Ciao Jamba.

Jamba

Giuseppe Giambertone, in arte Jamba, ci ha lasciato qualche giorno fa. La sua musica, però, continuerà a suonare forte.

Spesso il mondo dell’underground viene visto come un universo rap di serie B, soprattutto a livello mediatico. A me invece piace considerarlo, oltre che l’origine di buona parte del rap che arriva in classifica, un mondo parallelo e non inferiore. Probabilmente dico questo perché vengo da una provincia e so quanto possa far bene ad una città la cultura hip hop, in qualsiasi forma essa si concretizzi.

In poche parole, da sempre ritengo che per quante poche persone possano gravitare attorno ad una realtà qualsiasi, se l’arte viene fatta al massimo delle proprie possibilità e con passione, dà vita a qualcosa di positivo, che può far emozionare e far sentire tanti ragazzi parte di qualcosa, sopra e sotto il palco.

Quando pochi giorni fa è venuto a mancare Jamba, nell’enorme tragicità del momento (ci ha lasciato un ragazzo di soli 38 anni), guardando l’affetto di tanti artisti e fan ho riflettuto proprio su questo concetto. Jamba ha fatto musica per una vita con la storica crew Gotaste e il bene che ha fatto, sotto forma di musica e non, è un’eredità dall’immenso valore.

Lo stesso Jamba, d’altronde, non mancava occasione di mettere in rima il suo modo di vedere l’hip hop:

“A conti fatti è meglio perdere la fama
Ma portarsi dietro un seguito di gente che ti ama
E fa presente che tiro senza sosta da quel ‘9-7
Che brucerà per sempre ne sono autocosciente
È una questione indipendente dal fare dischi e vendere
Se cercassi i soldi qui sarebbe meglio smettere”

Jamba – Difficile Smettere (Feat. Bras)

Jamba faceva rap da vent’anni e nella sua Palermo, abbandonata qualche anno fa per trasferirsi a Londra a lavorare, il suo ruolo nella scena rap cittadina era ben noto.

La maggior parte di voi lo ricoderà per lo skit all’interno dello storico Block Notes di Stokka & MadBuddy, ma la sua discografia non si limitò affatto a quella breve apparizione. Pugni al sole, HCX, Segni d’equilibrio e Kinoglaz sono solo alcune delle sue fatiche discografiche (che potete trovare tutte raccolte QUI).

Giuseppe era un ragazzo che amava la vita e la musica, come simpaticamente disse in un’intervista parlando di sè: “lavora per mantenersi nella vita e fa il rap per mantenersi vivo nella vita”.

Il suo viaggio si è interrotto troppo presto, ma se anche solo una persona sorriderà o si commuoverà all’ascolto di una sua rima, siamo sicuri che da dovunque si trovi, un sorriso gli si abbozzerà sul volto.

Ciao Jamba.