Solo Tutto è Scrittura e Semplicità – Recensione del disco di Massimo Pericolo

Massimo Pericolo

Nella nostra personale recensione di Solo Tutto, il secondo disco di Massimo Pericolo, vediamo se è riuscito a rispettare le aspettative.

Da due anni a questa parte si sente spesso il nome di Massimo Pericolo, rapper varesino che si è fatto conoscere con la hit controversa 7 Miliardi e che è riuscito sin da subito a mostrare l’altra faccia della stessa medaglia, rappresentata ai tempi da Sabbie D’Oro.

Proseguendo in questo senso, Scialla Semper e Solo Tutto hanno in comune una struttura che, proprio come il titolo del disco, accosta due opposti, creando un ossimoro.

Nei due progetti il protagonista in questione mostra infatti i due lati di sé: il primo più aggressivo e cafone, il secondo più introspettivo e riflessivo. Così facendo crea un certo disorientamento nello ascoltatore che, durante l’ascolto, sarà proiettato in mood molto diversi tra loro – la differenza tra Casa Nuova e Cazzo Culo è lampante – che aiutano a non annoiare e a tenere alta l’attenzione. Già con i singoli pubblicati prima della sua uscita,  ci ha voluto mostrare questa bipolarità musicale che non tutti i rapper utilizzano, cercando al contrario di tenere (quasi) sempre la stessa impronta stilistica.

Partendo da una gran compattezza musicale dovuta alla direzione artistica affidata a Crookers, che dimostra – se ce ne fosse ancora bisogno – quanto nel 2021 sia importante avere una produzione forte alle spalle, Solo Tutto ci mostra tutte le facce di Massimo Pericolo anche grazie alle basi che risultano ben ideate e compatte. Queste donano all’opera una certa coerenza musicale e riescono a fare da collante per tutta la durata della tracklist. In particolare è da apprezzare la sperimentazione (le cornamuse contenute in Sai Solo Scopare sono già un episodio pressoché unico – nonché pienamente riuscito – nella storia del genere) e la capacità di cambiare radicalmente sonorità in base al momento, dimostrando una grande abilità camaleontica che apporta al progetto una concreta verità musicale.

Le collaborazioni sono poche e ponderate. Venerus mette la ciliegina sulla torta a Casa Nuova, Madame dona un ritornello delicato e efficace ad Airforce, J Lord sfrutta l’occasione di farsi conoscere al grande pubblico in Troia, Salmo invece prosegue (secondo chi scrive) la ormai sua solita collaborazione prefabbricata che sa troppo di già sentito, nella quale non riesce a spiccare come dovrebbe fare uno del suo calibro.

La varietà di Solo Tutto è certamente uno dei punti focali del progetto: si passa da tracce dal suono classico come Casa Nuova, Airforce, Fumo e Stupido a pezzi che strizzano l’occhio a musicalità molto più “elettroniche” come Debiti o 100K. Vediamo anche episodi grezzi e aggressivi (Cazzo Culo, Bang Bang e Beretta) rappresentativi di un lato meno introspettivo e più autocelebrativo. Un lato che il rapper di Pluggers riesce a gestire particolarmente bene, mostrando un’attitudine invidiabile che va al di là dei soliti discorsi flex, soldi, donne, gioielli, concentrandosi maggiormente su punchline ben costruite e frasi d’impatto o esercizi di stile ragionati.  Il riuscitissimo flow urlato e trascinato di Cazzo Culo ne è l’esempio perfetto.

Infine, confermando quanto percepito con la title track del precedente album, MP convince nuovamente nell’ambito dello storytelling, una tipologia di brani sempre molto affascinante. Lo sono in questo caso Airforce e Fumo, due tracce decisamente ispirate e riuscite. La prima racconta la storia di due ragazzi con la voglia di fuggire che si incontrano sul treno, la seconda mostra il lato peggiore e più tragico del frequentare certi ambienti. Invece con Brebbia 2012 il rapper scatta una lucidissima fotografia alla sua vita passata, brano molto sentito e riuscito.

Ma andiamo più nel dettaglio.

La semplicità funziona

Un aspetto interessante del disco – o dell’intera carriera di Massimo Pericolo – è la semplicità di scrittura che lo accomuna in questo senso a Fabri Fibra. Il paragone è sicuramente molto ambizioso, ma la poetica che accomuna i due rapper è simile: semplicità nella forma al servizio di contenuti abbastanza immediati ma mai banali.

