Luci e ombre tra le rime di Mattak – Recensione di Riproduzione Vietata

Mattak

Un paio di settimane fa è stato pubblicato Riproduzione Vietata, primo disco di Mattak, nonché progetto dalle grandissime aspettative. Il rapper ticinese – al secolo Mattia Falcone – è in attività da diversi anni e si è sempre distinto per le proprie capacità di scrittura e per la versatilità dimostrata nel corso della sua carriera. Dal 2014 con la collaborazione con Machete ad oggi, Mattak ha sempre alzato l’asticella in termini di rime, contenuti e innovazioni, ma senza mai pubblicare un progetto a sé stante. Quel progetto, dopo tanta attesa, è finalmente tra le mani di noi fan ed è uno dei dischi più interessanti e profondi usciti negli ultimi tempi.

Il disco si compone di quattordici tracce e concentra dentro di sé le mille sfaccettature che compongono l’anima artistica di Mattak. Da Funky Nano a Murubutu, passando per Limon Willis, Marteena e ZZ il giovane MC ha portato con sé ospiti d’eccezione che accompagnassero le sue parole nel miglior modo possibile. Riproduzione Vietata è lo sfogo di chi non si è sentito mai capito e ha trovato conforto nelle parole e, più nello specifico, in una cultura che sa dare valore a chi trova la catarsi nelle barre.

Lo spettro dell’anima di Mattak in Riproduzione Vietata

Questo disco è a tutti gli effetti un concept album, un progetto che ha come spina dorsale diversi concetti che tengono insieme l’immaginario concepito da Mattak. Già la copertina in sé – ispirata all’omonimo quadro di Matisse – comunica visualmente quelli che saranno i principali temi del disco: la dissociazione dal sé (il riflesso crepato nello specchio), l’inesorabilità del tempo (la clessidra e il suo riflesso) e il confronto con le parti più buie del proprio animo.

Nell’arco di tutta la durata del disco Mattak si misura con sé stesso, con la sua storia e lo fa a colpi di rime millimetricamente incastrate tra di loro. Brani come L’anima giusta sono una vera e propria finestra sullo stato d’animo del rapper, che attraverso l’uso metodico e intimo delle parole riesce a far vivere all’ascoltatore il suo vissuto.

Perché piangi, mamma?
scusa se sono cambiato, sono stato irradiato dai raggi gamma
Ho una ferita, tu ora prova ad immaginarla
infinita e poi passare la vita a rimarginarla

Le confessioni di Mattia non risultano pesanti, ma bensì diventano qualcosa con cui l’ascoltatore può empatizzare. Il vissuto di Mattak e i suoi problemi psicologici si riflettono in gran parte dei brani, ma hanno la qualità assoluta di essere altamente descrittivi e per nulla banali. Anche chi non ha mai avuto nulla a che fare con psicologi e terapie può interiorizzare certi versi, certe parole, poiché la sincerità del rapper trascende lo spazio e il tempo, portando artista ed ascoltatore sullo stesso piano per una manciata di minuti.

Depersonalizzazione, derealizzazione e dissociazione

Come abbiamo detto questo album rappresenta uno sfogo (ma non solo) di un ragazzo, di una persona che ha vissuto dei traumi e che oggi è qui per condividerli con il suo pubblico a testa alta. Come già raccontava anni fa in Depersonalizzazione, Mattak anche in Riproduzione Vietata descrive i suoi tempi più bui appresso a due sindromi: la depersonalizzazione e la derealizzazione.

Il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione è caratterizzato da una persistente o ricorrente sensazione di scollegamento dal proprio corpo o dai propri processi mentali, come se si stesse osservando la propria vita dall’esterno (depersonalizzazione), o dalla sensazione di essere dissociato dall’ambiente circostante (derealizzazione). Le cause di queste sindromi sono diverse e puramente soggettive, ma ciò che veramente importa è il modo in cui Mattak ha gestito e raccontato questi disturbi.

In brani come L’anima giusta, LSQ14, Narciso e Segnavento si ritrovano molti parallelismi con il vissuto turbolento dell’artista. Partendo dalle rime affilate dell’intro fino ad arrivare alle parole delicate del brano con Murubutu, Mattak ci porta a spasso tra i suoi pensieri e i suoi ricordi.

Si blocca tutto come quando mi agito sul palco
Mi duole per la morte del mio animo
E ci scrivo storie ma nel cuore della notte perché ha un battito più alto
Il passato mi ha visto e da meschino è passato dritto
Ho il vento dell’ovest a ogni respiro
Sento le cose, poi nei fogli descrivo ma stando zitto
E l’istinto dice che il mio destino è già stato scritto

Solitamente i percorsi di cura per questo tipo di disturbi richiedono processi lunghi, fatti di sedute e (a volte) farmaci specifici. Non ci è dato sapere molto sulla prognosi di Mattak, e nemmeno ci interessa più di tanto. Ciò che realmente conta è il fatto che un giovane artista sia sia messo a nudo, spogliato dei propri demoni e raccontato a tutti quello che ha passato.

Sebbene si consideri sempre scontata la sincerità degli artisti, crediamo che Mattak abbia dato un forte segnale con certe tracce. Riproduzione Vietata racconta (anche) di come le persone siano deboli e di come non ci sia il bisogno di giustificarsi per esserlo. Mattia ha raccolto nella sua penna i suoi travagli e ha dimostrato a tutti che l’arte – e in questo caso il rap – è un appiglio grazie al quale si può uscire anche dai luoghi più tetri del proprio io.

