissime — richiede investimenti enormi. Dai cachet ai costi di produzione, dalle trasferte ai set multimilionari, tutto ha un prezzo. E spesso, per far quadrare i conti, l’unico modo è alzare il costo dei biglietti. È comprensibile, quindi, che per garantirsi certi nomi si debba accettare il compromesso economico.
Forse la domanda giusta da porsi è un’altra: esiste una modalità alternativa per portare i big internazionali in Italia senza trasformare ogni live in un evento elitario? Perché è questo che sta succedendo: l’arte dal vivo rischia di diventare un privilegio. Non è solo una questione di costi — ci sono anche gli orari, le distanze, le modalità di accesso. Ma il prezzo, specie per chi ama la musica dal basso, è diventato uno degli ostacoli principali.
Se assistere a un concerto sta diventando per molti un lusso, che tipo di cultura musicale stiamo incentivando? E quanto rischiamo di perdere il pubblico più giovane, quello che in altri tempi riempiva palazzetti e arene, ma oggi spesso si ferma davanti al carrello della biglietteria?


