Vangelo II Luka de L’Elfo è un disco con un’anima

L'Elfo

Dopo una lunga ed estenuante attesa è arrivato Vangelo II Luka, il nuovo album de L’Elfo composto da 16 tracce e 7 featuring (tutti al posto giusto).

Parafrasando Bassi Maestro, L’Elfo non è quel tipo di persona che, quando gli si presenta l’occasione di una vita, la spreca. Vangelo II Luka è il suo nuovo progetto discografico – il primo in major – e ci racconta con gran coraggio del “calvario” che l’autore ha sostenuto durante la sua scrittura; ciò lo rende a tutti gli effetti un disco d’autore ed è chiaro sin dal primo ascolto come sia un progetto con un’anima densa e ben visibile.

16 tracce e 7 featuring (tutti promossi ed al giusto posto) per quella che è l’autobiografia definitiva del rapper catanese, nella cui storia ci si possono rispecchiare tutti coloro che sono sempre alla ricerca di qualcosa in cui credere. La storia de L’Elfo è una di quelle che partono in salita – ed in salita ci rimangono – ma che grazie alla resilienza del protagonista riescono a trovare un senso (ma non sempre la pace). Sulle sue capacità tecniche non avevamo dubbi, ma quel che sorprende ne Il vangelo II Luka è l’esser riuscito a render più sofisticata una formula già solida, arricchendola con parti cantate (Dicembre, Sempre Lunedì), pezzi dalla struttura più sciolta (Tester) e testi che anche nel pezzo più divertito lasciano spazio alla riflessione.

“E voi che vi nutrite soltanto con l’apparenza
Prima o poi farete i conti col mondo che avete in testa”

Vangelo II Luka de L’Elfo è un disco che già dal primo ascolto ti lascia impresse delle rime che non sanno di già sentito o di riciclato. Robe del tipo “Tu mi dissi nelle storie, io ti fisso per strada” o “sei troppo scemo fra non vedo soluzione, a livello che arcipelago ti sembra esclamazione” fanno quindi da contraltare alla profondità di pezzi scritti e pensati per rimanere come Gig Robot e Filo Spinato, impreziositi dalle bellissime voci femminili di Ludovica Canaglia ma – soprattutto – di Niah Steiner, che firma un ritornello da pelle d’oca.

Insomma, il nuovo de L’Elfo è un disco necessario (e per certi versi delicato per i temi che tratta) per chi ha sentito la mancanza del rap italiano durante l’estate. Un disco profondo ed ispirato, che va assolutamente ascoltato.