I Tesori Nascosti di Guè Pequeno

Tesori Nascosti Guè Pequeno

La prima puntata di Tesori Nascosti vuole evidenziare le tracce che meriterebbero di più nella discografia di Guè Pequeno, ovvero quelle canzoni che pur essendo realizzate bene sono passate troppo inosservate rispetto le altre.

Parlare di tracce poco ascoltate con Guè Pequeno è molto relativo visti i suoi successi. Nonostante ciò, c’è qualche pezzo che andrebbe rivalutato da parte degli ascoltatori.

Il metodo con il quale ho selezionato le tracce si traduce nella scelta in base alla qualità della traccia rapportato al numero di ascolti su Spotify rispetto alle altre del disco preso in considerazione (poiché confrontare i numeri streaming di un disco del 2011 con uno del 2019 non ha senso, siccome è ovvio che sia molto più ascoltato quest’ultimo).

Quindi ci tengo a precisare che non ho scelto solo in base al numero di ascolti, ma questo dato è rapportato alla qualità della traccia. Evidenzio anche che il termine qualità tende ad avere inevitabilmente una parte di soggettività ineliminabile se si parla di musica, quindi dubito che possa mettere d’accordo tutti. Per “qualità” intendo il mix per me più equilibrato tra musicalità, liriche, flow, attitudine e mood. Inoltre ho fatto una selezione stretta, nel senso che ho cercato di non superare le tre tracce per disco.

Di seguito andremo quindi a analizzare le canzoni in questione, partendo dall’ultimo – Gelida Estate – arrivando fino al primo disco solista, Il Ragazzo D’Oro.

Gelida Estate

Maledetto 

Nonostante sia una traccia quasi impeccabile per produzione, attitudine e flow, è la seconda traccia meno ascoltata di Gelida Estate. Maledetto ci regala il miglior Guè, quello di strada che narra storie di vita sregolata fatta di eccessi, ma con un tono quasi malinconico che rende il tutto molto più realistico e incisivo all’ascolto.

Il mix perfetto fra strafottenza e poesia si percepisce in tutta la canzone e raggiunge il suo culmine nella seconda parte della seconda strofa.

“la sneaker è indecente, una delle più care in occidente
quando tocca il suolo si fa incandescente,
la strada per me è stata come per Dante Beatrice”

Sinatra

Hugh Guefner 

Quando ho ascoltato per la prima volta Sinatra, ricordo che Hugh Guefner mi aveva appagato in una maniera smisurata, non poteva esistere intro migliore. Purtroppo è la seconda meno ascoltata del disco.

La traccia è interpretata dal miglior Guè, che fa quello che sa fare meglio, ovvero le street hit. Sinceramente rimane un mistero il motivo per il quale sia una delle meno riprodotte dell’album in questione. È vero, non ha ritornelli e non è certo radio frendly, ma dagli amanti del genere dovrebbe essere tenuta su un palmo di mano.

“questo flow mitraglia, seta la vestaglia,
non sono un badboy, fra’ sono playboy,
fumo etti, fotto conigliette,
frate non guardo il gf, chiamami Hugh Guefner”



Babysitter 

Babysitter è una sorta di story telling che, come spesso succede nelle canzoni del Gentleman del rap italiano, dà lezioni di stile. Ho sentito un’intervista nella quale lui stesso dice che ha ricevuto complimenti dai colleghi per questa traccia e il motivo è semplice: a chi piace il rap piace Babysitter. Dalla base al modo con il quale sta sulla traccia, lo stile ne fa da padrone.

“la dea bendata è Fendata, accosta a Famagosta la fermata,
peccato che la tipa sia la tua è figa come Lipa Dua,
la mia clique ti fa la bua”

Gentleman

Il Viola

Questa, almeno per chi scrive, è forse il pezzo più sottovalutato di Guè Pequeno da quando ha intrapreso la carriera solista. Pur essendo la meno ascoltata del disco, si può tranquillamente dire che rappresenta un diamante in Gentleman, che durante la tracklist ha invece più di qualche scivolone a livello qualitativo (Punto Su Di Te, Guersace, La Mia Collana sono l’esempio di tracce non al solito livello al quale il rapper milanese ci ha abituati).

Con un mood cupo, un po’ come la sopra citata Maledetto, descrive con estremo realismo (pessimismo) la vita di strada e il lusso che può portare. Questa malinconica rende estremamente espressivo il testo che ti proietta nel solito mondo di Guè alla Goodfellas.

“Vorrei essere cristiano sai, per non provare collera
ed odiarti con amore finché il grano qua non pioverà”

Io Non Ho Paura

La prima volta che l’ho ascoltata mi sono interrogato a lungo sul perché non fosse stata messa nella tracklist del disco normale (infatti è una bonus track). Ad oggi non mi sono trovato ancora una risposta, ce ne sarebbero parecchie di tracce in Gentleman inferiori a questa perla, che regala all’ascoltatore un equilibrio perfetto di stile e liriche.

