Drake riassume il suo decennio in un’intervista con Rap Radar

Drake

Due ore di intervista a Drake ai microfoni di Rap Radar.

Lo si può amare o lo si può odiare, ma è impossibile ignorare la presenza di Drake in questa ultima decade. L’industria musicale deve tantissimo alla sua crescita all’artista di Toronto.

In un’intervista rilasciata senza preavviso sul suo canale YouTube e su Tidal, Drake risponde ad ogni genere di domanda riguardante la sua longeva carriera: B Dot e Elliot Wilson di Rap Radar hanno orchestrato le domande in modo impeccabile, coprendo ogni tipo di argomento, dalla celebrazione alle questioni più scomode.

Le influenze non mancano ad essere menzionate, nonostante il calibro della sua figura, Drake non nasconde chi ha ispirato la sua concezione di Rap. Un Rap che sposta la sua attenzione alla ricerca del perfetto baricentro tra le bars più crude e il cantato più soft.

“Ovviamente 50 Cent con 21 Questions è l’esempio più palese dell’artista che non dovrebbe cantare ma invece lo fa, con successo”

Non poteva mancare anche Kanye West, nonostante l’alta tensione tra i due, Aubrey non ha potuto fare a meno di menzionare il controverso 808s & HeartbreakYe riuscì a prendere l’audacia di The Love Below e la tecnica di Rappa Ternt Sanga, regalando una propria interpretazione del cantato emozionale.

Non ci si sofferma molto sul periodo “pre-So Far Gone”, ma i primi due tape di Drake erano ricchi di influenze dal Rap underground, primi tra tutti, Phonte e Joe Budden.

Quest’ultimo viene citato nell’intervista, probabilmente per la prima volta in dieci anni: entrambi hanno inserito le conversazioni d’amore non corrisposto in un contesto super lirico, spingendo l’onestà nelle rime a tutta forza in quel settore.

Anche dopo dieci anni, le parole di Aubrey per il mentore Lil Wayne sono sempre di profonda ammirazione e gratitudine. So Far Gone fu registrato on the road, durante l’incredibile I Am Music Tour di Weezy a supporto di Tha Carter IIIWayne era sopra ogni cosa nella scena, nonostante tutto, trovò il tempo e la coerenza di tenere sempre sotto occhio Drake, e di assicurargli il giusto supporto.

Prima ancora di un vero e proprio progetto mainstream, Weezy in occasione dei VMA 2008 performò una versione mash-up di Dontgetit rappando il verso di Drake in Money To Blow con tanto di shout-out. Il futuro dell’artista di Toronto era settato.

Un futuro decollato in prima con So Far Gone ma che faticò ad arrivare ai piani altissimi con Thank Me Later. Drake è ancora orgoglioso del progetto, ma lo considera vittima dei tempi e dell’hype, un disco che definisce troppo focalizzato nel mostrare agli altri di poter avere chiunque nel disco, feat o produttore lasciando in secondo piano la coesione e il  messaggio.

In un’epoca in cui la Universal faticava a vendere dischi e a creare wave, la Cash Money con la Young Money cambiò completamente il discorso, hit dopo hit, momento dopo momento.

A fine 2010 sembrava davvero che le cose non potessero andare oltre per Drake, finché arrivò Abel e di conseguenza Take Care.

Quando viene introdotto il discorso “classici” Drake compone se stesso come il ragazzo umile ma convinto nei proprio principi, la sua definizione di classico:

“Per me un classico è un progetto che ha plasmato non solo l’anno in cui è uscito ma anche quelli a venire nella musica e nella cultura. Quindi secondo questi parametri direi di si, ho dei classici”

L’importanza di Take Care tuttavia come si evidenzia nell’intervista va oltre le semplici canzoni contenute nel disco. Toronto e il Canada in generale nel 2011 hanno vissuto un rinascimento artistico e questo grazie principalmente a Drake. Se oggi abbiamo Tory Lanez, The Weeknd e tanti altri, Drake sente che il merito è suo e di 40. Il sound cupo, le sessioni notturne in studio e la vulnerabilità che traspare nelle rime o nelle melodie hanno portato i figli d’arte del Canada al successo mondiale.

Un successo mondiale che Drake ha spremuto e sta ampliando in ogni angolo del pianeta, in quest’ultima intervista a Rap Radar scherza sul fatto che abbia toccato quasi tutti i generi musicali.

Ma con un tale successo, ovviamente arrivano anche le critiche.

