Rapologia Charts – I 10 migliori dischi rap pubblicati in America nel 2018

migliori dischi rap pubblicati in America nel 2018

I migliori dischi rap pubblicati in America nel 2018 che lo staff di Rapologia ha voluto premiare.

Dopo avervi accompagnato con le numerose uscite che hanno caratterizzato ogni settimana di questo prolifico anno, è per noi arrivato il momento di fermarci a riflettere su quali sono stati i momenti più alti in termini di release.

Abbiamo così setacciato album, mixtape ed EP vari per potervi offrire quelli che secondo noi sono stati i migliori dischi rap pubblicati in America nel 2018, un anno che ci ha offerto progetti di diverso peso e tipologia e che possiamo rivivere in questa nostra personalissima classifica, strutturata secondo un semplice ordine alfabetico.

È stato difficile, ci sono state diverse esclusioni di livello, ma crediamo che questa classifica finale possa rispecchiare a pieno quest’anno di rap ormai agli sgoccioli. Fateci sapere anche la vostra!

ASAP Rocky – Testing

Testing era uno dei dischi più attesi di questo 2018, ma già dal primo ascolto era chiaro come questo progetto avrebbe creato una frattura netta tra i fan dell’Hip-Hop in generale e quelli del diamante di Harlem. Testing è un disco sperimentale, pieno di idee – alcune riuscite, altre no – che vuole essere metafora della carriera stessa di ASAP Rocky, destinata a non essere paragonata a quella di nessun altro artista.

Il progetto ha iniziato a prendere un corpo definito grazie ai video rilasciati, che contribuiscono a creare un quadro pieno di dettagli e sfumature difficilmente captabili dalla distanza. Testing è un disco unico, non esente da difetti ma proprio per questo particolare, volutamente incompreso ma dal valore indiscutibile.

Black Eyed Peas – Masters of the Sun Vol. 1

I Black Eyed Peas sono tornati pubblicando il loro settimo album dal titolo Masters of the Sun Vol. 1. Qui è prepotente il ritorno al mondo Hip Hop, come testimonia la traccia di apertura Back 2 Hiphop col featuring di Nas. Nonostante ciò, il disco trae origine e cavalca tantissime sonorità e stili diversi, con una componente di elettronica che è sempre stata inserita dai BEP nella loro frastagliata carriera.

Tutte le tracce hanno una loro storia ma l’album non risulta scollato, anzi è capace di generare un percorso emotivo nell’ascoltatore molto costante. Insomma, un disco veramente tanto atteso e che non ha minimamente tradito le aspettative.

Eminem – Kamikaze

Come una vera e propria bomba, Kamikaze di Eminem è piombato tra di noi una notte di agosto. Il rapper di Detroit – in quella che è sembrata a molti, il suo manager in primis, una missione suicida – ha deciso di giocarsi il tutto per tutto, dando vita ad un progetto feroce ed arrogante ma del quale faremo a meno difficilmente.

Con questo album, Em ha puntato dritto al cuore dei suoi die hard fans, ma anche a quello di un’industria musicale paralizzata e monotona: da un lato, il rap e, dall’altro, il mondo.

Evidence – Weather Or Not

Non sarà ai livelli di Cats & Dogs, ma è certamente un toccasana per tutte le hip-hop headz stufe del mumble rap e di continui attacchi a questa cultura. Weather Or Not di Evidence è un album corposo, con all’interno sedici brani, le collaborazioni di Rakaa, Rapsody, Styles P e strumentali di livello prodotte dal fedele The Alchemist, Dj Premier, Dj Babu e altri ancora. Solo questi nomi fanno da garante per la qualità del disco, poi lo metti in play e non puoi che fermarti ad ascoltare attentamente quello che Mr Slow Flow ha da dirti, compresa quella toccante traccia finale intitolata By My Side Too e dedicata alla moglie, deceduta lo scorso aprile.

Ma Michael Perretta – questo è il vero nome del rapper dei Dilated Peoples che abbiamo intervistato QUI – è forte e non smette di spingere forte questa musica, grazie al figlio Enzo sempre con lui e il supporto di veri fan, pronti a supportarlo in ogni suo progetto, da MC o producer che sia. “Love your fans and like your label and I ain’t making sh*t for neither lay that on the table

J. Cole – KOD

J. Cole è uno di quegli artisti che porta con sé la bandiera della musica di oltreoceano. Parliamo di musica perché qui la sfera di genere sembrerebbe quasi riduttiva. J.Cole è un artista che parla alle persone, scavando oltre la superficie e proiettando immagini dalla indubbia qualità emotiva.

Il suo precedente 4 Your Eyez Only aveva toccato un punto di non ritorno per la sua carriera, essendo considerato dai più come il uso lavoro più rappresentativo. Quest’anno quindi ha deciso di tornare in gran forma, diversificando il suo nuovo album, KOD, per poter arrivare a più pubblici possibili senza però snaturarsi. Un disco dal grande spessore, la cui ciliegina della torta è rappresentata dal gran numero di featuring che l’artista di Fayetteville ha concesso ai suoi colleghi, dimostrandosi ancora una volta uno degli artisti più iconici della nostra generazione.