“La luna insanguinata, la miseria, l’ingiustizia e l’ignoranza, e questa cosa all’oro manda al manicomio”

Vero

Pequeno

Un po’ come con Hugh Guefner che abbiamo descritto prima, anche Pequeno è una di quelle intro che – per chi piace il rap puro – non può non far felice l’ascoltatore. Eppure rispetto alla gran parte della restante tracklist ha avuto meno riscontro, probabilmente proprio per il fatto che è ricca di incastri che non rendono orecchiabile la traccia per un ascoltatore medio e non ha neppure un ritornello vero e proprio.

Un pezzo senza compromessi insomma, similmente a tutte gli altri citati fino a questo punto, che infatti viene ripagato meno rispetto alla media.

“la numero 8 in buca, il colpo alla nuca,
suca sto zzoca, bazooka, il duca del flow,
tu fuga, Giuda, sei fake, Giucas”



Vero

Insieme a Il Viola è forse la traccia più sottovalutata della discografia. In poche parole Vero è una poesia, scritta con il solito stile che contraddistingue il Bravo Ragazzo della scena, dispensa lezioni e zittisce le malelingue per tutta la sua durata. Messa a conclusione dell’omonimo album, non poteva scegliere collocazione migliore.

Inoltre è persino la title track e questo evidenzia probabilmente il peso che Guè Pequeno voleva affibbiargli, purtroppo come però capita spesso con le tracce “serie” ottiene meno successo.

“chi vede la notte più scura con me vedrà anche l’alba più chiara,
Chi resta vero cercando la pace, è alla guerra che si prepara”

Bravo Ragazzo

Come mai

In un disco ricco di enormi successi, Come Mai risulta clamorosamente sottotono stando ai numeri. Eppure è una traccia che vanta la collaborazione di Ensi e che a livello contenutistico esprime concetti piuttosto forti.

Uno spaccato del nostro Paese che non risparmia niente e nessuno, ma forse proprio per questo non ha ottenuto un grande riscontro.

“come mai se provo a fare i soldi col rap qua commetto un peccato,
come mai resti a capo di questo paese anche dopo un reato beccato”

Easy Boy

È l’ultima collaborazione tra Guè e Jake in un album solista, già solo per questo dovrebbe essere abbracciata da tutti i fan dei dogo. Sentimenti a parte è una traccia dove lo stile assoluto dei due giganti fa da padrone a furia di barre volutamente esagerate e metaforiche, autocelebrazione giustificata e ben riuscita. What else?

“Fumo questi rapper e vado in fame chimica così pesante che mi mangio tutta la classifica, in posizione cambio nome in Cosimo Fimi e resto in solitudine coi numeri primi”

Il Ragazzo d’Oro

Dichiarazione

Evidentemente Guè Pequeno ha sfortuna con le intro (dal momento che Dichiarazione è la terza intro in questa rubrica). Scherzi a parte,  anche questa traccia ha un gran testo di protesta verso le ipocrisie del nostro paese con un Pequeno in forma smagliante.

Il modo con il quale sa zittire tutto e tutti al microfono è sublime, riuscendo – com’è solito fare – a far trasparire una certa arroganza nei confronti degli argomenti trattati.

“odio gli sbirri corrotti, i preti pedofili, tutti i politici, cantanti falliti che scrivono sulle riviste, ora fanno i critici”



La G la U la E

L’arroganza e la superbia sono uno dei punti centrali nella personalità della “G nazionale”, e in questa traccia emergono deliziosamente tutte queste caratteristiche che hanno contraddistinto il Ragazzo d’Oro nella sua carriera.

Una traccia molto “peso” per quanto riguarda l’attitudine impressa, che tira schiaffi al microfono dall’inizio alla fine.

“parlo di stile e non va bene perché non ce l’hai,
parlo di roba seria e non va bene perché che ne sai”

Conclusioni

Si sa, quantità non significa qualità. Anche se ti chiami Guè Pequeno non tutte le tracce possono venire capite a pieno. Da Il Ragazzo D’oro a Gelida Estate è stata una strada tempestata di successi e certificazioni, ma durante il tragitto qualche pezzo è rimasto ingiustamente un po’ troppo in disparte. Ripeto quanto detto a inizio articolo, non ho scelto le tracce soltanto in base agli ascolti ma anche alla qualità, così da escludere quelle tracce meno ascoltate ma che non possono essere considerate capolavori (almeno per il sottoscritto).

Un po’ come con la politica, siamo bravi a lamentarci che le cose non vanno bene ma poi fondamentalmente la colpa è nostra: così come ci lamentiamo della politica squallida che c’è in Italia ma poi eleggiamo persone che parlano parlano e non fanno nulla di buono, recriminiamo che si ascolta solo la hit e le tracce “commerciali” ma poi di fatto (quasi) tutti non danno peso alle pezzi che meriterebbero veramente e che purtroppo passano troppo in sordina.

Grafica di Mr. Peppe Occhipinti.