Il Boom Bap non si tocca – Intervista a Frank Siciliano e DJ Shocca

Frank Siciliano e DJ Shocca

In occasione della pubblicazione del vinile di Monkey Island, abbiamo avuto l’onore di fare due chiacchiere con gli autori dell’album: Frank Siciliano e DJ Shocca. Oltre a descriversi apertamente, ne hanno approfittato per rilasciare qualche piccolo spoiler che fa presagire nuovi progetti per il futuro.

Di seguito trovate la nostra intervista a Frank Siciliano e DJ Shocca.

Frank Siciliano e DJ Shocca: rimasti giovani attraverso 20 anni di musica – L’intervista

A breve uscirà il vinile di Monkey Island, un disco particolare perché nonostante abbia più di 20 anni, è come se fosse un album inedito, in quanto la maggior parte dei fan non lo ha mai potuto ascoltare. Cosa devono aspettarsi gli ascoltatori?

Shocca e Frank: «Sicuramente chi ascolta potrà assaporare un fine ritratto del periodo storico fine anni ’90 / inizio ’00, dove due kids affamati con i pochi mezzi a disposizione cercano (e trovano) il modo perfetto per esprimere le loro visioni e riflessioni»

Quanto sono cambiati Frank Siciliano e Shocca in questi 20 anni?

S e F: «Molto, sicuramente. Monkey Island è il frutto della furia ispirata di due teenagers, mentre ora qui in intervista ti stanno rispondendo due uomini adulti di 42 anni, ampiamente forgiati dai fatti della vita. Le esperienze, i dolorosi (spero pochi) compromessi, le vittorie, le conquiste e gli incidenti di percorso fanno parte di ciò che ci ha cresciuti, rendendoci adulti complessi e sfaccettati»

Frank, tu sei stato forse il primo artista che ha dimostrato al pubblico che si poteva avere una perfetta attitudine hip-hop pur senza atteggiarsi da gangsta o voler essere hardcore. Nel corso degli anni, questo rap più intimo e personale ha preso sempre più piede. In quali artisti riconosci di aver lasciato il segno?

F: «Abbiamo sempre pensato che fare le cose il meglio possibile, anche quando non si è sicuri che ci sia qualcuno dall’altra parte del filo, fosse il modo giusto di farle. Nel tempo ci siamo accorti di aver messo dei mattoni e costruito qualcosa. Non so bene chi abbia sentito e fatto sue le nostre soluzioni, ma le testimonianze che ci sono arrivate negli anni ci dicono che quello che abbiamo fatto e stato masticato, digerito e risputato in una nuova forma. Di questo siamo orgogliosi»

Dj Shocca sei considerato dai fan dell’hip-hop uno dei migliori producer italiani di sempre e la tua cultura musicale è sicuramente invidiabile. Ci faresti una tua personale top 3 dei migliori beat realizzati da producer italiani?
S: «Quelli che benpensano prodotto da Ice One, Guerra e Pace prodotto da Neffa / Deda e Cose Preziose di Fritz da Cat.»

Nonostante tantissimi anni nella scena e tantissime collaborazioni, mancano da molto tempo dei vostri dischi ufficiali solisti: state lavorando a qualcosa in tal senso?

S: «Sono stato ad osservare le evoluzioni dello scenario per capire come e quando intervenire. Attendendo che il mio istinto mi fornisse nuovo entusiasmo. Bene il momento è ora. Oltre alle due produzione uscite nell’album di Emis Killa, sto lavorando a vari progetti di rilievo. D’altro canto ho dato tutto ciò che si possa dare all’underground. Nei prossimi mesi capirete di che parlo»

Voi due, insieme ad altri rapper avete creato Unlimited Struggle, un’etichetta, una crew, un brand, ma soprattutto un gruppo coeso dal punto di vista musicale e stilistico. A parere nostro, il punto più alto della crew lo abbiamo avuto al momento del legame con la Blue Nox, il gruppo sotto l’etichetta Macro Beat. Cosa è successo a “Blue Struggle” e perché dopo il mixtape e due storici concerti realizzati, non abbiamo più avuto notizie? Ci sarà mai una reunion del gruppo?