Emozione di un momento che spesso rovino
solo i brividi sugli arti mi ricordano che sono vivo
imparerò a cadere sulla truce via
combatterò col cuore in gola e brillerò di luce mia

Mattak e Sinister Jerry come Venom e Eddie Brock

La prima volta che abbiamo ascoltato eviL ci sono venuti i brividi, ma non dall’emozione, bensì dalla paura. Il racconto cominciato anni fa con Sinister Jerry (nome dell’alter-ego di Mattak) trova il suo proseguimento in uno dei brani più contorti e creepy che abbia sentito.

In uno scambio di strofe sopra una cupa strumentale Mattak spalleggia con il suo doppelganger in una serie di rime a metà tra la malattia e il genio. Il dualismo proiettato dal brano mi ha ricordato molto la storia di Venom e Eddie Brock. Da una parte abbiamo un uomo all’apice delle sue insicurezze e delle sue paure, dall’altra una creatura che viene dal buio e che si nutre di tali emozioni.

Che importa se resto o vado?
Scrivo un testo in cui il me stesso bravo
Fa un pezzo col me cattivo nello stesso brano

Proprio come l’aniteroe Marvel, Mattak e Sinister Jerry sono la faccia della stessa medaglia. Il divario di contenuti tra la strofa di Mattak e quella di Jerry segna inequivocabilmente il divario tra i due, come una linea che separa il buono dal cattivo, ma allo stesso getta nuova luce sulla personalità dell’artista.

Come Delusional Thomas per Mac Miller o Kill Edward per J. Cole, Mattak usa l’espediente dell’alter-ego per sfogare le rime più tetre e crude che la sua mente possa partorire.  Sebbene gli episodi con Sinister Jerry siano molto sporadici, questa canzone dimostra il talento di Mattak nel saper descrivere sé stesso in modi tanto originali quanto cupi.

Non solo Mattak: le collaborazioni esplosive di Riproduzione Vietata

Riproduzione Vietata è indubbiamente un progetto intimo, sincero, che sviscera un po’ tutti i lati del diamante artistico di Mattak, ma non solo. All’interno del disco, infatti, troviamo diversi featuring ad impreziosire i brani. Andando con ordine, il primo della lista è Wiser Keegan che in Tutti in riga esplode in una strofa ricca di tecnicismi e stile, in perfetta armonia con il mood della canzone e con lo stile di Mattak.

Successivamente troviamo l’insostituibile Funky Nano, compagno di vita del rapper nonché l’altra metà del clique che essi formano: i Pochespanne. In Uh Beibi, in un certo senso, si assapora il consolidamento di un rapporto di amicizia scritto tra le barre e rime che si esprime in una canzone tanto allegra quanto ben costruita.

Andando oltre si trova E1S, un emergente della scena campana che Mattak ha coinvolto nell’album per contornare nel giusto modo una delle canzoni più brillanti del disco: Cibo Capolavoro. Sul finale invece troviamo Marteena (che compare in due brani) che ci porta indietro nel tempo con le barre grezze di M&M’s Parte 2 e che invece ci fa saltare dalla sedia con la sua strofa in Swiss Side Squad, assieme ai compari svizzeri, che sicuramente non sono da meno.

Menzione d’onore per ZZ, che in Tandem riconferma la sinergia lirica con Mattak in un’esplosione di incastri allucinanti. Per ultimo, ma non per importanza, un immenso Murubutu decora Narciso con una strofa profonda e descrittiva che chiude le atmosfere del brano in modo impeccabile.

Non suona vecchio, suona vero

Per concludere, Riproduzione Vietata è probabilmente uno dei dischi più completi che la scena italiana abbia visto negli ultimi mesi. Questo progetto raccoglie dentro di sé tantissimi frammenti concettuali, che se uniti tra loro formano un mosaico musicale speciale e sincero. Il tempo e la fatica spesi per la realizzazione dell’album hanno portato Mattak a partorire un disco che rispecchia completamente ogni parte della sua persona.

Sebbene il disco non sia esattamente il prodotto vincente del mercato musicale moderno, crediamo che non abbia nemmeno la pretesa di esserlo, come precisato dallo stesso Mattak:

So che sto uscendo con un prodotto che non segue nessuna wave del momento e volete sapere cosa ne penso? Che sono felice così, perché sono rimasto me stesso.
Avevo bisogno di fare un disco così. Non avrò fatto un album che vende forse, ma ho fatto la musica. E la musica, quella vera, che fai per te stesso, non morirà mai.

Il percorso dell’MC di Lugano lo ha portato a valorizzare il suo talento barra dopo barra, arrivando alla nascita di un disco che racchiude il meglio che il rapper svizzero potesse offrire al suo pubblico.

Nonostante il suono non sia la drillata che oggi tutti si aspettano, Riproduzione Vietata rappresenta a nostro parere un ottimo esempio di come fare musica in maniera coerente con sé stessi. Sono anni che Mattak incastra rime a vagonate, alzando il livello ad ogni strofa, dimostrando sempre più come sia possibile trovare un punto d’equilibrio tra la scrittura, il flow, la tecnica e l’attitudine.

Riproduzione Vietata è fuori ed è un disco che merita un ascolto attento e contemplato. Fatene buon uso.