Navy Blue esplora sè stesso con l’album Song of Sage: Post Panic!

Song of Sage: Post Panic è il secondo album ufficiale di Navy Blue.

Sage Elsesser, malgrado i suoi soli 23 anni, ha già vissuto molte vite. Nato e cresciuto a Los Angeles, vive oggi a New York; si è fatto notare dapprima, ancora adolescente, nel mondo dello skateboarding, divenendone presto un punto di riferimento. In un secondo momento si è prestato anche come modello a numerosi brand legati allo skate e, da ultimo, si è poi fatto strada come rapper e producer in ambienti limitrofi al collettivo sLUms, sotto il nome di “Navy Blue”. I suoi sforzi sembrano oggi concentrati interamente sulla musica, ed è proprio con il nome Navy Blue che il 22 dicembre ha fatto uscire il suo secondo album ufficiale intitolato Song of Sage: Post Panic!”.

L’album, uscito in un primo momento unicamente su Bandcamp, è ora disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming ed è composto da 18 tracce che vedono anche la partecipazione di figure chiave di un certo experimental hip hop come billy woods, Maxo, Zeroh e yasiin bey (Mos Def). Le produzioni sono firmate, tra gli altri, da Evidence, Chuck Strangers e da Navy stesso.

Song of Sage: Post Panic! arriva a pochi mesi dall’esordio Adà Irin, pubblicato nei primi mesi del 2020. Song of Sage riprende i temi dell’enigmatico esordio, ma li plasma in una forma più compiuta ed accessibile rispetto al predecessore che, con il suo jazz cupo e sconnesso, scontava ancora un evidente debito verso l’amico Earl Sweatshirt (o, se preferite, verso artisti come MIKE e Medhane).

In queste 18 nuove tracce ritroviamo ancora le problematiche famigliari, l’insicurezza, la spiritualità, ma anche le discriminazioni razziali e il richiamo alle origini Choctaw; tematiche qui sviscerate con brevi flussi di coscienza lontani dalla classica forma-canzone, con versi dove il racconto biografico viene trasfigurato in immagini che di frequente possono prestarsi a più piani di lettura: una combinazione che trova i suoi risultati più maturi in brani come Tired, 1491 e Breathe.

Possiamo dire che Navy Blue con Song of Sage diventa finalmente sé stesso, senza più debiti stilistici verso nessuno. Se ancora non lo avete fatto, potete dare un ascolto all’album anche qui sotto e poi farci sapere come vi sembra.

Buon Ascolto!