«Il disco si chiama “Memory” affinché si fissi nella tua memoria» – Intervista a Johnny Marsiglia e Big Joe

Johnny Marsiglia e Big Joe

Possiamo definirli i nuovi reporter di Palermo: Johnny Marsiglia e Big Joe ci parlano di “Memory”, il loro nuovo album in uscita il 18 maggio per Sto Records.

In questo momento storico, dove il Rap Italiano ha raggiunto uno dei massimi livelli della sua storia, troviamo molti artisti che pur di stare al passo con le nuove tendenze e le innovazioni, rivoluzionano il proprio stile e le proprie attitudini abbandonando i suoni classici di questa musica per adeguarsi al mercato musicale attuale. Ecco che direttamente da Palermo torna, a distanza di quattro anni, un duo che non ha avuto il bisogno di doversi adattare alle nuove influenze ma che è rimasto fedele alle proprie sonorità e al proprio modo di esprimersi con il loro Rap, che gli ascoltatori riconoscono e da cui vengono emotivamente toccati.

Sto parlando di Johnny Marsiglia e Big Joe, una combinazione decisamente perfetta, perchè l’uno completa l’altro. Un po’ come Dr Dre lo era per Easy E, solo che questi ultimi nei loro pezzi raccontavano della loro realtà a Compton mentre JM e BJ ci narrano delle loro storie e del loro vissuto trascorso a Palermo, incanalando i loro pensieri e le loro emozioni attraverso i propri testi e le strumentali.

Li abbiamo incontrati a pochi giorni dall’uscita del loro terzo album “Memory”, che sarà pubblicato venerdì 18 maggio per le due label Sto Records e Atlantic Records e verrà distribuito da Warner Music Italy. Un disco che conserva tutte le caratteristiche della loro terra, elevandole all’ennesima potenza e facendone un loro punto di forza. Liriche introspettive e riflessioni romanzate in rima sopra beat innovativi e, soprattutto, classici ed attuali al tempo stesso. Un album molto particolare e coinvolgente composto da tredici tracce, con testi e citazioni di vita personale da assaporare come se si leggesse un romanzo…

Ecco cosa ci hanno raccontato del loro nuovo disco, della loro nuova etichetta Sto Records e soprattutto della loro città.

Nel periodo post-“Fantastica Illusione” cosa è successo? Da cosa è stata dettata questa lunga pausa?
JM: «Siamo stati fermi quattro anni in tutto e in questo periodo di tempo abbiamo prodotto musicalmente cose che non sono uscite al pubblico, ma ci sono comunque servite come palestra per arrivare al risultato di questo disco. Su questo album, abbiamo lavorato quasi due degli ultimi quattro anni trascorsi e negli altri due anni semplicemente siamo rimasti fermi senza sentire il dovere di pubblicare per forza qualcosa, tutto qua».

BJ: «Non era il momento giusto per pubblicare un album di Johnny Marsiglia e Big Joe».

“Memory” lo avete concluso, quindi, ancora prima della firma con Sto Records o è stato un lungo processo di lavorazione e cura dei minimi dettagli post firma?
BJ: «Siamo arrivati a parlare con i ragazzi di “Sto” quando avevamo già lo scheletro del disco.»

JM: «Il 60% del disco era già pronto, successivamente abbiamo lavorato al resto dei pezzi con Antonio che ci dava i suoi pareri, ma la cosa bella di questo disco è che lo abbiamo lavorato insieme a 360 gradi e abbiamo seguito tutto. I ragazzi dell’etichetta non ci hanno mai detto “questa scelta artistica non va bene, provate a fare questo”, ci hanno dato carta bianca. Ci hanno lasciati liberi di fare quello che volevamo, ma allo stesso tempo quando abbiamo chiesto un parere sincero sulle cose, sono stati in grado di darcelo, quindi per me era la situazione ideale».

Come mai avete scelto la Sto Records? Che rapporto avete con gli ex membri Unlimited?
JM: «In realtà, dopo che è scaduto il nostro contratto con Unlimited abbiamo comunicato la nostra voglia di sentirci liberi di seguire nuove strade; tutto il percorso che abbiamo fatto con loro ci è servito molto e ci ha fatto fare tantissima esperienza ma, dopo due dischi avevamo proprio l’esigenza di provare a fare delle esperienze nostre, di seguire un progetto dall’inizio e abbiamo deciso di fare questa scelta».

BJ: «Con gli ex membri di Unlimited siamo in buonissimi rapporti».

All’interno del disco ci sono pochi featuring: cosa vi ha portato a prendere questa decisione e in che rapporti siete con la fantomatica nuova scuola?
JM: «Abbiamo scelto di non fare tanti featuring semplicemente perchè il disco è molto intimo, quindi non volevamo avere per forza qualcuno che creasse hype intorno al progetto. Il nostro intento era quello di fare solo un bel disco».

BJ: «Poi dopo quattro anni ci sembrava giusto fare un disco tutto nostro, un pò più personale».

