9 brani che hanno creato il mito di DMX

DMX

L’addio è stato quello dei più duri che i fan di questa musica abbiano dovuto dare. La sua carriera fatta di altissimi e bassissimi simboleggia una persona controversa, tormentata e incredibilmente profonda. DMX, un personaggio e un essere umano che abbiamo cercato di racchiudere in 9 brani scelti da noi per celebrare la sua singolare e incredibile carriera.

La leggenda DMX in 9 brani

Abbiamo reso omaggio a DMX con questa selezione:

The Born Loser (1992)

Quando la Columbia Records firmò DMX, la traccia scelta come primo singolo fu The Born Loser.

Nonostante lo scarso successo radiofonico del pezzo portò la label ad abbandonare l’artista, il brano rimane oggi il primo vero testamento dell’indiscusso talento di X. Introspettiva e dannatamente onesta, il singolo conteneva ogni ingrediente di quello che sarebbe diventato un fenomeno mondiale diversi anni dopo.

Seppur la potente voce di DMX non fosse ancora presente in The Born Loser, la sua capacità di esprimere la durezza della sua vita e la confidenza trasmessa nelle sue strofe sono testimoni di come le label non sempre siano in grado di comprendere un nuovo talento.

Ruff Ryders’ Anthem (1998)

L’Anthem per eccellenza. Il singolo simbolo di DMX ha fatto la storia per diverse ragioni. Ogni parte del brano sprigiona un minimalismo sonoro che regalò al neo producer dell’epoca Swizz Beatz una monumentale carriera. I versi di X e l’iconico ritornello lasciano intendere sin dal primo secondo che quello che si sta ascoltando non è il solito MC.

Che sia ad una festa ai quartieri alti o un impianto in una macchina che gira in periferia, Ruff Ryders’ Anthem non conosce limiti demografici e il suo successo ha senza dubbio contribuito all’espansione del genere Rap.

Let Me Fly (1998)

Se il primo disco di DMX è considerato un classico, parte della ragione è data da brani come Let Me Fly. Poesia da strada allo stato puro in cui DMX esprime il tormentato contrasto tra la solitudine e la socialità tossica di un mondo che presto sarebbe stato ai suoi piedi.

Se il termine underdog non avesse già un’origine di suo, direi che il suo significato nasce nella portentosa voce del MC di New York.

Slippin’ (1998)

Considerata da molti la migliore canzone della discografia di DMX, Slippin è probabilmente molto di più. La voce del genere più famoso al mondo con la sua storia nata tra i quartieri del Bronx sono l’anima di questo capolavoro.

DMX sa di aver fatto degli errori e sa che ce ne saranno molti altri ma nonostante l’oscurità descritta, la luce è qualcosa a cui ambire e le nostre priorità in un mondo che cerca sempre di distrarci sono il goal in cui credere sempre.

One More Road To Cross (1999)

DMX ha visto in un anno (1998) più cose di quelle vissute da un artista qualsiasi in 10 e il suo terzo disco …And Then There Was X ne è il perfetto esempio. La potente traccia di apertura del progetto esplodeva con un epico beat di Swizz Beatz su cui X usava la sua voce come strumento.

L’esperienza con gli incredibili tour e le storiche collaborazioni con i migliori della scena hanno plasmato un artista capace di unire la potenza di un ritornello melodico a delle strofe capace di dipingere storie coinvolgenti e reali.

I Miss You (feat. Faith Evans) (2001)

Scoppiando in lacrime nel bel mezzo di un concerto nel 1999, DMX fu preso in giro per quello che era la sua onesta reazione alla perdita della nonna.

Essendo una delle poche figure ad averlo supportato nei suoi anni di vita, DMX dedica a sua nonna un iconico brano che rompe ogni pregiudizio di un artista preso fin troppo di mira dai media.

I Miss You ospita la talentuosa Faith Evans e musicalmente rimane uno spettacolare tributo al sound degli anni 90.

X Gon’ Give It to Ya (2003)

Dicono che ricreare il primo anthem della propria carriera sia impresa impossibile. Beh, non per Swizz Beatz e DMX a quanto pare dato che questo brano contenuto nella soundtrack di Cradle 2 the Grave (in cui DMX fa da attore protagonista) esplose in ogni parte del globo.

X Gon’ Give It to Ya è un attacco alla scena e alla mancanza di rispetto da parte della critica nei confronti dei suoi ultimi lavori discografici. Il brano viene ancora oggi usato casualmente in diverse pellicole cinematografiche confermando l’iconica personalità di X e del mostruoso beat di Swizz.

Lord Give Me A Sign (2006)

Dopo i rumor di un completo cambio di vita ispirato a quello di Mase, DMX ritornava nella scena Rap con un singolo prodotto da Scott Storch. Un brano fin troppo sottovalutato che mostrava un artista desideroso di cambiamenti positivi nella sua vita.

Considerando le vicende che lo hanno coinvolto negli anni successivi, spezza il cuore ancora oggi sentire queste strofe.

Slippin Again (2012)

L’ultimo respiro del cane. Undisputed doveva essere un ritorno, ma la parte negativa della sua personalità ha preso il sopravvento portando l’artista ancora una volta lontano dalla sua passione.

Nonostante il disco non venne accolto come i precedenti, alcune perle dimorano ancora oggi nella sua tracklist, Slippin’ Again rappresenta oggi il cane che morde con le sue ultime forze per riprendersi ciò che era suo.

Un’icona come DMX se ne è andata, lasciando non solo la sua arte e i suoi brani nei cuori di milioni di fan ma la testimonianza di come la vita nonostante la sua brutalità possa ripagarci se crediamo fermamente in qualcosa.

Ci tormentiamo nel pensare che la battaglia di DMX con i suoi demoni sia stata persa, nonostante tutto non dobbiamo mai dimenticare che se questa musica è capace di toccarci ogni qualvolta ci cada il mondo addosso, è anche grazie a lui.

R.I.P. DMX