Ci Riuscirò Davvero: Luchè ed Ernia volano sempre più in alto

Ernia Luchè Ci Riuscirò Davvero

L’ultimo album, Dove Volano Le Aquile, ha spaccato il pubblico. C’è chi ne ha apprezzato l’intensità e il coraggio di sperimentare e chi invece ne ha criticato la pesantezza. Noi abbiamo pubblicato qualche considerazione, ritenendo che ci vorrà del tempo per dare un giudizio complessivo ed esaustivo sull’album.

Una delle tracce di Luchè che invece possono vantare l’apprezzamento quasi unanime del pubblico è certamente Ci Riuscirò Davvero, che vede la significativa partecipazione di Ernia. Non è la prima volta che i due collaborano. Precedentemente nell’album di Ernia, Gemelli, Luchè aveva inciso una strofa nel pezzo Pensavo Di Ucciderti. Entrambe le collaborazioni vedono la produzione di D-Ross e Star-T-Uffo.

Ci Riuscirò Davvero: Luchè ed Ernia, due aquile che volano in libertà

Le aquile sono dei rapaci noti per trasmettere una sensazione di maestosità e libertà. Libertà che gli consente di volare metaforicamente al di sopra degli altri. Nel mondo del rap game Luchè ed Ernia possono certamente incarnare due aquile, che dopo un periodo difficile, hanno scelto di spiccare il volo in totale libertà percorrendo un sentiero luminoso e personale, indifferenti ai canoni del facile – e spesso effimero – successo ai quali hanno cercato di attingere numerosissimi colleghi.

Sono due figure del rap apparentemente diverse ma in realtà molto simili, contraddistinguendosi entrambi per una spiccata ricerca della scrittura, seppur molto diversa nella forma.

Entrambi hanno visto le loro carriere decollare e poi precipitare. Se Luchè ha sofferto la divisione dei Co’Sang e la critica del pubblico napoletano, che lo ha etichettato come traditore, Ernia ha subito la derisione del pubblico per l’esperienza ad amici con il gruppo Troupe D’ Elite, a tal punto da aver abbandonato il rap per un periodo.

Quindi entrambi si sono scontrati con il fallimento e con la necessità di dover affrontare un pubblico colmo di pregiudizi a cui dover far cambiare idea. Missione ampiamente riuscita, ci sono riusciti davvero.

Luchè: essere d’esempio per gli altri

La chiave di lettura del brano va individuata nel ritornello.

Seppure il verbo riuscire è coniugato al futuro, la canzone appare indirizzata al passato, con destinatario il giovane Luchè. Giunto ormai al quinto disco della carriera da solista, il rapper napoletano ce l’ha fatta davvero, nonostante tutte le avversità incontrate nel percorso di crescita e affermazione.

Nel brano dunque Luchè sembra rivolgersi a sé stesso, quando era un ragazzo insicuro e dubbioso circa il suo futuro. La sua intenzione è quella di rassicurare il giovane Luca quasi a volergli confidare che la sua sensibilità col tempo si rivelerà un dono che gli consentirà di volare in libertà come un’aquila.

Ma non solo. Se in buona parte della canzone Luchè rivendica l’ottenimento dei risultati commerciali e il potere, tanto agognato e finalmente acquisito, in realtà l’artista ce ne rivela la sua inconsistenza, se questo potere è dopotutto fine a sé stesso. In questo senso si inserisce la sua ulteriore e probabilmente più importante ambizione: essere d’esempio per gli altri.

Sarò la foto in mano ad un bambino
Che un giorno dirà: “Voglio essere Luchè”

D’altronde lo stesso disco si apre con una dedica ad uno dei suoi idoli personali e idolo assoluto della sua città: Diego Armando Maradona. Come lui, anche Luché punta a diventare un idolo, volendo lasciare un segno per diventare immortale.

Forse è proprio questo il posto dove volano le aquile: la terra dei poeti immortali.

Ernia: da usignolo a corvo

E così dopo la struggle di Luchè, in Ci Riuscirò Davvero interviene Ernia. E lo fa in maniera impressionante, impersonando da un lato lo stesso Luchè maturo che si contrappone al giovane insicuro, ma anche lo stesso Ernia.

La sua strofa ci ricorda la sua vena aggressiva del suo primo disco Come Uccidere Usignolo ed in particolare proprio la Title Track. Sembra quasi che qui Ernia si sia trasformato in un corvo, come proprio detto nella traccia del sopracitato progetto.

Non dormo che la notte porta consiglio
Sul mio regno longevo, Numa Pompilio
Mo che vesto le vesti da damerino
Seta, lino o ciniglia, lana merino

Così Ernia, in una vena spiccatamente autocelebrativa, si paragona a Numa Pompilio, uno dei sette leggendari re di Roma. Questa citazione non ci sorprende affatto, in quanto il rapper milanese non ha mai fatto mistero della sua passione per la storia, in particolare quella greco-romana. Tra le varie citazioni come non menzionare la goliardica allo Ius primae noctis, contenuta nella traccia No Pussy

Eppure ridurre la sua strofa ad un banger celebrativo, seppur monumentale, sarebbe ingeneroso. Infatti, oltre ai riferimenti ai numerosi platini conseguiti con Gemelli, Ernia fa sfoggio della sua tecnica anche per scagliare la sua rabbia contro i traditori, le delusioni d’amore, la solitudine. Tutti temi affrontati diverse volte dal suo amico-collega Luchè, principalmente nei lavori precedenti.

Luchè, Ernia e Matthew McConaughey: volare sempre più in alto

Uno dei video dello scorso decennio diventati più celebri nel web e che spesso viene riproposto da numerose pagine è sicuramente quello di Matthew McConaughey, in occasione della vittoria come migliore attore protagonista agli Oscar 2014.

Il senso del suo discorso è quello di non avere degli idoli di vita ben definiti e raggiungibili, bensì di puntare a migliorarsi sempre avendo come punto di riferimento sé stessi.

Quando avevo 15 anni una persona molto importante nella mia vita mi chiese: “Chi è il tuo eroe?”. E io risposi: “Sai chi? Me stesso tra 10 anni”. Quando ho compiuto 25 anni, dieci anni dopo, quella stessa persona mi chiese: “E quindi, sei diventato il tuo eroe?”. Le risposi: “Non ci sono nemmeno vicino! No, no e no”. Mi chiese allora perché e io risposi: “Perché il mio eroe sono io a 35 anni”. E quindi vedete, ogni giorno, ogni settimana, ogni mese e ogni anno della mia vita, il mio eroe è sempre stato a dieci anni di distanza da me. Non sarò mai il mio eroe. Non otterrò mai quel risultato. So che non ci riuscirò e mi sta bene, perché questo mi spinge a continuare a rincorrere quella persona».

Questo discorso volendo può sposarsi con il concept di Ci Riuscirò Davvero, dato che la canzone può essere interpretata come una lettera al Luchè del passato e, quindi, come una rivendicazione dei risultati raggiunti dall’artista (in particolare durante la strofa di Ernia).

Eppure l’espressione “Ci riuscirò davvero” può altresì essere indirizzata al futuro, con l’intento di non placare mai la propria fame e la propria voglia di migliorarsi, per aver un eroe personale da continuare a inseguire all’infinito come ci suggerisce Matthew McConaughey.

Perchè le aquile volano sempre più in alto verso l’indefinito e l’irraggiungibile.

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