I Tesori Nascosti di Ernia

Tesori Nascosti Ernia

La terza puntata di Tesori Nascosti vuole evidenziare le tracce che meriterebbero di più nella discografia di Ernia, ovvero quelle canzoni che pur essendo realizzate molto bene sono passate troppo inosservate rispetto le altre.

Ernia fa parte di quella cerchia di artisti che per raggiungere il successo meritato ha dovuto faticare, complice il fatto che la sua è una musica piuttosto matura, che non punta tanto su canzoni facili. In questo articolo andremo a vedere quali sono i suoi pezzi che dovrebbero “meritare” di più.

Il metodo con il quale abbiamo selezionato le tracce si traduce nella scelta in base alla qualità della traccia rapportato al numero di ascolti su Spotify rispetto alle altre del disco preso in considerazione (poiché confrontare i numeri streaming di un disco del 2015 con uno del 2020 non ha senso, siccome è ovvio che sia molto più ascoltato quest’ultimo).

Quindi ci teniamo a precisare che non abbiamo scelto solo in base al numero di ascolti, ma questo dato è rapportato alla qualità della traccia. Evidenziamo anche che il termine qualità tende ad avere inevitabilmente una parte di soggettività ineliminabile se si parla di musica, quindi dubito che possa mettere d’accordo tutti. Per “qualità” intendiamo il mix per noi più equilibrato tra musicalità, liriche, flow, attitudine e mood. Inoltre abbiamo fatto una selezione stretta, nel senso che abbiamo cercato di non superare le tre tracce per disco.

Di seguito andremo quindi a analizzare le canzoni in questione, partendo dall’ultimo – Gemelli – arrivando fino al primo disco ufficiale solista, 67.

Gemelli

U2

Uno dei momenti più prepotenti e arroganti del nuovo disco di Ernia, nel quale con un esercizio di stile e una serie di punchlines ben posizionate mostra i suoi muscoli a tutta la scena. U2 evidenzia il suo lato più autocelebrativo senza però risultare banale, complice una metrica impeccabile e una costruzione delle barre molto incalzante.

“Fratelli Karamazov, leggo mentre mangio platano
E penso che mi appendo un platino
Volo come Pegaso, avversari planano
Una brutta cera, bro, spero che almeno ti paghino”

Pensavo Di Ucciderti

In questa traccia vediamo invece la faccia più introspettiva di Ernia, attraverso una serie di frasi che compongono immagini e situazioni ci viene fatto intendere la fine di un rapporto (presumibilmente di forte amicizia). Non manca di certo la solita metrica precisa e il ritmo impeccabile, ma rispetto alla precedente presenta un testo più serio e malinconico, complice anche un’ottima collaborazione con Luchè che entra in gioco nella seconda strofa completando al meglio una traccia di spessore vero.

“E io sono rancoroso, oh, sì, lo sai, che sono rancoroso
Se perdo fiducia me la metto al dito
Lo giuro, per sempre, come fa lo sposo
Ma non faccio mai nulla per fame, nemmeno mangiare
Da allora son secoli dai giorni insieme
Agire subito, roba da bimbi, da sciocchi e da deboli”

Bugie

Ultima canzone di Gemelli, chiude la tracklist un argomento piuttosto originale. Il testo è incentrato – appunto – sulle bugie e su quante volte, magari senza neanche accorgercene o senza voler fare del male al prossimo, diciamo mezze verità o falsità per questioni di convenienza o di goliardia. Oppure capita di dirle per questioni di pura convenienza ed egoismo, quindi in malafede. In Bugie Ernia ci racconta di questo pessimo comportamento che accompagna da sempre la storia dell’uomo.

“Senza troppi particolari, ho un labirinto
Nella mia testa, due binari: reale e finto
A volte non voglio sapere qual è quello giusto
Perché se penso a ciò che è vero, sai, provo disgusto”

68 (Till The End)

Un Sasso Nella Scarpa

Attraverso uno storytelling fenomenale Ernia ci racconta della meritocrazia e di quanto al giorno d’oggi sia facile far successo con niente a discapito di chi veramente meriterebbe i riflettori puntati addosso. Un pezzo crudo, severo e amaro che però si colloca sicuramente tra i più eccellenti (e purtroppo meno ascoltati) dell’intera discografia del protagonista in questione.

(Per leggere un nostro approfondimento dettagliato di Un Sasso Nella Scarpa clicca qui.)

“E al recinto del cigno dall’alba al tramonto c’è sempre una folla lì intorno
E il flash delle foto di tutti rendono la gabbia, illuminata giorno
E pubblican foto del cigno impazziti come fosse il loro lavoro
Ma nessuno si è accorto che l’oca è da giorni che c*ga delle uova d’oro”

King QT

Intro di 68, presenta un flow un po’ ostico nella prima parte della prima strofa, per poi proseguire più fluidamente. Contiene un gran bel testo che – come spesso accade con Ernia – regala diversi spunti, che vanno oltre la mera autocelebrazione. Con King QT il rapper vuole mettere fin da subito le cose in chiaro e riesce benissimo nell’intento.