Un utilizzo di un vocabolario comune, che non punta certo a paroloni e che tutti possono capire senza un dizionario in mano. Una metrica precisa e compatta, lontana dal voler essere innovativa ma al contempo ritmata ed efficace. Un utilizzo di figure retoriche che si traducono spesso in similitudini e metafore, riuscendo ad arrivare subito all’ascoltatore. Rime che seguono schemi semplici (baciate o alternate), facendo assumere al testo una struttura molto liscia e comprensibile.

Possiamo quindi dire che la semplicità è a conti fatti un suo punto di forza e il motivo risiede nel saperla utilizzare. La maggior parte dei rapper non riescono a unire questa caratteristica con un’attitudine che riesca a promuoverli a grandi lirici, invece Massimo Pericolo se dovessimo catalogarlo in qualche tipologia potrebbe tranquillamente risiedere in quella dei liricisti. I testi sono i suoi punti di forza, riescono a fargli imprimere tutto se stesso in discorsi immediati ma quasi mai banali o superficiali, mostrandosi per ciò che è con molta sincerità. Lui stesso ne è consapevole e da Scialla Semper la penna si è affinata, mostrando un’evoluzione dell’artista.

Così come per tutte le arti, il concetto di semplicità non significa una mancanza, un punto debole o una criticità. Piuttosto si traduce spesso in concetti come immediatezza, concretezza ed efficacia e saper gestire queste caratteristiche al meglio ti porta inevitabilmente ad essere apprezzato da molti, perché è facile che riesci a soddisfare tutti i gusti, da quelli più basici a quelli più ricercati.

Proseguendo in questo senso si può capire perché artisti come Marracash l’hanno accolto sotto la propria ala protettiva: l’importanza che Massimo Pericolo dà ai testi è piuttosto inusuale in un periodo nel quale sembra essere molto più importante il ritornello che resta in testa o la produzione su cui si performa. Con questo non stiamo certo criticando le basi o i ritornelli di Solo Tutto, anzi, ma possiamo affermare che l’artista in questione schiaccia il pedale dell’acceleratore anche e soprattutto su altri fattori che esulano dalla mera musicalità delle sue canzoni.

Voltare pagina

Una critica spesso mossa a Massimo Pericolo si traduce nella monotonia degli argomenti trattati, che troppo spesso si identificavano nella sua esperienza in carcere e ai domiciliari. Solo Tutto elimina in grossa parte questa tesi, mostrando una totalità di temi affrontati, tipici del genere, che non si rispecchiano solamente nel rapporto con la legge.Si passa da una riflessione verso il proprio status attuale in Casa Nuova alla critica e riflessione sociale di Bugie e Debiti, dal racconto della propria adolescenza di Brebbia 2012 a testi più spensierati e incalzanti come Sai Solo Scopare e G, dagli storytelling già citati alle street hit quali Beretta e Bang Bang. Insomma, ce n’è un po’ per tutti i gusti e l’esperimento è positivo e bilanciato, riuscendo ad accontentare tutti i palati.

Solo Tutto risulta essere al contempo un punto di arrivo e (si spera) di partenza. Il primo si traduce nell’essere riuscito a non sparire nel giro di due anni, dimostrando di non essere un fuoco di paglia ma lottando contro il rischio di essere solo una moda. Il secondo, nel senso che da qui in poi vedremo un nuovo Massimo Pericolo, che dovrà adattarsi e innovarsi senza mai dimenticare le proprie radici e cercando di restare coerente, proprio come sono riusciti a fare gli status symbol del genere.

In conclusione possiamo dire che l’impatto col nuovo album è positivo, tralasciando aggettivi e discorsi come “capolavoro” o “disco dell’anno” che spesso e volentieri lasciano il tempo che trovano. Il protagonista in questione ha dimostrato di poter continuare a competere con la scena mainstream, poi il valore del disco lo deciderà il tempo, da sempre la prova più tosta e difficile da superare.

La cosa di cui siamo certi è che c’è dietro molta voglia di affermarsi e confermarsi senza snaturarsi, con sincerità. E questo – senza ombra di dubbio – ci piace.