Fadamat ci riporta ai tour con Fedez, agli insegnamenti di Esa e ai graffiti con Phase 2 – Intervista

Fadamat

Chi si è introdotto nella cultura hip hop in Italia negli anni ’90 ha gettato le basi per tutto ciò che continua ad avvenire tutt’ora, anno dopo anno, progetto dopo progetto. Fadamat è uno di questi, vivendo la doppia h nelle sue varie stagioni, partendo come writer, poi come breaker, per poi trovare la sua via nel mondo del rap.

Lo abbiamo incontrato a casa sua per una conversazione partita dall’uscita del repack del suo ultimo disco, Delicatessen 2.0, per poi toccare i punti salienti della sua carriera, tra le collaborazioni con artisti come Esa, Fedez ed Inoki, ripercorrendo il periodo in cui ebbe il dissing con Vacca.

L’intervista a Fadamat, fuori ora con Delicatessen 2.0

È in uscita il repack del tuo ultmo disco, intitolato Delicatessen 2.0?. Ti andrebbe di raccontarci questa nuova edizione e in generale cosa hai messo nel progetto nella sua interezza?

«Si intitola Delicatessen 2.0 perché era già uscito l’anno scorso, ma per la pandemia e mille problemi derivati non siamo riusciti a promuoverlo come meritava. Quindi dato che quest’anno sono usciti due pezzi con Word, che saluto, li abbiamo inseriti in Delicatessen, facendo uscire questa riedizione. Però la versione originale di Delicatessen non c’è più, viene ripubblicata ora facendo uno scambio di parti con la nuova edizione. Tutti potranno trovare solo la versione nuova, con i due pezzi con Word nuovi: Tempo spietato e Demoni ammonitori, prodotti da Stefano Tosi»

Oltre a Word quali altri ospiti hai coinvolto nel progetto?

«C’è Ciri Ceccarini, con cui ho fatto anche L’amore divora, un pezzo a cui sono molto legato che faceva parte del mio disco Fallito. C’è una traccia con Claver Gold, che era già uscita come singolo qualche anno fa.»

Il titolo del disco da cosa è derivato? Nella copertina si vede un maiale che viene servito. Raccontaci un po’ questa storia

«Delicatessen è un film di un po’ di anni fa, che dovete vedervi e non voglio spoilerarvelo, ma parla di cannibalismo, all’era della guerra mondiale. La musica adesso non è fatta più dalla musica in sé ma dal personaggio che c’è dietro. Sono tutti su una griglia gigante, ad aspettare con felicità di essere mangiati, come il maiale che non ne è consapevole. I rapper/trapper fanno finta che non sia così, ma è così. Pochissimi personaggi escono da questo gioco, perché hanno raggiunto un potere mediatico e musicale talmente alto che possono dire alle etichette “io questo non lo voglio fare”, “io là non ci voglio andare”, ma quasi tutti sono Mr. Sì e dicono “sì, va bene”. Io non sono adatto ai piegamenti, quindi mi sono autoprodotto Delicatessen assieme a Stefano Tosi, che si è occupato anche di parecchie produzioni.»

C’è una traccia in particolare del disco dove affronti questa tematica?

«Quasi tutto il disco. É abbastanza un concept album. Tant’è che nella copertina c’è solo il titolo del disco, non c’è scritto il mio nome. Questo ha un perché: con l’uscita senza promozione Fadamat è diventato questo porco che aspetta anche lui di essere mangiato, però perlomeno ne è consapevole, o almeno non fa finta che non sia così.»

Tu che sei un’istituzione del rap riminese, hai una prospettiva fiduciosa del rap di zona?

«Dopo le ultime delusioni che ho avuto non ci guardo più. Mi sono chiuso nelle mie robe, con collaboratori ed amici di una vita. Ho cominciato anche a lavorare per i prossimi progetti con nuovi produttori, come The Slight, che oltre a produrre a parer mio è molto bravo anche a cantare»

Stai già pensando a nuovi progetti quindi?

«Sì, Delicatessen sarà uno spartiacque, che mette una croce sopra tutto ciò che è stato fatto fino ad adesso, e dal 2023 ci sarà un Fadamat più aggiornato. Sarò più sui social, farò uscire singolo dopo singolo, per andare a creare poi il nuovo album che credo l’anno prossimo uscirà.»

Facciamo un passo indietro e parliamo un attimo del tuo percorso. Nella tua carriera hai lavorato con numerosi pesi massimi dell’hip hop italiano, tra cui Inoki, lo stesso Claver Gold, Tormento, DJ Shocca, e tanti altri. Se ti dovessi chiedere il nome di un artista con cui hai collaborato che metteresti in cima alla lista, oppure che semplicemente ti ha dato un’esperienza più significativa, chi diresti? Se c’è.