“Il giornalista chiede se il rap incita alla droga
I giovani capiscono e conoscono la droga
Faccio una foto al vostro mondo str*nzo e c’è la droga, quindi
Prossima domanda, c*zzo, questa era un po’ idiota”

La Paura

Traccia di chiusura di 68, caratterizzata da un argomento piuttosto atipico per un artista proveniente dal mondo rap. Parliamo infatti di una scena dove si fa a gara tra chi risulta più spavaldo, Ernia invece ci tiene a far emergere la sua umanità con trasparenza. Interessantissimo che in questa canzone siano presenti due mood differenti con una prima parte più calma e una seconda parte invece aggressiva e potente, che chiude alla perfezione il senso e il significato dell’intero pezzo.

“Io non temo la morte
Io ho paura di vivere
Gli italiani stanno morendo
Ma vogliono farlo dal ridere”

Come Uccidere Un Usignolo/67

Noia 

Altro argomento molto interessante e poco affrontato dalla scena italiana: la noia è una caratteristica che ci colpisce tutti senza che neanche ce ne accorgiamo, basterebbe poi fermarci un attimo per pensare a quante cose facciamo durante una giornata per combattere questa condizione. Ernia lo sa, ed ecco quindi che scrive un testo nel quale riversa tutti i suoi pensieri riguardo uno stato perenne, che si riesce a sconfiggere solo per un brevissimo periodo presente e che, poco dopo, ritorna sempre.

“Ogni volta che poi agguanto un obiettivo
Nelle mani mie diventa meno figo
Perde quell’argento vivo
Così che corro dietro quello seguente
La scena si ripete, il tempo passa e ho paura sia per sempre”

Ehy Boy 

67 è forse un disco un po’ acerbo sotto certi punti di vista, nonostante abbia comunque una qualità sopra la media, con Ehy Boy quanto appena detto viene meno, poiché contiene un testo veramente interessante e controcorrente. Ernia fa emergere molte problematiche della società odierna, tra le quali sicuramente possiamo vedere tuttologia, analfabetismo funzionale, perbenismo e ipocrisia. Ecco, il rapper in questione non si fa problemi ad evidenziare gli atteggiamenti fastidiosi della massa e il risultato è decisamente da elogiare.

“A far bene ci vuole tempo, Al male serve un attimo
Potrei fare radical chic canta la miseria dal suo attico
Qua tutti sanno tutto, quel che sanno è tutto uguale
Ciò che pensi è differente: sei ignorante, È un battito
Se fossi presidente
Al voto andrebbe solo chi fa il test del quoziente”



Amici

In Amici il rapper di QT8 racconta qualche episodio della sua adolescenza in una sorta di storytelling. Avventure e sventure accompagnate da un suo amico del quale non svela molto. L’amicizia è un tema piuttosto affrontato dal King QT e già dal primo disco rivela questo suo lato più umano.

“Quando tutte le montagne sembrano fatte di balle
E il timore di non superarle mi sembra gigante
Il fardello che ciò al collo mi sembra farsi pesante
Grazie a Dio ho il mio Samvise che mi porta sulle spalle”

No Hooks

Piccola parentesi anche per il primo progetto “post-rinascita” di Ernia, da recuperare per chiunque ancora non l’avesse messo in play.

Innanzitutto è evidente il momento delicato per il rapper che veniva dal fallimento di Troupe d’Elite, non facile quindi il compito di tenere le spalle larghe e cercare di riconfermarsi sia all’interno della scena e soprattutto dal pubblico. Come se non bastasse si tratta di una progetto anti commerciale, composto da sole quattro tracce e nel quale non sono presenti ritornelli (come si evince facilmente dal titolo).

Già da questo EP era facilmente comprensibile la mentalità di Ernia, che ha dimostrato di non voler seguire mai la massa e contare solamente su se stesso, consapevole che la sua strada avrebbe regalato frutti col passare del tempo. Sono passati quattro anni da No Hooks e da come è stato accolto Gemelli si direbbe che è stato lungimirante nelle scelte.

Conclusioni

A differenza dei colleghi Ernia affronta svariati argomenti nei suoi dischi, spesso diversi dai soliti chiodi fissi come soldi, successo e autocelebrazione. La massa è spesso più facilmente attirata da personaggi e canzoni facili, ma il tempo poi dà frequentemente ragione alla qualità e all’originalità poiché quest’ultima crea la vera fan base di un artista. King QT l’ha sempre detto, “si chiedono si faccio la trap e fanno la lotta, la realtà è che della trap io sono l’alternativa”. Dopo tre album ufficiali all’attivo possiamo dire che è riuscito ad affermarsi definitivamente e il successo di Gemelli – disco d’oro in sole tre settimane – è stata la prova del nove.

Inoltre è interessante la capacità – si direbbe un talento naturale – di adattarsi alla perfezione a ogni tipo di musicalità e liriche, che ne fanno un artista molto versatile e talentuoso. Si denota un certo miglioramento di coerenza e di scrittura col passare dei dischi, con la speranza che possa crescere ulteriormente e la consapevolezza di poter dimostrare ancora di più.

Grafica di Mr. Peppe Occhipinti.