64 Bars di Johnny Marsiglia, quando il liricismo è il protagonista

64 bars di Johnny Marsiglia

64 Bars di Johnny Marsiglia è la nuova edizione del format ideato da Red Bull, questa volta su produzione di Stabber.

64 Bars di Johnny Marsiglia è una delle cose più belle uscite nell’ultimo periodo, oltre a confermarsi il format sul rap italiano più interessante del momento, con una progettualità chiara ed un team di qualità che viene messo a completa disposizione di artisti validi e producer dalle skills lussureggianti.

Insieme a Real Talk, il format ideato e realizzato da Red Bull rappresenta quindi una vetrina importante per i rapper chiamati in causa, il più delle volte su strumentali anomale e fuori dalla loro zona di comfort, spostando così l’attenzione sulle capacità di adattamento e sull’attitudine.

Di artisti che hanno ben figurato ce ne sono stati molti, come Frah Quintale, le cui barre hanno rappresentato una novità inaspettata per un pubblico forse impreparato ad un artista così versatile, mentre altri hanno intrapreso le vie della sperimentazione, mescolando il proprio stile a quello del producer chiamato in causa, tirando fuori ibridi non totalmente apprezzabili da tutti ma sicuramente molto originali, vedi Ketama.

 

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Fuori adesso il mio 64 Bars per @redbullmusicita sul beat di @stabber Che dite ah?!? Link nelle stories

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Oggi invece arriva Johnny Marsiglia a settare nuovi livelli del 64 bars, su una strumentale dalla difficilissima interpretazione firmata Stabber, che ha prodotto diversi brani per gente del calibro di Salmo e Nitro. Nell’articolo di presentazione, Red Bull parlava di un Johnny Marsiglia inedito e in grande spolvero, in grado di superare anche sé stesso con le barre scritte per l’occasione. Detto – fatto, le premesse diventano subito promesse nel video rilasciato nel primo pomeriggio, che potete trovare in questo link.

La produzione di Stabber rimane fedele ad un filone più progressive ed alternativo del rap, discostandosi dai soliti canoni e sposando una struttura sonora più complessa e artificiosa delle 808 drum machine che oggi troviamo disseminate dappertutto. Ma se l’unicità del prodotto di Stabber sembrava potesse avere la meglio in questa edizione, bisogna ricredersi qualche secondo dopo che Johnny Marsiglia entra sul beat, accompagnando a diversi flow una qualità nelle rime che ci ha lasciato di stucco, tutte rigorosamente scritte a penna su un taccuino, il che già evoca una certa garanzia.

Più le barre passano, più ci si rende conto come Johnny Marsiglia sia davvero uno degli ultimi liricisti italiani, come lui stesso si è definito. Se per altri artisti il 64 bars poteva essere un’occasione per divertirsi in studio senza schemi, l’artista siciliano ne approfitta per creare una nuovo quadro inedito della sua vita, con Palermo sullo sfondo ed i suoi sogni tra le parole.

Il brano crea così un’atmosfera magica, che sembra attingere ancora a quella del fortunato Memory, offrendoci però un artista sempre più consapevole e sicuro di sé, anche fuori dal sound del suo socio di una vita, Big Joe. Dalle riprese in studio inoltre, anche lo stesso Stabber sembra sorpreso di sentire una simile interpretazione del rapper, che è riuscito a ribaltare la difficoltà della sfida destreggiandosi come un veterano tra i cambi di ritmo ed i momenti di vuoto del suo beat. Johnny ha così l’occasione di dire la sua su dei finti artisti che si spacciano per fenomeni, su coloro che prediligono l’immagine invece della sostanza e sulle condizioni di una Palermo che viene sempre bistrattata ma che rimane nel suo cuore a qualsiasi costo.

Le barre offerte da Johnny Marsiglia sono una vera e propria gioia per ogni fan del rap italiano, che non farà fatica a capire alcuni riferimenti essenziali, come quello de La Haine, filo conduttore dei concetti sviluppati nel brano, che diventa metafora della carriera di Johnny Marsiglia e del suo particolare momento, nel quale il contesto in cui si muove sembra definirsi sempre più chiaramente.

“In questo gioco l’Odio ha un peso specifico, e sento quasi quasi Hubert dire a Vinz:
non hai il fisico”

In questa barra, Johnny gioca col doppio significato de L’Odio, che oltre ad essere un capolavoro cinematografico che ha influenzato la scena urban mondiale, è anche il sentimento che si diffonde come un virus tra gli esponenti della scena rap italiana.

Siamo sicuri che questa puntata di 64 bars costringerà ii vostri idoli a correre in studio, convinti dell’ispirazione che un rapper simile possa provocare anche ai suoi colleghi oltre che ai suoi fan. Eppure, quando il liricismo è protagonista, il livello del rap italiano non sembra essere più così infimo come si afferma spesso, bisogna solo sapere dove guardare.

Grafica di Mr. Peppe Occhipinti.

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