“Bianca” è lo splendido viaggio lirico di Esdì

Esdì Bianca

A quasi due anni da “Per vedervi sorridere”, il rapper romano classe ’91 ha pubblicato la sua nuova fatica discografica, il disco “Bianca”.

In un’intervista di qualche tempo fa, alla domanda «Ti senti il miglior rapper italiano?», Fabri Fibra rispose di sì, definendosi l’unico vero rapper italiano nel senso di legato ad un immaginario al cento per cento italiano, lontano dal “scimmiottare” realtà di altri Paesi.

È un discorso, questo, che all’epoca mi diede molto da pensare sugli artisti italiani. Non è raro difatti imbattersi in rapper che sono la caricatura di loro stessi, i quali anziché crearsi un personaggio autentico preferiscono imitare ad esempio colleghi americani, trovando spesso anche il successo.

Ognuno è libero di fare ciò che meglio crede, sia chiaro, ma tutto sommato credo sia una dinamica che non faccia tanto bene al rap italiano e che alimenta gli stereotipi degli “outsider” a riguardo. Facendo un paragone forzato è come se Lucio Battisti anziché fare la sua musica, si fosse messo a copiare Bob Dylan: probabilmente avrebbe potuto ugualmente avere successo ma non sarei così certo che oggi sarebbe ricordato nello stesso modo.

Per queste ragioni, spesso, ascoltando artisti italiani emergenti, mi ritrovo a sottoporli a questa lente interpretativa e quando mi rendo conto di esser di fronte ad una copia di un altro artista, faccio sinceramente fatica a proseguire l’ascolto. Sia chiaro, ben venga l’ispirazione ‒ un processo naturale e fondamentale a tenere vivo il rap in Italia ‒ ma ricalcare fedelmente l’universo di un altro rapper è ben diverso.

Un artista che, a mio avviso, non si adatta a questi discorsi ‒ come ho più volte avuto modo di dire ‒ è Esdì, giovane ed interessante rapper romano. “Bianca”, il suo nuovo album, è fuori da qualche giorno e credo sia davvero un ottimo lavoro.

Per collegarmi all’introduzione di questo articolo, la musica di Esdì è sinonimo di autenticità. Questo disco ‒ come il precedente, “Per vedervi sorridere” ‒ grazie anche ad un lavoro di selezione partito da ben cento strumentali e decine di brani scritti, non risulta per nulla forzato, non strizza l’occhio a sonorità e liriche del momento, o meglio lo fa a modo suo, rimanendo fedele a quella che è la persona e la linea artistica di Esdì.

Partendo dal titolo dell’album (una dedica alla compagna di vita del rapper romano, autrice peraltro della copertina del disco), il lavoro si sviluppa su due linee intrecciate: un lato più conscious e sentimentale ed un altro più “crudo”. Al contrario di come si potrebbe pensare però, la title track non è una canzone d’amore, bensì un flusso di coscienza riguardo la voglia di farcela, dopo aver finalmente raggiunto una maturità.

Interessante è poi notare come la sesta traccia “Skit – Fine primo tempo”, rappresenti una sorta di spartiacque del disco, difatti nella prima metà del lavoro si può intercettare uno storytelling diverso dalla seconda, come se fossero ‒ e crediamo sia così ‒ due capitoli della vita dell’artista.

Musicalmente, grazie anche al lavoro di selezione di cui parlavamo prima, è un disco omogeneo, pur abbracciando sonorità sia urban che old school. La buona riuscita di questo prodotto è merito, oltre che dei producer e del sound engineer Mj Rigillo, degli ospiti presenti in “Bianca”: Chiara Viola, Lebby J, Trage e Pl al microfono e Dj Clas K ai piatti.

Ricordandovi che il disco è disponibile su tutti gli store digitali o acquistabile in versione fisica qui, vi lasciamo all’ascolto di “Bianca”.

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