Antropia: il racconto del disordine sotto la guida di Kiave

Kiave Antropia

Dal caos al rap: Antropia è l’album nato da UPTOYOU, il laboratorio di ForMattArt diretto da Kiave con cinque giovani talenti.

Cinque giovani sotto la guida di Kiave, Antropia è il racconto del disordine

Antropia è il titolo del nuovo progetto nato da UPTOYOU, laboratorio di scrittura rap giunto alla quarta edizione e promosso da ForMattArt, realtà impegnata da oltre quattro anni nella trasformazione della cultura Hip Hop in uno spazio di ricerca e di sperimentazione musicale giovanile.

I protagonisti sono cinque giovani rapper – Akira, Loser, Loza, Radin e Vexx – che sotto la direzione artistica di Kiave, veterano dell’Hip Hop italiano da anni impegnato nella valorizzazione di giovani talenti, sono stati guidati nella realizzazione dell’album.

Il progetto raccoglie sette tracce, tutte registrate negli studi Macro Beats di Milano, componendo un viaggio tra differenti temi e sonorità, tutte legate dal filo conduttore del caos interno, a cui dare voce grazie alla sua trasposizione in musica.

Il titolo Antropia, infatti, è un neologismo che fonde “comportamento umano” (Antropo-) con la misura del disordine (Entropia). Questo dualismo attraversa tutto l’album: introspezione e radici, urgenza e improvvisazione, eleganza e crudezza.

L’Hip Hop come strumento, non come fine: la filosofia di Kiave dentro Antropia

Per capire Antropia, bisogna prima capire Kiave. Mirko Filice, classe 1981, non è solo l’artista pluripremiato nelle battle di freestyle o l’autore di album densi come Il tempo necessario. Da oltre un decennio, Kiave porta avanti una missione parallela, forse ancora più vitale: quella dell’arteducatore.

Lo troviamo nella rete nazionale Keep It Real, che porta l’Hip Hop come strumento educativo nelle periferie e nelle scuole a rischio. Lo troviamo nei progetti coraggiosi come Voci Spiegate, con cui ha portato laboratori di rap dentro gli istituti penitenziari e le case famiglia, dando letteralmente voce a chi non l’aveva.

La filosofia di Kiave è chiara: usare il rap come empowerment. Non si tratta di creare nuovi rapper per il mercato, ma di fornire gli strumenti tecnici (scrittura, metrica, storytelling) perché i giovani possano raccontare la propria storia, canalizzare la rabbia in modo costruttivo e, nel processo, scoprire sé stessi.

Antropia è, quindi, la sintesi perfetta di questa visione. L’album suona grezzo, autentico, a tratti spigoloso. Ed è questo il suo più grande pregio. Non è un prodotto levigato per le playlist, ma un documento.

Le sette tracce, da Tutto Cambia a Che pace, sono un viaggio nei temi cari a una generazione in bilico: l’introspezione, il dualismo tra l’eleganza della scrittura e la crudezza del vissuto, la difficoltà di crescere e la voglia di fare tabula rasa per ricominciare.

L’alchimia tra le cinque voci è il vero motore del disco. Sotto la guida di Kiave, che qui agisce come un saggio allenatore, Akira, Loser, Loza, Radin e Vexx non si limitano a passarsi il microfono. Dialogano, si scontrano e si fondono, creando un flusso di coscienza collettivo.

La title track Antropia e la conclusiva Che pace (che vede tutti e cinque gli artisti presenti) sono l’esempio di un’unione di stili che supera la somma delle singole parti.

Non un prodotto usa e getta ma un investimento sul futuro

In un panorama musicale italiano (e in particolare rap) spesso dominato dall’apparenza, dalla velocità dei singoli e dall’hype fine a sé stesso, Antropia è una dichiarazione di intenti controcorrente.

Ci ricorda che l’Hip Hop, prima di essere un genere musicale, è una cultura basata sul percorso, sulla formazione e sul contenuto. È un modello che non crea prodotti usa e getta, ma investe sul futuro: quello della musica e, soprattutto, quello delle persone. Antropia non è solo un bell’album da ascoltare, ma un progetto sociale necessario da sostenere.