«C’è sicuramente ed è Esa. Che ti sei scordato nella lista dei big, ma è un super big. Io ho tantissimi bei ricordi, tantissimi live che abbiamo fatto insieme. Mi ha svezzato. Mi ha insegnato tutto. Quando uscì il suo disco Tu sei bravo, attorno al 2006-07, lui scelse me per fargli le doppie voci, e ai tempi poteva avere tutti in quel periodo. Poteva avere chiunque della scena italiana, senza fare nomi. Scelse me. Mi consentiva di fare le mie strofe, spingeva le mie cose. Ha prodotto il mio primo disco con Funk Ya Mama, intitolato Tutto si ribalta, che tra un po’ ri-pubblico sulle varie piattaforme»

Se dovessi presentarti su un palco con davanti tutto il pubblico hip hop italiano, dalla a alla z, e l’opportunità di eseguire un brano tuo soltanto, tra tutti quelli che hai fatto, quale sceglieresti?

«Il mio unico nemico, prodotto da Mario Ponserile, uscito un po’di anni fa, ma fa parte di Delicatessen. Mi rispecchia veramente tanto, perché noi tendiamo ad avere nemici immaginari o a crearci nemici nuovi sempre, ma è sempre il riflesso di noi stessi, perché alla fine, quando vai a stringere il tutto, il vero nemico di noi stessi siamo noi.»

Cercando il tuo nome su Google una delle prime foto che viene fuori è una dove ci sei te con Fedez. Ti andrebbe di raccontarci quel periodo?

«Ho un bel ricordo di Federico, dal nulla lo conobbi ed entrò a far parte di Funk Ya Mama. Gli stampai io il primo album, che si intitolava Pat-a-Cake. Nacque un’amicizia che durò per anni, tant’è che lui fece per quasi due anni tutti i live con me. Come io facevo con Esa, lui faceva con me. Abbiamo fatto veramente tante esperienze ed io cercavo di insegnargli tutto quello che sapevo. Può piacere o no Fedez, ma ce l’ha fatta. Io son contento per lui, tanti credono che io possa essere invidioso, ma io non faccio quel tipo di musica. In più posso dire che Fedez, già prima di diventare famoso diceva quello che voleva fare e quello che voleva essere. Fedez è molto più coerente di tanti altri rapper stimati, che invece dicono solo cazzate su cazzate. Tanti di questi appena vedono un po’ di soldi (gesto del piegamento, ndr) e dicono “ok ok”. Io ho avuto proposte per fare robe commerciali, mi son sempre rifiutato»

Commerciali del tipo?

«Robe da discoteca. Una volta ho registrato un pezzo su una base house dove cantava una tipa ed io ho fatto la parte in inglese. Al produttore ho detto “guarda, non mettere il mio nome. Te lo regalo il pezzo. Non lo voglio neanche firmare” e così è stato.»

Quindi tu vedi Esa, mi sembra di capire, come quello che è stato un po’ il coach di quello che hai fatto tu durante i primi anni della tua carriera. Come quello che un po’ ti ha indicato la via.

«No no. Mi ha proprio addestrato in tutto e per tutto. Io dopo l’esperienza con Esa sono rimasto a Milano per un bel po’. Grazie a lui ho imparato a vendermi per fare dei live. Mi ha insegnato come si sta in studio, come si registra, quali sono le fasi di un video, quali sono le fasi di una produzione di un disco, come si stampa un CD.»

Allo stesso modo, il testimone di Fadamat, a chi hai avuto l’opportunità di passarlo?

«Li ho avuti i passaggi di testimone, tipo Fedez. Fedez è il mostro più grosso uscito fuori dopo che abbiamo fatto insieme questi due  anni di live in tutta Italia. Avevamo anche un disco insieme che poi non è uscito. Una traccia, Rap Looser, la trovate sul mio YouTube, un’altra prodotta da Roofio dei TwoFingerz, intitolata Dimmi perché, c’è esclusivamente sul mio SoundCloud. Mando un saluto a Roofio e Dargen D’Amico che sono tra le persone che mi sono sempre state simpatiche a Milano, abbiamo passato anche dei bei momenti. Con Dargen particolarmente. Li associo perché erano sempre insieme. Big up Fedez!»

