Kaos One: l’impatto nel rap italiano di questa Leggenda Vivente

Kaos One

In occasione della pubblicazione di Chiodi, il nuovo album di Kaos, vogliamo ripercorrere la discografia di una Leggenda Vivente del rap italiano.

I dischi di Kaos infatti scandiscono tutto il percorso del rap italiano, dagli esordi e ancora prima, dato che i primi progetti sono rappati in inglese. È proprio merito suo e di pochi altri visionari se all’inizio degli anni ’90, nei luoghi di aggregazione giovanile, qualcuno ha iniziato a sperimentare lo strumento del rap con la lingua italiana.

Kaos è la ragione per la quale tanti ragazzi si sono approcciati al rap.

Kaos: la leggenda vivente del rap italiano

Se vogliamo analizzare la discografia di Kaos per capirne l’impatto sul rap italiano, occorre partire da molto lontano.

Siamo a metà degli anni 80. Negli Stati Uniti si sta iniziando a diffondere a macchia d’olio il movimento hip-hop, partendo dalle periferie delle grandi città. Qualche pioniere del genere ovviamente prova riportarlo in Italia, nella maniera più pura e fedele all’originale. Chi inizia a sentirsi parte dell’hip-hop, si sente in dovere di trasportare tutte e quattro le Discipline, spesso interpretandole in prima persona. Uno di questi pionieri è proprio Marco Fiorito, in arte Kaos.

Kaos entra nel mondo dell’hip-hop praticando il writing e la break dance. Solo in un secondo momento si approccia al rap, inizialmente in lingua inglese, proprio per rispetto del movimento e la voglia di volerne fare parte. Non per soldi, per protagonismo o per presunzione. Solo per dare il proprio contributo a un movimento internazionale di cui  si sentiva parte. Atteggiamento molto diverso da quello di oggi, dove tanti ragazzi iniziano a rappare con ambizioni economiche.

Gli esordi

Il primissimo collettivo in cui rappa Kaos sono i Fresh Press Crew a fine anni ottanta, accompagnato da Dj Gruff e lo statunitense TopCat. Successivamente si uniranno al progetto Sean, SoulBoy e Dj Skizo e solo più avanti Dre Love.

La formazione ufficiale negli anni 90 sarà formata invece solo da Kaos, Sean e Dre Love, con Skizo al giradischi. Questa formazione prenderà il nome di Radical Stuff e produrrà nel 1994 il disco Hardaswallow, dopo diversi singoli.

Fino a questo momento, Kaos ha sempre rapato in inglese, con l’eccezione del brano Don Kaos, contenuto nella Rapadopa di DJ Gruff. Un primo, celebre episodio di rap italiano.

Fastidio: la Pietra Miliare del rap italiano

Negli anni seguenti, Kaos entra appieno nella scena italiana e nel 1996 pubblica Fastidio (1996), vera e propria pietra miliare del rap nostrano, interamente prodotto da Neffa. Giovanni Pellino è nel momento di massima visone artistica, nel pieno del percorso dei Sangue Misto e realizza le basi di questo progetto, dove forse per la prima volta in Italia il rap è utilizzato come vera e propria valvola di sfogo dell’artista.

Kaos è il primo a dare una visione più cruda al rap. Il suo rap è molto di più di quello dei Sottotono, degli Articolo 31 e di Jovanotti, molto in voga in quel momento. Questi tre artisti vengono infatti dissati in Fastidio.

Ma ad essere sinceri, Kaos dimostra che il rap può anche essere qualcosa in più rispetto anche a quello dei SxM. Con il rap si può dare libero sfogo anche agli aspetti più intimi e controversi. Kaos si aggiudica così l’etichetta di rapper Hardcore. Etichetta che nessuno gli ha mai potuto togliere e modello di riferimento per chiunque decida di approcciarsi al rap con la stessa attitudine.

1999: l’anno di Kaos

Il 1999 è un anno nevralgico per la scena rap italiana che sembra avviarsi a una realtà concreta (anche se purtroppo sappiamo che solo qualche anno dopo si sarebbe spenta).

In questo anno vedono la luce Sindrome di Fine Millennio degli Uomini di Mare, 3 MC’s al Cubo delle Sacre Scuole, Dio Lodato di Joe Cassano, Scienza Doppia H dei Colle Der Fomento, per citarne alcuni…

Nel 1999 Kaos si unisce a questa cerchia di progetti leggendari e raggiunge una produttività mai vista, pubblicando ben due album e il suo brano probabilmente più famoso.

Il primo album di cui vi parliamo è Merda & Melma, realizzato da Kaos, Sean e Deda sotto lo pseudonimo di Melma & Merda. Un disco iconico, tanto stravagante quanto solido. Un disco nato e concepito in brevissimo tempo, ma che nasconde perle mai del tutto valorizzate dal pubblico.

Se questo progetto è rimasto in ombra nella discografia, forse è anche colpa (o merito) de L’Attesa, il suo secondo album ufficiale. Questo disco prodotto interamente da Chico MD a.k.a. Deda (altro reduce da SxM) e porta sonorità diverse dal precedente disco. Anche in questo però è confermata l’attitudine hardcore di Kaos, consolidando di fatto la sua figura di centralità nella scena.