Una delle più forti probabilmente nasce durante l’epoca di Views. Dalla dancehall fino al grime, Drake ha ricoperto ogni parete sonora e flow, portando in top 5 hit del calibro di One Dance e Nonstop.

Ma per l’artista canadese nessuno di questi casi ha a che fare con l’appropriazione culturale.

Per Drake appropriarsi è prendere senza dare, ispirarsi senza omaggiare. Puntualizzando sul fatto che lo stesso Wizkid fosse nel singolo di Views, le accuse di questo genere non sembrano influenzarlo, e a giudicare dalla nuova release War ci crediamo.

Le acque iniziarono a scaldarsi già nel 2015, con i famigerati tweets di Meek Mill.

Uno degli effetti domino più devastanti e probabilmente l’onda più impattante che abbia mai colpito Drake: le accuse di ghostwriting.

meek mill tweets su drake

Non è un segreto che Aubrey sia un ottimo scrittore quando si parla di musica, nei primi anni di questa decade, il web era ghiotto delle demo scritte da Drake per altri artisti (prime tra tutte Fall For Your Type e R.I.P.).

Ma la sottile linea che separa il contesto tra il writing di un brano e quello delle rime di un MC non viene divisa in questa intervista. Rimane un dato di fatto non approfondito quello di Quentin Miller, giovane rapper che aiutò Drake con il suo mixtape/album If You’re Reading This, It’s Too Late a scrivere rime e trovare nuovi flow.

Le critiche portarono a una delle beef più famose della decade, quella con Meek Mill, a tal proposito Drake dipinge perfettamente quei giorni, stimolati dalla sua compagnia all’epoca Serena Williams. Fu la campionessa a spingerlo oltre il cordone che lo portò a scrivere Back To Back, devastante headshot che colpì in pieno Meek.

“Stavamo parlando di lei e Maria Sharapova, della loro rivalità, mi ha detto “Se devi attaccare di nuovo, devi finirla.” Sapete che lei è super competitiva, “Devi finirla, parlo di chiudere tutto, fine. Deve essere qualcosa che chiunque sia con lui e lui stesso dovrà per forza ascoltare” è come se mi avesse montato questa batteria dietro la schiena.”

E parlando di beef, ovviamente non si poteva fare a meno di menzionare Pusha T e Kanye West.

“Non ho alcun desiderio di sistemare le cose con quella persona”

La famigerata line su 40 sembra essere il tasto più doloroso per Drake. Aubrey ammette la mossa geniale di Pusha nel giocare lo shook value con la rivelazione del figlio, ma conferma di non aver rilasciato la sua risposta perché stava uscendo dal suo personaggio e a parere suo esistono regole in questo sport.

Riguardo il ruolo di Kanye, Idols Become Rivals per Drake, ma in questo caso il rapper è cosciente che Ye abbia problemi personali di natura sconosciuta con lui, qualcosa che deve risolvere lui nel suo privato. Si conferma inoltre che le rime velate in SICKO MODE erano dirette a Mr. West.

Parlando di competizioni più salutari, Drake nell’intervista a Rap Radar cita la rinnovata amicizia con Chris Brown e della hit No Guidance ma prima fra tutti l’incredibile ammirazione per Jay-Z, vero e proprio mentore quando si parla della relazione tra arte e business.

Si promette di recuperare il tempo perso con The Weeknd e che OVOXO tornerà a essere qualcosa proprio come nel 2011.

Drake riconosce di essere parte dei tre mostri dell’ultima decade: lui, J Cole e Kendrick Lamar ma ammette di avere un lifestyle classico da artista rap a differenza dei colleghi. Proprio al riguardo, parla di come il suo privato sia ancora troppo importante per dare spazio a relazioni più serie. Libero dalla YMCMB e legato a livello economico unicamente alla Universal, Aubrey sta scrivendo il suo nuovo album (previsto per il 2020) in tutta tranquillità nella sua nuova dimora a Toronto.

Al riguardo rivela di aver ricevuto un bellissimo beat da DJ Premier (già presente in Scorpion) e di sapere perfettamente cosa vogliono i fan di un certo tipo.

Proprio in Sandra’s Rose rappava

“N*ggas want a classic, that’s just ten of these”

Drake ammette che probabilmente non riuscirà mai a chiudere un progetto così data la sua variegata fanbase, c’è chi vuole unicamente la sua voce, c’è chi vuole le sue rime.

E proprio parlando di rime, si cita la Griselda Records: Drake presta attenzione alla scena, è probabilmente quello il suo spazio, quello che lo separa dal flop ogni anno.

Di seguito l’intervista completa di Drake per Rap Radar: buon ascolto e buona visione!