JM: «Questo non esclude che collaboreremo e lavoreremo con altre realtà, ma per questo disco e per questo progetto abbiamo preferito seguire il nostro istinto. Della nuova scena  diciamo che comunque ci sono tantissime realtà forti, il fatto che noi facciamo un rap diverso da quello “in voga”, non vuol dire che siamo in disaccordo, noi vogliamo distinguerci e per questo cerchiamo di fare il nostro. Ci sono tante realtà interessanti e noi cerchiamo sempre di informarci e tenerci aggiornati su tutto».

In “Memory Interlude” vengono citati Cor Veleno e Primo: che ricordi avete di lui?
JM: «Primo sicuramente era uno dei rapper che ci ha maggiormente ispirato. Una persona che ci ha sempre dato dei consigli. Ogni volta che lo beccavamo ci ha sempre dimostrato amore e poi comunque dal vivo era fortissimo, siamo cresciuti con i suoi dischi».

BJ: «Una grandissima persona, un punto di riferimento».

In questo momento in cui le uscite discografiche sono sempre di più, cosa vi aspettate da “Memory”? È una scommessa per voi o in un certo senso siete certi che avrà il giusto riscontro?
JM: «Non siamo certi, perché finché una cosa non esce non possiamo dire se funziona o meno, però noi ci siamo impegnati, abbiamo fatto un bel disco, perché per noi è un prodotto valido, quindi ci siamo impegnati e speriamo e pensiamo che catturi la giusta attenzione».

Un bel po’ di anni fa, in un momento storico in cui il rap non era sulla bocca di tutti come oggi, Coez ospite in un programma tv alla domanda “qual è l’album rap degli ultimi mesi che ascolti di più?”, nominò il vostro “Orgoglio”. All’epoca vi saresti mai immaginato che – sia lui che voi – avreste fatto cosi tanta strada? Credete durerà questo momento per il rap italiano?
BJ: «Credo che durerà. Oramai fa parte della struttura, avrà sempre delle nuove sfumature e non penso tornerà indietro la situazione del Rap in Italia che magari era un po’ meno comune: adesso potremmo solo andare a migliorare e ad aumentare il mercato europeo».

JM: «Inizialmente non immaginavamo questo percorso, però quello è sempre stato il nostro obiettivo: cercare di fare qualcosa dove la gente possa riconoscersi».

Al giorno d’oggi buona parte dei rapper italiani decide di trasferirsi a Milano per provare a sfondare o per provare a cristallizzare il successo conquistato. Tu Johnny, invece, dopo un po’ di anni al Nord hai deciso di tornare in Sicilia. Ti sei mai pentito di questa mossa? Credi che sia vera l’idea che vede gli artisti del Sud partire svantaggiati nella corsa al successo?
JM: «Guarda secondo me fino ad un certo punto, io sono stato tanti anni per lavoro da queste parti (Milano, ndr)) e ho fatto tante esperienze anche legate alla musica. Quel periodo li mi è servito per affermare il mio nome sulla scena, però per questo disco avevo l’esigenza di tornare al Sud perchè comunque è un disco molto intimo e parla cosi tanto delle nostre origini che doveva essere scritto nel posto di cui stai parlando, quindi per questa esigenza sono tornato in Sicilia. Stare a Milano mi stimola perché è una città sempre in movimento, l’ideale sarebbe riuscire a farci dei periodi».

Qual è la vostra maggiore ispirazione musicale, quella che vi ha cambiato la vita?JM: «Per me è J Dilla perché i suoi pezzi mi hanno trasmesso molto, in particolare il disco dei Slam Village “Fantastic Vol 2” e anche il suo disco da solista “Welcome to Detroit”»

BJ: «Anche per me lo stesso, quel periodo storico di Dilla dove noi ascoltavamo tanto la musica di Detroit ci ha forgiati. Nell’ambito italiano invece posso dirti Co’Sang  con “ Chi more pe’ mme”»

JM: «Anche per me uguale, quel disco dei Co’Sang è stato importantissimo. Quando ero ragazzino mi piaceva molto Fibra, il suo modo di scrivere così descrittivo e poi vabbè gli storici Neffa, Deda, Kaos.»

Descrivete con un aggettivo a testa Palermo.
BJ: «Amara»

JM: «Fantastica…. e amara»

Nella nostra mente cerchiamo sempre di tenere i nostri ricordi un pò alla rinfusa, soprattutto quelli piacevoli e cerchiamo di riviverli fissandoci soprattutto sui particolari. E chi meglio della musica può aiutarci a mantenere vive queste sensazioni? Con “Memory”, Johnny Marsiglia e Big Joe hanno centrato il bersaglio e sono riusciti a trasmettere la loro vera essenza attraverso la passione racchiudendo in un album tutti i loro ricordi che continuaranno a vivere ed a esistere nelle menti di chi lo ascolterà.

Una chiacchierata breve ma intensa, dove mi sono trovata di fronte a due ragazzi che al primo impatto possono risultare un pò introversi e timidi, ma che esprimono con lo sguardo e il modo di raccontarsi quella loro voglia di continuare questo bellissimo percorso che li ha portati fino a qui.

Noi stiamo facendo il conto alla rovescia, mancano poche ore per poter schiacciare finalmente play ed addentrarci nel loro mondo.