S e F: «Abbiamo raggiunto un azimuth in quel momento. Dopo che hai dato tutto in un determinato scenario, credo che sia naturale misurarsi con altre sfide»

Se è possibile saperlo, cosa è successo con i vari membri passati attraverso Unlimited Struggle e poi usciti da essa?

S: «Certo che è possibile: più che una label vera e propria, siamo sempre stati una piattaforma per un determinato suono. Ed abbiamo fornito opportunità in tal senso espressivo. Ed i risultati artistici ottenuti dei membri di Unltd lo testimoniano. Quando gli stessi hanno voluto cimentarsi con la missione di produrre e commercializzare musica con delle realtà fortemente strutturate, li ho salutati con grande entusiasmo con l’augurio e la certezza di rockare peso»

Nel momento più buio del rap italiano, ovvero il periodo di inizio anni ’00, voi eravate presenti. Anzi, proprio in quel periodo è uscito 60 Hz, un disco che ha cambiato il rap game per sempre. Qual è stata la chiave di quel disco, in grado di contenere così tanti brani iconici? Perché secondo voi, a distanza di tanti anni rimane così attuale?

S:«La mia fame ne è il motivo. La tenacia e la convinzione che i suoni che ho in mente possano emozionare chi ha le giuste chiavi di lettura. Molto semplice. L’autenticità non studiata a tavolino è il motivo per cui 60 Hz è timeless»

Partendo proprio da 60 Hz in cui grazie a Notte Blu (e ad altri brani iconici) il pubblico ha riconosciuto il vostro valore: quanto vi sentite appagati dal riscontro ricevuto? Non vogliamo parlare di soldi, ma vi sentite soddisfatti o avreste meritato di più?

S: «Non occorre parlare di danaro, non è mai stato il motivo che ci ha mosso. Perché non ce n’era. Tengo a sottolineare che non vengo assolutamente da una famiglia agiata. Tuttavia è più forte di me: in determinati periodi mi sono procacciato da vivere con altre mie competenze, il boom bap non si tocca nè ci si caga sopra»

Nel corso degli anni la scena è cambiata tantissimo in particolare perché ora girano molti più soldi e chi si approccia alla musica spesso lo fa per cercare un introito, più che per passione. Cosa consigliate ai giovani che si stanno appassionando all’hip-hop?

S e F: «Di prioritizzare il divertimento e l’entusiasmo nel fare la propria musica. Tutto il resto, anche se può magari creare un hype immediato, non vi mette nelle condizioni di creare tracce immortali»

Eredità: seguite le nuove leve? Ci consigliereste un giovane MC e un giovane producer da tenere d’occhio, in cui magari vi rispecchiate e vedete i vostri “eredi”?

S: «Ce ne sono svariati e non hanno bisogno del mio endorsement»

Veterani: in una scena molto ricca come quella attuale, certi rapper e producer storici (ad esempio Don Joe, Shablo, Guè Pequeno, Inoki, Fabri Fibra, Marracash…) rimangono dei punti saldi per il movimento e mantengono il loro ruolo nonostante il passare degli anni. Tra i rapper e producer “veterani” chi è che secondo voi è invecchiato meglio?

S «Tutti quelli che hai citato sono invecchiati bene. Ed io sono rimasto giovane»

Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro di Unlimited Struggle? Nuovi progetti, ristampe, eventi, merchandising…?

S e F:«C’è un rinnovato interesse nel cercare cosa c’è alle origini dell’hip-hop, quindi direi che siamo nel posto giusto al momento giusto. Watch out for 2022 new shit»

Ringraziando ancora Frank Siciliano e DJ Shocca per l’intervista, vi consigliamo di procurarvi il vinile di Monkey Island, qual ora non lo abbiate ancora fatto! Ne rimangono poche copie disponibili!