We are not: fuori il doppio singolo di Azot1

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Tra i tanti rapper che giocano a fare gli americani ce n’è uno che potrebbe farlo con cognizione di causa, ma che si tiene ben lontano dal farlo. Stiamo parlando di Azot1, artista di origini venete da qualche tempo residente a San Diego, in California, dove è ricercatore di fisica. Da pochi giorni è fuori il suo primo lavoro da quando si è trasferito in terra americana.

W.A.N. e Paris-Texas, i due nuovi singoli di Azot1

Pubblicato per Mad Wax, We Are Not è un mini ep composto da due singoli, W.A.N. e Paris-Texas. Entrambe le tracce sono state prodotte da Luc B, con il primo brano che vede inoltre la partecipazione del celebre Dj Shocca aka Roc Beats.

I singoli hanno lo stile al quale l’artista ci ha abituato, quadrato e solido, nelle barre, nelle strumentali e nel timbro vocale. Come dicevamo, il mestiere di Azot1 è un altro, essendo ricercatore negli Stati Uniti (qui trovate un suo interessante TEDx)

Quello che si percepisce dai brani, o che perlomeno ci sembra traspaia, è che Azot1 faccia rap con la passione e la spontaneità di una volta, unita a una maturità acquisita nel tempo (umana e artistica) senza rincorrere come alcuni colleghi dell’underground la polemica gratuita, l’invidia verso chi ce l’ha fatta o una forzata autocelebrazione.

Qualche frecciata c’è, ma nei limiti della normalità, in maniera sensata e talvolta anche con un pizzico di ironia, come in W.A.N.: “Vuoi fare l’americano ma sei di Peschiera”.

L’artista ha così parlato del progetto:

W.A.N.” l’ho scritto durante l’apice del periodo di proteste per il brutale assassinio di George Floyd. Qui a San Diego era un casino ed ero molto incazzato, to be honest. Da un lato la struggle vera di miei amici qui, che sono letteralmente cresciuti all’interno di un sistema che è costruito sul sangue e sulla sofferenza delle minoranze.

Dall’altro, il fastidio nel vedere pseudo-toy-trapper in Italia ‘indignati’ per un qualcosa di cui non sanno assolutamente nulla. Quindi, parte della motivazione di quel brano nasce dal Fastidio che provavo e che ho dovuto decomprimere tramite l’unico suono che conosco e, di conseguenza, ho dovuto sentire zio Shocca.

“Paris, Texas”, invece, è un mio tributo personale ad un film il cui significato piu intimo rispecchia quasi 1:1 gli ultimi anni della mia vita: accettazione del cambiamento. Volevo una grafica che fosse un pezzo d’arte, quindi ho sentito il mio amico Infinite, che è un’artista da paura, molto impegnato nel sociale e dalle skills paranormali (ha un’esibizione a Brooklyn il 3 Dicembre). Il supporto di Madwax (Palermo) per la stampa del vinile è stata l’oliva nel Martini.