After Hours: The Weeknd esplora il suo dolore nella title track del nuovo album

The weeknd

After Hours è il terzo singolo rilasciato da The Weeknd – dopo Heartless e Blinding Lights – dell’album dal titolo omonimo in uscita il 20 marzo.

The Weeknd è ormai da tempo uno degli artisti più quotati nel panorama internazionale, la cui musica è difficile da legare al concetto di urban viste le molteplici influenze di cui si nutre: dall’elettronica, al dream pop, passando ovviamente per l’Hip Hop e l’R’n’B. Fatto sta che la sua discografia ad oggi può vantarsi di aver introdotto alcune pietre miliari della cultura pop contemporanea, sperimentando sempre il nuovo con un occhio di riguardo al passato, come testimoniano i suoi singoli di maggior successo.

Da Often a Call Out My Name, passando per The Hills e Starboy – realizzato assieme ai Daft Punk – Abel Tesfaye ha sempre mostrato la sua estrema versatilità su ogni tipo di beat ed in ogni tipologia di mood proposto.

L’artista canadese non ha mai avuto paura di rinnovare la sua musica, ponendo al centro di essa le necessità che lo guidavano nel realizzarla. E’ il motivo per il quale – dopo l’enorme exploit ottenuto con Starboy, il suo album di maggior successo a livello commerciale – abbia deciso di fare un passo indietro con il suo ultimo LP rilasciato nel 2018. My Dear Melanchony è un progetto caratterizzato da atmosfere buie e da brani densi di malessere conseguenti alla rottura con Selena Gomez, con la quale ha avuto una relazione breve ma intensa e la cui mancanza lascerà un segno indelebile nell’immediato futuro dell’artista.

“I said I didn’t feel nothing, baby, but i lied
I almost cut a piece of myself for your life”

Ci sono voluti ben due anni di silenzio, necessari per elaborare il proprio dolore e per trovare l’ispirazione giusta, per far sì che The Weeknd tornasse a far rumore come ci ha spesso abituati. Il risultato è una trilogia sommessamente dichiarata, composta dai singoli Heartless, Blinding Lights e la title track After Hours, che sarà inserita all’interno del nuovo album in uscita il 20 marzo.

Al suo interno The Weeknd ha deciso di esser autobiografico ancor più che in passato, come le liriche dei testi appena citati raccontano. Come alcuni fan hanno teorizzato infatti, questi tre singoli vanno a descrivere tre differenti stati emotivi vissuti dall’artista nel periodo successivo alla rottura con la sua partner, mentre per altri raccontano semplicemente le fasi di Up&Down di una qualsiasi serata alcolica nel segno dell’euforia e del rimorso.

Certo è che la traccia conclusiva, After Hours, segna un importante punto a favore del nuovo album in uscita. Composta insieme all’aiuto di Bellyla cui penna rimane oggi ingiustamente sconosciuta ai più – la title track riesce a rievocare e condensare buona parte del percorso artistico di The Weeknd, rimanendo sospesa tra le influenze dei precedenti Kiss Land e Trilogy (a proposito di trilogie…). Già dalle prime note è chiaro come ci sia una cura maniacale nel sound della traccia, che l’artista ha attenzionato personalmente insieme agli ingegneri del suono DeHala e Illangelo, i quali lo seguono senza sosta nella sua produzione musicale sin dai primi lavori.

Le liriche della title track raccontano di un The Weeknd fatto a pezzi dalla nostalgia e da un vuoto che non riesce ad essere colmato nonostante sia ormai trascorso parecchio tempo. Riconosce a sè stesso come non sia più l’uomo di una volta, le cui abitudini non lo riflettono più, così come le sue emozioni: un buio pesto dal quale neanche la fama e i soldi possono redimerlo. La traccia va controcorrente anche nella sua durata, con i suoi 6 minuti abbondanti che ben si destreggiano tra un ritornello ipnotico e le strofe cariche di dolore dell’artista.

After Hours è un fulmine a ciel sereno, e non è un caso che sia la title track del nuovo album, la cui data di uscita sembra avvicinarsi sensibilmente. Progetto che farà del bene sia alla musica che – ancor di più – al Canada, che ormai da un po’ di tempo da l’impressione di non essere più un semplice detachment degli USA, ma molto di più: è semplicemente la culla di alcuni degli autori contemporanei più quotati del nostro tempo.