Vince Staples torna con il suo primo progetto self titled

Vince Staples

È tra i beat di Kenny Beats che Vince Staples ancora una volta ritrova sé stesso e la sua penna. Il nuovo progetto rispecchia il titolo personale regalando momenti di introspezione senza mai sacrificarne la godibilità.

Il nuovo disco di Vince Staples è uno specchio sulla sua realtà

Non ha perso tempo Vince Staples quando nella scorsa decade attirò l’attenzione di milioni di fans degli Odd Future con le sue taglienti strofe. Quando Hive arrivò nel 2013 tutto cambiò  come il numero di download dei suoi mixtape. Avuta l’occasione di evolvere il suo catalogo discografico con dei veri e propri progetti sotto major Vince non perse tempo e regalò subito dei pezzi della sua vita.

Prima Summer ’06 che faceva da portentoso preludio all’artista che abbiamo oggi poi l’improvvisa e sorprendente sperimentazione sonora di Big Fish Theory. Ogni pezzo del puzzle che ci mostra la carriera di Vince Staples ha un ruolo definito, anche i suoi spin off (Hell Can Wait, Prima Donna) e lo scorso mini-project FM! con Kenny Beats erano parte del piano.

Proprio FM! aprì la porta a Vince per una nuova avventura con il sottovalutato Kenny Beats. La sintonia tra i due era già evidente ma nel nuovo self-titled Vince Staples esplode con un prodotto più coeso ed essenziale.

Il nuovo album è l’organica evoluzione del duo che seppur non si presenta come un gruppo, entrambi sfoggiano il meglio che hanno da offrire che sia davanti ad un microfono o una drum-machine.

Vince Staples ha presentato il disco self titled poco tempo fa definendolo tra i più intimi e trasparenti della sua carriera. Difficile immaginare come un prodotto dalla durata di 22 minuti possa presentarsi come introspettivo, eppure gli 8 brani + 2 skit che il disco riescono a presentare quella tanto nominata nuova prospettiva che Vince Staples, oggi a 27 anni, ha della sua vita.

La melodica aura di Are You With That? apre le danze manifestando l’immortale segno che la Summer ’06 avrà sulla vita di Vince ma un’aura di nostalgia pervade il concept con il rapper di Long Beach che ricorda chi è rimasto incastrato nella turbolenta vita passata.

L’inedita prospettiva di cui parlava Staples brilla in tracce come Take Me Home in compagnia della splendida Fousheé o in line come

We dying broke or live with broken hearts

Sentimenti che ad un primo ascolto possono sfuggire all’ascoltatore ma che in realtà presentano una nuova versione dello stesso rapper di cui siamo fan da anni. Una proposta self-contained che cammina sulla delicata corda della brevità arrivando senza problemi dalla parte opposta. Rime essenziali, ritornelli efficaci e una storia da raccontare.

Ciò nonostante Vince Staples è solo l’inizio di una nuova fase della carriera del rapper di Long Beach che proseguirà con il già annunciato Ramona Park Broke My Heart.