Recensione di CrasH Talk di ScHoolboy Q

SAN BERNARDINO, CA - DECEMBER 16: Rapper Schoolboy Q performs onstage at the Rolling Loud Festival at NOS Events Center on December 16, 2017 in San Bernardino, California. (Photo by Scott Dudelson/Getty Images)

Attraverso la recensione di CrasH Talk, abbiamo detto la nostra sull’album di ScHoolboy Q: disco dell’anno o progetto usa e getta? La verità sta nel mezzo…

A distanza di tre anni da Blank Face LP, CrasH Talk è finalmente tra noi. All’inizio, la TDE aveva programmato l’uscita per il 2017, ma una forte depressione e la morte dell’amico Mac Miller hanno spinto ScHoolboy Q a posticiparlo.

Stando alle dichiarazioni del rapper, l’intenzione era quella di mostrare un lato inedito della sua personalità: quello del padre, dell’uomo felice che ha costruito una carriera ed è riuscito a sfuggire alle dinamiche del ghetto. Vediamo quindi cosa ci lascerà CrasH Talk

Alla produzione troviamo svariati nomi della scena mainstream contemporanea come Cardo, Bo1-da, Illmatic e Sounwave. Il risultato finale è un lavoro coeso ed organico, impreziosito da ottime melodie: CrasH Talk è un disco trap che non brilla per originalità, ma riesce comunque a distinguersi da altri progetti che cercano di inseguire le mode attuali.

Venendo agli ospiti, non possiamo che considerare il contributo di Travis Scott un’occasione sprecata: al rapper di Astroworld è stato affidato il coro di CHopstix quando avrebbe potuto impreziosire il brano con un verso. Davvero buoni i contributi di YG e 21 Savage, mentre speravamo di sentire qualcosa di più  – in termini di contributo ai rispettivi brani – da parte di 6lack e Kid Cudi.

Tuttavia, il vero punto di forza del disco sono i contenuti. L’idea che emerge dall’ascolto dei quattordici brani che lo compongono è quella di un rapporto ambivalente con il ghetto: da un lato, il ricordo delle proprie esperienze passate e, dall’altro, una sorta di ringraziamento per esservi sfuggito.

L’obiettivo di ScHoolboy Q può considerarsi centrato: CrasH Talk affronta infatti, in parte, le tipiche tematiche di un disco rap come le critiche ai detrattori (Lies), l’autocelebrazione (Gang Gang) e l’esaltazione del lusso (5200, Water).

D’altro canto troviamo anche vari riferimenti alla vita privata del rapper e a tanti episodi dolorosi con i quali Quincy ha dovuto scendere a patti: emergono un ricordo della nonna oramai morta (Drunk), le esigenze della figlia (CrasH), la sua esperienza con il college (Tales) e il rapporto con gli antidepressivi (Floating).

L’unione perfetta di questi due filoni narrativi si trova in Tales e nella traccia che chiude il disco, Attention. Dalla prima, emerge il rapporto di “amore e odio” che lega ScHoolboy Q al ghetto: il rapper ha rinunciato alla propria carriera da sportivo per i propri fratelli, ma al contempo è grato per essere sfuggito alla violenza e alla criminalità.

“The only way that we’ll see 30 ‘less we live in the can
Probably miss my mom funeral, my daughter a ho
Because the man of the house ain’t the man no more”

In Attention invece, ScHoolboy Q ricorda il passato con uno sguardo sul futuro: il rapper ci parla del suo incontro con Jay-Z, dei complimenti ricevuti da Nas, ma protagonisti sono anche i suoi trascorsi da criminale e membro di gang.

“Front row at the Grammys, I’m getting praises from Jay
F**k about this award, I’m happy he know my name
Favorite rapper Nas been told me that I’m the best”

CrasH Talk difficilmente sarà il disco dell’anno, ma riesce a trovare il proprio posto in un panorama musicale deludente e ripetitivo. ScHoolboy Q ha rilasciato quello che, ad ora, è uno dei progetti più interessanti de 2019: non ci resta che valorizzarlo il più possibile. Buon ascolto!