Risveglio in una mattina di fine estate. Scrollare, leggere mail, prendere appunti. Fare chiamate, cercare contatti. Riprendere il filo della routine. C’è una costante, tuttavia, nelle nostre vite. Perché la musica non va in vacanza. C’è sempre chi rimane in studio, ”bevendo Talisker e droppando merda indipendente”. SUMMERSLAM (REMIX) è una piccola chicca offertaci da Slam aka Hysteriack e Big Swords, il canto del cigno dell’estate 2025, un altro segnale positivo dal movimento underground italiano, che sta – fortunatamente – vivendo un periodo produttivo ricco, e di livello alto.
Baccus Records e Superfluido è un matrimonio d’amore. È una collaborazione tra due realtà estremamente prolifiche, con un’idea stilistica precisa, che in questo disco tuttavia si apre e si contamina, restituendoci un quadro musicale variegato.
SUMMERSLAM (REMIX): la m*rda d’artista di Slam e Swords
C’è un vecchio pezzo di Slam, in un tape di qualche anno fa (prima che Spotify monopolizzasse – di fatto – ogni produzione musicale esistente, depotenziando – con l’arma, comoda, della proprietà intellettuale – l’arte ‘furbesca’ del mixtape) che mi è subito venuto in mente, ascoltando SUMMERSLAM (REMIX).
In Chillata Slam definiva già tutte le sue caratteristiche stilistiche, che in questo disco brillano, della potente luce dell’autoconsapevolezza: la struttura rimica per immagini; la polemica ‘sociale’ – intesa in un senso ampio, in quanto è principalmente una polemica ‘artistica’ – come mezzo di autodifesa; la spietata ironia, che è sempre un’autoironia, ed è sempre stata un’arma tipicamente italiana.
Dischi d’oro li farò, c’ho già il posto in cameretta/sta musica, è come un faro a luce spenta/il mio conto, spero si riempia presto/che senza i soldi in Italia non fai testo…/io ce provo e ce riesco/senza guardà come me vesto – perché so di un altro tempo/quello in cui le rime erano tutto – ed un sample/girava ore ed ore, più veloce o più lento
La scrittura per immagini, in un flusso continuo di elucubrazioni ed esasperazioni tecniche, di riflessioni autobiografiche ‘imboscate’, del meticoloso scavare tra le proprie pieghe e uscirne ogni volta più complessi metricamente, e più compressi, ermeticamente chiusi in se stessi:
So l’arte del nascosto/mi chiedono la chiave, che gioco a carte scoperte/mi vedo fra cinque anni mentre faccio all classic -/nel tuo ambiente di lavoro con a palla gli Outkast/oggi che poi fa’da solo nessuno c’ha voglia…
L’elemento che emerge con forza, in un disco come questo, è la voglia di spogliarsi, e raccontarsi senza filtri, nonostante la spessa corazza metrica che ogni rapper si cuce addosso. L’elemento psicoanalitico – e terapeutico – del rap, quello che ne determina il fascino, e la fortuna.
SUMMERSLAM (REMIX) è un disco che, con il suo linguaggio (un linguaggio superfluido, insinuante, auto-riferito ma sempre ‘comunicativo’ a più livelli), si colloca dentro un movimento di ‘fioritura’ di una generazione di rapper cresciuta a cavallo tra due ere; una generazione troppo spesso dimenticata – e ostracizzata -, che lentamente, ma in maniera sempre più convincente, sta alzando la voce.
Roma d’agosto, sull’asfalto me c’appiccico
I suoni e le immagini di questo disco ci portano dentro un mondo ‘risentito’, un mondo di capacità che si scontrano con l’incomprensione generalizzata del mondo ‘esterno’. Una frustrazione che si fa rima, uno sfogo che diventa strofa.
