C’era una volta Odd Future

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Odd Future: una crew che ha cambiato il rap game.

Oggi giorno è naturale, pensando alla scena black statunitense, nominare Frank Ocean, Tyler the CreatorEarl Sweatshirt e The Internet. Sono tutti nomi importanti, nomi grossi che spostano gli equilibri ad ogni loro uscita. Ciascuno in modo diverso, ciascuno con le proprie peculiarità, ma sono tutti dei pesi massimi.

Attualmente sembra impossibile immaginarli tutti assieme in un unico grande collettivo, eppure è successo e questa crew si chiamava Odd Future. Di recente, Tyler the Creator si è espresso in questi termini parlando dell’argomento:

“It’s crazy when you think about the fact that you and Frank Ocean, two generational talents, were just organically friends before either of you were known.

Yeah. When I made Odd Future, I was onto something. Just the energy that it brought in and the people that came around. We have our Internets now, we have our Earls, we have our Franks, we have our me’s, and I just think that’s really cool. I was just thinking about that the other day. I was listening to some old stuff and I was like: That’s cool.”

In Italia, l’unico paragone che abbiamo è l’ormai estinta DOGO Gang, che vedeva al suo interno Jake la Furia, Guè Pequeno, Marracash, Don Joe, Dj Harsh e Deleterio. Probabilmente il meglio dell’hip hop italiano fino al 2010 (e non solo).

Per tutti gli appassionati di rap americano, questo è un discorso assodato, però ogni tanto fa bene ricordare questo splendida realtà (ormai estinta), all’interno del quale c’era la creme della creme della scena musicale USA. Insomma, fare un ripasso è sempre utile.

In ordine sparso:

  • Frank Ocean: c’è davvero bisogno di presentazioni? Lui e Kendrick Lamar sono gli artisti più iconici di questa generazione. Un personaggio unico, un punto di riferimento per tutti coloro che nella musica cercano di fare sempre un passo in avanti, mescolando il presente con il passato per ottenere il suono del futuro;
  • Tyler the Creator: leader carismatico di Odd Future, fondatore della crew. Negli anni è quello che ha avuto il percorso più interessante. Attraverso il passare dei dischi e delle sperimentazioni è riuscito ad affinare il suo talento grezzo, passando da dischi schizofrenici e dissacranti, ad uno stile sempre più maturo e ragionato. Icona musicale e di stile, probabilmente il più versatile;
  • The Internet: freschi di pubblicazione del loro nuovo disco “Hive Mind“. La band è arrivata alle luci della ribalta dopo la vittoria di un Grammy per il loro penultimo album “Ego Death” come “Best Urban Contemporary Album”. Grazie a lavori accurati e un suono d’eccezione stanno portando il funk e R’n’B nel 2018, al suo interno spiccano le personalità di Syd e Steve Lacy;
  • Earl Sweatshirt: probabilmente il più amato dalle teste hip hop più tradizionali. Un rapper vero, al di là delle mode e delle tendenze, ottimo liricista con grande gusto per le produzioni. Molti hanno incominciato a seguirlo da “Doris“, il suo penultimo disco (amatissimo da Noyz Narcos). Manca da tre anni della scena e i suoi fan reclamano ad alta voce un nuovo lavoro.

Questi sono i nomi di spicco ma chiaramente, oltre a loro, il collettivo consta di una serie di altri personaggi minori per arricchire il team di produttori e professionalità varie. Tutto questo contribuì a creare un immaginario fortissimo attorno al gruppo, che ad oggi rimane invariato.

In attesa che rinasca qualcosa di simile ad Odd Future, riascoltiamo la loro discografia per capire come questi ragazzi in dieci anni abbiano cambiato il mondo della black music negli USA. Big Up and Rest In Peace Odd Future.