Lil Wayne – Tha Carter V

Probabilmente il progetto più atteso dell’anno, Tha Carter V ha rappresentato una liberazione per Lil Wayne, il quale – dopo anni di battaglie legali – è riuscito a pubblicare un progetto corposo ed intimo, ma allo stesso tempo arricchito da diversi banger.

Questo disco, forse l’assente ingiustificato per eccellenza dei Grammy 2019, è un connubio di basi hip hop, trap e contemporary r&b che accolgono e fanno risaltare le abilità tecniche di un Weezy che dopo tutto questo tempo non ha ancora perso lucidità e talento. Grazie anche alla partecipazione di icone del rap – Kendrick Lamar in primis – Tha Carter V è destinato a diventare un classico.

Mac Miller – Swimming

Sancire la parola fine in una relazione d’amore non è mai semplice, soprattutto se hai addosso i riflettori dei media perché riguarda te e Ariana Grande, cantante capace di muovere più di un miliardo di follower con i propri social network. C’è chi ne approfitta per cavalcare l’onda della notorietà, c’è chi sparisce e c’è chi, come Mac Miller, dà vita ad un album intimo in cui ha potuto svelare il suo punto di vista – Dunno e Self Care – ma, soprattutto, raccontare alcuni aspetti della sua tormentata vita – Perfecto e Jet Fuel – che lo hanno portato poi a morire il 7 settembre di quest’anno, all’età di soli 26 anni.

Swimming è risultato essere fin da subito un disco vario, intenso e piacevole da ascoltare – diverse tracce autoprodotte sotto il nome di Larry Fisherman – e in cui Mac ha dimostrato ai fan una piena consapevolezza della propria situazione, senza aver avuto tuttavia la forza di trovare una via d’uscita diversa. Riposa in pace.

Nas – Nasir

Nas è uno dei tanti big del rap game che hanno deciso di fare il proprio ritorno in questo infuocato 2018. A distanza di sei anni da Life is Good, il rapper originario di Brooklyn ha condiviso con i fan del genere un lavoro degno di nota, che contempla momenti dedicati alla comunità black (Not for Radio e Cops Shot the Kids), occasioni di autocelebrazione (White Label) ed inni alla semplicità e alla libertà (Simple Things ed Everything).

Nasir è stato per l’hip-hop un ottimo ritorno alle origini ad opera di un artista che, dopo venti anni di carriera, ha ancora qualcosa da dirci: e lo ha fatto in grande stile.

Pusha T – Daytona

Quando il gioco si fa duro, i veri MC vengono fuori. È questo il caso di Pusha T che dopo tre anni e passa di attesa per King Push, fa il suo ritorno con Daytona, un album interamente prodotto da Kanye West e contraddistinto semplicemente da due cose: fotta e rime.

Nel format deciso per la Kanye era della scorsa estate – ossia le sette tracce per ogni disco prodotto – il rapper newyorkese dà vita a un album perfetto, che inizia alla grande con If You Know You Know e termina con Infrared, una delle tracce più chiacchierate dell’anno per via di quelle frecce infuocate lanciate addosso a DrakeDaytona risulta essere un disco hip-hop completo in tutto per tutto, seppur duri soltanto ventuno minuti, rispettando così a pieno le grandi aspettative che ognuno di noi aveva posto sul terzo album ufficiale del presidente della G.O.O.D. Music.

Travis Scott – Astroworld

Travis Scott è stato uno dei personaggi più chiacchierati di questo 2018, sia per motivi personali (vedi Kylie Jenner), che per questioni musicali. Astroworld è il coronamento di una delle personalità più amate del rap americano.

L’album si attesta tra i lavori migliori di quest’anno per la sua capacità di mischiare elementi diversi, risultando sempre coerente e omogeneo. In tutta la sua lunghezza appare sempre diverso ma sempre in linea con se stesso, non tradendo mai uno spirito che mischia gli stilemi tipici della trap con varie forme di sperimentazione. In una parola: trendsetter.

Terminata questa nostra personalissima classifica su quelli che noi consideriamo essere stati i migliori dischi rap pubblicati in America nel 2018, vogliamo però offrirvi qualche disco in più da ascoltare, in caso ve lo foste persi o vorreste risentire qualche altro album che ha messo le rime al centro di tutto:

  • A Breukelen Story di Masta Ace & Marco Polo – Ascoltalo qui;
  • Book Of Ryan di Royce Da 5’9” – Ascoltalo qui;
  • Diplomatic Ties dei Dipset – Ascoltalo qui;
  • Kids See Ghosts dei Kids See Ghosts – Ascoltalo qui;
  • Mona Lisa di Apollo Brown & Joel Ortiz – Ascoltalo qui;
  • Redemption di Jay Rock – Ascoltalo qui;
  • Some Rap Songs di Earl Sweatshirt – Ascoltalo qui;
  • Supreme Blientele di Westside Gunn – Ascoltalo qui;
  • Victory Lap di Nipsey Hussle – Ascoltalo qui;
  • Young Sinatra IV di Logic – Ascoltalo qui;
  • Zoo di Russ – Ascoltalo qui.

Lo staff di Rapologia.

Grafica di Lorenzo Alaia e Ciro Maria Molaro.