Una costruzione del testo che emerge particolarmente in Problemi di stock. Il pezzo delle ‘rime zozze’, del beat cattivo che ti picchietta le sinapsi, della mono-strofa serrata, oscura, eppure così ‘dritta’ e diretta:
stacchi cartine dalla mappa, come scorciatoie per la strada…ti sei cercato la tua credibilità, chissà se l’hai trovata/insieme a quell’amico in clinica quasi morto che sbava/ci vuole più tempo a staccarsi – da dove sei cresciuto/dalle mentalità chiuse e per il resto puoi sempre salvarti
In SUMMERSLAM (REMIX) c’è una vera e propria passerella per i rapper in qualche modo gravitano attorno ai Superfluido, o comunque tutti quelli coinvolti nel disco-manifesto La vita è un dono: con Pepe Nocciola e G Farmerz (Pezzi di cuore remix); Zeboh (Mappe e cazzate), e ovviamente NONe (Andrew Warhola), Martire (Sigaro per il compleanno) e Eric Draven (Versa ancora remix).
Nell’atmosfera fumosa e notturna, il pezzo più compiuto, completo e rappresentativo del lotto è comunque Walter Bishop. Beat, liriche e skit finale in equilibrio perfetto, per quello stile ‘neo-dadaista’ che Slam ha cercato sempre, a suo modo, di definire e rivendicare:
è tutto naturale/quindi sai che Superfluido/usa l’intuito e no non rimaniamo a becco asciutto/e non stupirti è quello che succede se alzi il c*lo
p*scio le tue strisce, piscio il tuo galà/sto YannickSinnerando, sti vecchi senza palato – e salvando sta città/prima di noi la quiete, vendetta si c’ho sete/resto qua quando le entrate passano le spese
Costruzione neo-dadaista evidente in un pezzo folle, isterico come Deadstock remix. Slam, con il suo rap, fa questo: espone “merda d’artista messa nel suo pacchetto”. Si libera in un flusso, cercando l’imprevedibilità dell’effetto, nella spontaneità del gesto. Vuole essere spiazzante, a costo di spiazzare anche se stesso.
In modo spontaneo, senza pressioni
Se la musica “alternativa” (etichetta discutibile, concetto ombrello; nello specifico noi parliamo di Rap Underground, ma come ‘filosofia’ tutto questo discorso può essere applicato a qualunque genere) non ha, a sua disposizione, una ‘critica’ alternativa, non potrà mai emergere. Questo è il nostro obbiettivo.
SUMMERSLAM (REMIX) è un valido prodotto underground. Ed è un’opera neo-dadaista, o meglio ancora “Dadainsta”: immagini che apparentemente sembrano slegate, ma che fanno parte di un flusso – in quest’epoca così ‘visual’ – che arriva diretto alle vostre menti.
Fare una cosa in senso dadaista, perché è l’epoca ad esserlo…e viviamo ancora nelle contraddizioni- e nell’arte – del secolo scorso: se nulla ha senso, l’arte rispecchia questo nulla, un nulla ’pieno’, di contraddizioni e zone d’ombra come di epifanie e punti di luce.
Il disco si chiude con Suola icy remix. Insieme a Hiro Savastano e Slide, Slam e Swords chiudono questo disco con un pezzo ‘classico’ – per il cercare di dosare riflessioni e punchlines e tecnicismi – e allo stesso tempo ‘fresco’, con un beat ripetitivo eppure caldo, e coinvolgente, nel quale Slam è del tutto a proprio agio:
il futuro sarà meglio, quando smetterò de cresce/mi sento così solo, sto toccando il sole/e solo agli altri scotta:/sono tra i pochi che conosco a dare ancora peso alla parola e alle parole in bocca
In una chiacchierata di qualche anno fa fatta insieme a Slam, uscirono fuori, da parte sua, queste parole, che secondo me definisco a pieno la sua musica e, genericamente, quella dell’universo-Superfluido:
Molti pensano all’uscita del proprio disco come a un pezzo di cuore, e poi vedono trattarlo come la m*rda, con un impegno quasi eccessivo e questa pressione porta a rendere di meno. A volte è più semplice fare la cosa che ti viene meglio, in modo spontaneo, senza pressioni.
Essere spontanei. Essere senza pressioni. Liberi nella propria creazione. Un obbiettivo ambizioso, ma che ci sentiamo di condividere.