Nello stesso anno esce anche Novecinquanta di Fritz Da Cat, uno dei migliori album di rap italiano di tutti i tempi. E se la considerazione su questo album sono così alte, è anche merito di Kaos, che con Cose Preziose, lascia uno dei suoi migliori testi su un ottimo beat di Fritz. Un altro esempio del perché quando parliamo di Kaos, parliamo di Leggenda Vivente

Il ritorno di Kaos con kARMA

Per il terzo album ufficiale occorre aspettare fino al 2007, dove kARMA si erge come pilastro in una scena rap che stava iniziando a esplodere nel mainstream. Infatti dopo un periodo di stallo della scena italiana a inizio anni ’00, tra il 2006 e il 2007 qualcosa sembra muoversi: Mondo Marcio, Fabri Fibra e i Club Dogo firmano con una Major e sembra che il rap inizi a fare numeri e profitti, come era impensabile fino a pochi anni prima.

Kaos però torna per mettere le cose a posto e ribadire la centralità del rap hardcore nella scena. Con kARMA, affidandosi per le produzioni a Don Joe e Shablo riesce a restare al passo con i tempi pur mantenendo il suo ruolo di icona per questo genere musicale. Si erge a leggenda vivente, un punto fisso nel tempo. La prova vivente che nonostante il passare degli anni, la mentalità e la coerenza non si sarebbero fatte corrompere da contratti o mode.

Hip-Hop nella forma più pura e sincera.

Ancora qualcosa da dire: Post Scripta

In qualche modo, sembra che la discografia di Kaos si riduca a questa trilogia. Una sorta di cerchio che si chiude, dalla nascita del genere fino alla sua completa affermazione, con i contratti major.

Eppure nel 2011 Kaos sente di avere ancora qualcosa da dire. Esce infatti Post Scripta, proprio come per ricordare agli ascoltatori che con i primi tre dischi aveva già espresso tutti i suoi concetti, ma che ribadirli non fa mai male.

Post Scripta infatti è una lettera a cuore aperto di Kaos, una postilla da aggiungere alla sua discografia. Infatti il disco ci mostra un rapper ancora hardcore, ma forse più fragile di un tempo. Già alla sua pubblicazione, il disco viene annunciato come l’ultimo album per Kaos.

In un anno in cui il rap è ormai inflazionato e sfruttato per hit radiofoniche o da discoteca, Kaos con Post Scripta ci ricorda da dove tutti sono partiti.

Coup de Grace a sorpresa

Nel 2015 però sembra che Kaos si renda conto che ha ancora qualcosa da dire. O che semplicemente il rap è troppo importante nella sua vita per dire basta definitivamente. Così a sorpresa, senza nessun tipo di annuncio, spoiler o altro, pubblica Coup De Grace, il suo quinto album ufficiale.

La strategia della pubblicazione a sorpresa, dopo di lui la useranno tanti altri rapper italiani, per rendere centrale il valore del progetto e non farlo annegare dall’hype che si genera intorno.

Infatti il ritorno di Kaos è graditissimo dal suo pubblico, ormai rassegnato a doversi ascoltare per tutta la vita i primi quattro album. Il questo album le produzioni sono curate da Dj Craim, che diventerà suo fedelissimo compagno in tantissimi live in giro per tutta Italia.

Un altro album carico di contenuti e di rime, in cui Kaos vuole mantenere il suo ruolo da Maestro. Come sappiamo la scena italiana con il passare degli anni si è spostata verso altre direzioni. Kaos nel 2015 non è più al centro della scena come lo poteva essere nel 1999, ma quello che conta è che dopo oltre vent’anni di militanza, è ancora presente. E ancora ha molto da dire e da insegnare…

Il ritorno nel 2022

Conoscendo la volontà dell’artista di voler smettere di pubblicare dischi e la sua ridotta produttività, a inizio anno non ci saremmo aspettati un nuovo album di Kaos in questo 2022. Eppure, come un fulmine a ciel sereno, ha annunciato la pubblicazione di Chiodi.

Come sempre, il personaggio di Kaos e accompagnato dal mistero. Su di lui si conosce relativamente poco, non si presta spesso ad interviste e non ama far parlare di sé. I suoi dischi, oggi come agli esordi, non sono promossi da etichette o uffici stampa. Kaos è il rap nella sua forma più pura e selvaggia, senza fronzoli o pubblicità.

Per tutti questi motivi i fan di Kaos non vedono l’ora di poter sentire il suo nuovo album. E per gli stessi motivi, ci auguriamo che qualsiasi ascoltatore del rap italiano provi stessa sensazione. Perché Kaos è una delle fonti di ispirazione dei più acclamati rapper di oggi. Uno dei motivi per cui tanti hanno iniziato a rappare tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni ’00.

Kaos è una Leggenda Vivente del rap italiano e quando lui rappa, gli altri devono prendere appunti.