Quando l’hip-hop è roba da Highlander – Intervista ad Astio

Highlander è il nuovo album di Astio, uscito proprio oggi, 29 marzo 2019. In una giornata di sole a Milano, ecco cosa ci ha raccontato.

Rapper veronese classe 1982. Nel 2008 pubblica il suo primo disco ufficiale Ciò che sono per l’etichetta Elitetoile, distribuito da Vibrarecords. Nel 2009 il disco viene interamente re-mixato da vari producers, per l’etichetta indipendente Kj Undersound, con il nome di Ciò che sono . Per la stessa etichetta nel 2010 esce l’ep Idee chiare, interamente prodotto da Non dire Chaz. Nel 2013 Astio, sempre in compagnia di Non dire Chaz, pubblica il secondo album ufficiale La persona sbagliata. Questo disco dà spunto ad un nuovo progetto parallelo:”N-Sample”. Assieme a sette musicisti, dà vita, qualche mese dopo, all’album omonimo, interamente suonato, arrangiato e autoprodotto. Nello stesso anno, entra a far parte dell’etichetta Strongvilla. Nel 2018 pubblica l’album Inediti ma senior in coppia con Re-Tko. Il 2019 è l’anno di Highlander.

Astio lo abbiamo incontrato a Milano, in un chiosco di piazza Piola. È primavera, ci sono grandi emozioni nell’aria.

Ciao Astio, benvenuto su Rapologia, prima di parlare del tuo nuovo disco, vorrei farti presentare ai lettori del sito con le tue parole.
«Ciao, sono Luca, Astio, rapper veronese, faccio “questa cosa” da circa quindici anni e vi ringrazio per lo spazio dedicatomi. Oggi esce Highlander, prodotto da Strongvilla, etichetta mantovana con la quale ho strutturato questo nuovo progetto.»

Highlander è un lavoro solista, prima di questo quali sono state le tue esperienze musicali?
«Ho pubblicato il mio primo disco nel 2008, dal titolo Ciò che sono. Negli anni seguenti sono usciti Idee Chiare e La persona sbagliata, entrambi in collaborazione con Non Dire Chaz, un producer anche lui proveniente da Verona. Nel periodo in cui è uscito La Persona Sbagliata è stato pubblicato inoltre un progetto dal nome N-Sample, praticamente la fusione tra hip hop e jazz, tutto suonato, sette elementi con basso, batteria, chitarra, tastiere, mpc, piatti e voce. Con questo progetto abbiamo riarrangiato alcuni miei pezzi rendendoli più musicali, diversi, completamente suonati. Gli abbiamo donato un’altra anima.»

Highlander, che esce oggi, accompagnato da una splendida grafica, appare come un progetto di grande professionalità.
«Guarda, penso che dal punto di vista delle grafiche stesse, delle musiche, del mixaggio, del master, dei testi e delle registrazioni sia un prodotto di qualità. Credo che si possa percepire quanto lavoro, quanta passione e quanta professionalità ci sia dietro questo disco.»

Quali sono gli obiettivi che ti poni con questo lavoro?
«Sinceramente sono molto contento di come suona e del prodotto finale. Per questo il mio obiettivo è quello di farlo arrivare a più gente possibile. Sono molto soddisfatto di questo album, per questo penso che valga la pena di essere ascoltato da più persone possibili.

Tu vieni da una scena, quella veronese, che è conosciuta per essere una scena molto attiva ma che, comunque, può apparire molto provinciale. Visto dall’esterno sembra difficile uscire dalle mura di Verona. Vivendoci dentro, lo respiri come una costrizione o, invece, come un headquarter dove si può lavorare con serenità per poi lanciarsi verso l’esterno?

Credo che il rap a Verona sia a un ottimo livello e che possa ambire a farsi notare in tempi brevi. Ci sono molti artisti validi sia tra i veterani che tra le nuove leve. Chiaramente, non essendo in una grande metropoli, è un po’ più difficile uscire e farsi sentire ma, credo che abbiamo tutte le carte in regola per poterlo fare.»

Qual è il messaggio che vuoi dare con questo album? Quali sono le tematiche che vengono affrontate nei suoi pezzi?
«Come tutti i miei lavori è sicuramente un progetto introspettivo che tratta argomenti personali nei quali molte persone, secondo me, possono rivedersi. Si parla di musica, di passione, della vita di tutti i giorni, della libertà di espressione, della voglia di rivalsa.

Credo basti la semplice parola Highlander per rispondere alla tua domanda. “Highlander” è morire più volte ma, in realtà, non morire mai. È il cadere, è il rialzarsi. Ogni volta che cadi, “muori”, poi rinasci e riparti più forte. Per me essere Highlander significa che, anche se un giorno non ci sarò più, comunque grazie alla mia musica continuerò a rimanere in vita.

La musica mi ha reso un Highlander.»

Hai realizzato uno splendido video del singolo e hai scelto un team che ti accompagni in questo progetto. C’è la velleità di trasformare questa passione in un lavoro o è solo voglia di fare le cose per bene?
«C’è assolutamente la volontà di fare le cose bene, ben venga se diventa un mestiere, ma l’idea è solo quella di fare le cose fatte bene, di portare un prodotto di qualità. Strongvilla mi ha dato un grosso aiuto in tutto. Dai video, alla comunicazione, a tutto quello che è il lavoro in studio. Stiamo cercando di fare le cose fatte per bene, certo.»

Per te è un periodo di grande vitalità artistica.
«Sì, oltre al lavoro sviluppato per il video di Highlander, a febbraio è uscito un singolo dal titolo Il Musicante, in collaborazione con Zampa e Dj Ms prodotto da Kuma 19. Prima di questo, abbiamo fatto uscire Highlander L’Anteprima, un serial video composto da quattro episodi. Le produzioni musicali di quei brani sono state curate da Kidd Peko, Virgo e lo stesso Kuma 19.»

Parlami dei featuring dell’album.
«Per quanto riguarda le produzioni, sono presenti Virgo, Kuma19, Kidd Peko, Non Dire Chaz e Cianobi. Tra le altre collaborazioni invece: Dj Ms, Freddy Key, Zampa, Galup, Yuri Vincent, Capstan, Shaman e Re-Tko.»

È difficile conciliare il lavoro con questa passione?
«Il lavoro occupa gran parte della giornata e riuscire a spingere al massimo questa musica nella vita quotidiana, con tutte le cose che accadono, non è semplicissimo. È difficile dare sempre il 100% e spingere al massimo sempre. Nonostante questo, dopo tutti questi anni, non ho mai mollato.»

Hai in mente di fare dei live, un tour…
«Abbiamo in programma la presentazione dell’album il 30 marzo a Mantova, in apertura ai Cor Veleno all’Arci Tom. Poi ci stiamo muovendo per creare un piccolo tour che porti in giro questo progetto e di sicuro molto presto avremo un po’ di live non solo a Verona.»

È tanto che fai questa cosa. Che tipo di consigli daresti ai ragazzi di adesso?
«Non sono la persona più indicata per dare consigli, ma ecco, se dovessi dirgli qualcosa, direi non seguite la massa, cercate di trovare la vostra strada, se credete in qualcosa lottate per quello, non mollate. Cercate di dare sempre un messaggio nei vostri testi. Le parole sono armi e vanno usate con molta attenzione!»

Astio ha gli occhi semplici, eppure sul palco diventa una tigre. Non vedo l’ora di sentire il suo album. Magari live, il 30 marzo a Mantova.

Ci vediamo tutti lì?