Murubutu, Dia – Temporale (testo)

Murubutu

Testo di Temporale di Murubutu e Dia.

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Tu sei casa mia

Tra le foglie di eucalipti lungo tutto il via-
Le magnolie in mezzo ai vicoli fra case e bar
I tronchi torti degli ulivi sopra le montagne
Che fissavano il tramonto, le sue due metà

Quelle case un po’ inclinate là in cerca del mar
Col suo ritmo e il suo respiro da divinità
I suoi ricordi mescolati come dentro a un puzzle
Ritornavano ora a posto per affinità

Clara rivide i bordi del borgo, gli stormi sul porto
Ogni vita è contorta e le forme degli orti a strapiombo
Sotto il cielo fragile gli aranci e le zagare
Il fiore gigante dell’agave con le nubi di sfondo

Ritrovare quel mondo dopo gli anni lontani
Quando il passato sembrava ormai scivolare via
Quando ogni spiaggia di sabbia e ghiaia ricordava casa
E nell’aria si alzava amara la malinconia

Poi là oltre il paese, sotto al monte con l’eremo
C’era il suo mare turchese, imponente e magnetico
E il vento là da ponente, possente e collerico
Che riempiva le vele e le vene di un tremito

È come pioggia sul mare
Lo schianto del temporale
Il mare mosso dal fondo che lancia le onde
E riempie l’aria di sale

Come tempesta dal cielo
Ora capisco davvero
Tutto il senso profondo di ogni sogno, ricordo
Solo quando ti vedo

Come ho fatto ad andare via?
Tu sei casa mia

E lui sembrava parlarle con le sue frange di schiuma
Col suo vento costante sui porti fra le torri di pura bruma
Dal suo ventre vibrante pieno di barche scomparse
Mandava onde giganti agli scogli per chiederle scusa

Calava al mattino una pioggia di acqua marina
Che scendeva giù all’alba dalla collina fino a Santa Margherita
E s’appoggiava impalpabile evidenziando le sagome
Delle persone scomparse e i ricordi di tutta una vita

Poi vide se stessa bambina coi piedi sulla battigia
E i vecchi cucire le reti sulla banchina in rovina
E poi rivide sé stessa con il marito disperso
Passare a braccetto, passarle attraverso nella via verso la vigna

Aveva pianto tanto su quella spiaggia di quarzo
Ed era scappata lontano proprio per non odiarlo
Lei che amava guardarlo nel vento cauto di marzo
E davanti al suo vasto manto cobalto riempirsi di spazio

Poi i ricordi più forti raccolti dai fiotti
(Tra i ricordi dai fiotti raccolti)
Fra i vortici enormi delle onde a singhiozzo
(Dai fiotti tra i vortici, no)

Un sorriso labile e timido, un’immagine e un brivido
Con le lacrime in bilico sulle sponde degli occhi
E non poteva che tornarlo ad amare ora che lo rivedeva
Cullata nell’ansa dalla danza delle onde theta

E le offriva galante sulle sue sponde di pietra
Pace nella vita dopo un’antica bufera

È come pioggia sul mare
Lo schianto del temporale
Il mare mosso dal fondo che lancia le onde
E riempie l’aria di sale

Come tempesta dal cielo
Ora capisco davvero
Tutto il senso profondo di ogni sogno, ricordo
Solo quando ti vedo

Come ho fatto ad andare via?
Tu sei casa mia
Tu sei casa mia

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