L’universo di Np Schoolkid

Np Schoolkid

Qualche settimana fa è uscito Scuolabimbo, l’ep di esordio di Np Schoolkid, giovane rapper di origini campane ma da tempo in Lombardia. Il progetto, nonostante risulti a tratti acerbo, è un ottimo biglietto da visita per questo giovane artista.

Abbiamo voluto intervistarlo: di seguito trovate la chiacchierata che abbiamo fatto con lui.

L’intervista a Np Schoolkid

Ciao Fabio, benvenuto su Rapologia. Come sta andando il disco?

«Ciao ragazzi, innanzitutto voglio ringraziarvi per lo spazio che mi state dedicando. Il disco sta andando bene! Anche se i numeri sono ancora molto contenuti, ho ricevuto un bel feedback, soprattutto da parte di persone che hanno colto il senso di alcune tracce e si sono sentite “toccate”».

Come è nato il rapporto con Lie O’Neill?

«Il rapporto con Lyo è nato circa 6 anni fa. Siamo entrambi della provincia di Brescia, io facevo musica già da qualche anno e mi ricordo mi scrisse per mandarmi qualche produzione. È inutile dire che, se dopo 6 anni siamo ancora qui a lavorare insieme, ho capito l’enorme talento e dedizione che aveva e che ha tutt’ora. Logicamente si è creato un rapporto che va al di sopra della musica ed è per questo che ogni scelta musicale ora l’affrontiamo sempre in due».

Il disco affronta diversi temi, dai più leggeri ad altri più pesanti: qual è la traccia che preferisci?

«La traccia che preferisco in assoluto è AQUAFINA. Dedicata a mio fratello minore e alla sua storia cruda e frastagliata. Il testo penso sia uno dei miei migliori scritto finora e per quanto riguarda la musicalità, il ritornello di Heartman è fortissimo! La struttura della strofa, invece non era così inizialmente. Conobbi Blanco in quel periodo, si creò subito un rapporto di amicizia e lo invitai in studio per fargli sentire qualche inedito. Fu lui ad aiutarmi nella stesura della strofa a livello sonoro, poi ho adattato il testo, che avevo scritto in precedenza». 

Fuori ora la nostra intervista al rapper NP SCHOOLKID

Hai ancora rapporto con la tua regione d’origine, la Campania? Credi che sarebbe stata diversa la tua musica se fossi rimasto lì?

«Ho ancora rapporti perché ho molti parenti che ci abitano. Napoli è stupenda, sia per la città che per il calore delle persone. Penso che se fossi rimasto al sud, la mia musica sarebbe stata sicuramente diversa. C’è una vita molto più veloce e cruda nel mio paese d’origine e probabilmente avrebbe inciso sulla mia musica. Se devo essere sincero, non so se potesse portarmi una crescita artistica il mio vecchio quartiere, proprio per lo stile di vita, ma sono supposizioni. La cosa certa è che avrei fatto musica lo stesso anche rimanendo nella mia città natale».

Come hai scelto le collaborazioni del disco?

«Sono tutte persone che conosco e che rispetto sia musicalmente che personalmente. Con Slava si è creato un forte rapporto di amicizia, ci conosciamo da anni e dovevamo fare assolutamente qualcosa insieme. Lo rispetto molto e sono contento della nostra traccia. Villy anche lui lo conosco da qualche anno. È molto forte e ha uno stile unico. Doveva esserci per forza nell’ep. Heartman l’ho conosciuto di recente. Mi sono innamorato della sua voce e della sua visione. Era la persona giusta per chiudere il quadro e sicuramente farò altre collaborazioni con lui in futuro. È davvero un talento!» 

Quali sono gli artisti che ascolti di più, italiani ed esteri?

«Il mio rapper italiano preferito da sempre è Luchè. Spero di collaborarci un giorno, perché per me è come un esempio. La sua storia e il modo in cui la racconta è impressionante. Penso di non aver mai skippato una sua traccia nella mia vita. Sono super fan di Chiello e ultimamente è uno dei miei artisti di punta che ascolto. Fra gli internazionali, in questo periodo sto ascoltando molto Machine Gun Kelly e tutti gli artisti sulla sua wave. Sono molto fan anche di Polo G, infatti alcune tracce dell’ep hanno una sua impronta».

In quanto tempo è nato Scuolabimbo?

«È nato circa in 4/5 mesi. È stato un lavoro uscito di getto, come uno sfogo, doveva essere il mio primo step per far capire chi sono».

Nell’album parli della morte di tua madre, della malattia di tuo fratello e della depressione di tuo padre: quanto è stato difficile affrontare questi temi?

«È stato molto difficile. Non è mai facile tirar fuori quello che si è davvero e soprattutto condividerlo con altri. Non auguro a nessuno di provare quello che ho provato io, anche se mi ha fatto crescere e mi ha fatto affrontare la vita con una carica diversa. Non nascondo di aver pianto all’ascolto di tracce come Rose o Aquafina e questo dimostra quanto davvero sono sentiti quegli argomenti per me». 

Progetti futuri? Pensi di riuscire a portare il disco dal vivo?

«Ci stiamo organizzando per portare live il disco e non vedo l’ora. È sempre difficile da indipendenti creare tutte queste situazioni, ma la determinazione è una qualità che non ci manca. Ora stiamo lavorando ai video dell’ep. Uscirà Amore tossico su YouTube e probabilmente anche il video di un’altra traccia. Logicamente abbiamo già pronte le mosse future. Abbiamo nuovi brani di cui non vedo l’ora di condividere con tutti. Lie O’Neill ed io siamo in continua evoluzione».