Se cerchiamo su YouTube il tuo singolo più cliccato è Veleno umiltà con Ntò. Nel tuo verso dici “mento con me stesso, mento se non mi ricordo”. Adesso ti faccio una domanda più filosofica: secondo te mentire quando si nega un ricordo è più una questione di orgoglio o insicurezza?

«Tante volte è una questione di autodifesa. Si tende a scordare un ricordo per autodifendersi. Per questo “mento con me stesso, mento se non mi ricordo”, ma invece io mi ricordo tutto quello che è successo nella mia vita, tutto nei dettagli. Big up Ntò! E comunque, il pezzo più cliccato, sì, però c’è da dire che ho avuto una bella sfortuna. Non essendo troppo social e bravo col computer, avevo due amici virtuali, uno si chiamava Eremita, sto maledetto Eremita del c*zzo! Mi caricavano nei loro canali YouTube i miei pezzi. Io gli diedi anche un pezzo per un suo “mixtape” dei tempi, si chiamava Cartelare Mixtape

Ah quindi il tipo era un rapper?

«No! Prendeva i pezzi dei rapper che gli piacevano nell’underground in quel periodo e ci faceva un mixtape.»

Ah ok, alla Dj Drama?

«Non lo so che cazzo faccia DJ Drama sinceramente. Bella DJ Drama, io non lo so chi è (risata). Comunque mi sono innervosito a pensare a sto maledetto. Se capiti in sta intervista sei un maledetto! È successo quando ho avuto il dissing con Vacca, avevamo fatto botta e risposta, tra l’altro dopo mi son chiarito con Vacca, bella Ale! Ora siamo amici, è da un po’ che non ci vediamo. Tornando al discorso, avevo pezzi come Tutto in una notte che era nel disco di Tormento ed Esa, Siamesi Brothers, prodotto da Night Skinny, dove c’ero anche io, aveva fatto un vallo di visualizazioni. Anche Il regno del dispetto con Inoki ed Esa prodotto da Shocca. Così come i dissing con Vacca, avevano superato 400.000 visualizzazioni. Un giorno mi sveglio, pam! Scomparso tutto.»

Tirati giù i video?

«No, no, cancellati i canali! Proprio non c’era più niente di mio.»

Non hai mai avuto l’occasione di…

«L’ho cercato! Sia Eremita che l’altro. Non li ho trovati da nessuna parte in nessun modo. Non c’eravamo mai visti.»

Il dissing con Vacca a che anni risaliva?

«Attorno al 2010. É stato molto divertente. Tra l’altro da quel dissing abbiamo fatto un tour insieme io ed Inoki di una quindicina di date in tutt’Italia, tutte sold out. Io facevo strofe nei suoi pezzi, lui nei miei. Veramente bello. Auguro il meglio anche a Fabiano, che non vedo e sento da un po’.»

Ultimamente hai vari progetti musicali in ballo. Oltre a Delicatessen l’estate scorsa hai lanciato il festival del Valmarap con Davide Shorty come headliner. Questi rimangono i tuoi progetti per il futuro?

«Per il futuro sto lavorando ai singoli che usciranno l’anno nuovo, credo a partire da febbraio/marzo. L’anno prossimo quasi sicuramente ci sarà la seconda edizione del Valmarap. C’erano parecchie realtà della zona, c’era Davide Shorty, con cui farò delle cose nel nuovo capitolo di Fadamat. Oltre a parecchi writers, anche alcuni che conosco da parecchi anni a cui sono legato. Io ho iniziato come writer. Ho avuto la fortuna di andare a dipingere con Word ed Eron alla linea ferroviaria di Rimini nel ’94, dove feci il mio primo pezzo.»

C’è ancora?

«Non credo, lo avranno crossato e ri-crossato. Uno dei miei maestri ai tempi è stato Phase 2, un creatore. Si era messo insieme ad una ragazza di Rimini, ci siamo conosciuti e mi ha preso sotto la sua ala. Mi ha insegnato tanto. Dipingendo anche sono anche finito su qualche fanzine come Aelle ai tempi. Io però ero molto underground, dipingevo autobus, treni, tetti. Passavo tanto tempo in casa con Phase 2, infatti mi ha anche insegnato l’inglese. Lui purtroppo adesso non c’è più, pace all’anima tua Phase. La mia carriera è fatta di tanti ricordi, che ci sono, e spesso mi metto a rivisitare.»

Chiudiamo l’intervista. Se ti va dicci una frase da dedicare ai lettori. Qualcosa che ti va di dire.

«Non sentitevi mai finiti, perché proprio tante volte quando ti senti finito, trac! Si apre qualcosa di nuovo.»