Un libro con: Hyst

hyst

Andiamo a scoprire le letture preferite dell’artista della Macro Beats.

Quando poco meno di cinque anni fa uscì “Adesso Scrivo” di Hyst – singolo che anticipava il disco “Mantra” – pur conoscendo già il rapper romano, rimasi davvero sorpreso. Senza voler esagerare lo reputai da subito un pezzo pressoché perfetto: testo illuminante, tecnica impeccabile e beat azzeccatissimo. Inoltre all’epoca ero anche abbastanza innamorato di Common e il paragone tra i due, per quanto forzato potesse apparire, mi venne naturale. D’altronde se negli States la musica di quest’ultimo aveva l’etichetta di conscious rap, in Italia uno dei pochi nomi ai quali si poteva affibbiare la stessa, cinque anni fa, era proprio quello di Hyst, al fianco di altri rapper come Kiave, Ghemon, Dargen D’Amico e pochi altri.

Al di là del lato musicale, tra l’altro, entrambi avevano ed hanno un background che prescinde anche dall’hip hop, in primis relativamente al mondo della recitazione, parte integrante della loro vita. Sin da subito quindi mi cominciai a chiedere quali potessero essere le ispirazioni di un artista del genere e ultimamente, nell’ambito di un’intervista, ho potuto soddisfare queste mie curiosità, quantomeno per ciò che concerne l’ambito letterario.

Alla nostra domanda riguardo le sue letture preferite, il rapper e attore romano ci ha risposto:

«(ride, ndr) È Difficile in realtà rispondere, perché io sono un lettore abbastanza anomalo nel senso che io leggo quasi esclusivamente saggistica, sono un po’ pesantone da questo punto di vista, quindi consiglierei per esempio uno come Bruce Chatwin, autore di libri a metà tra romanzi di formazione e saggistica, nel senso che la maggior parte dei suoi lavori sono documentaristici ma leggibili come se fossero romanzi. Poi una cosa che mi ha colpito molto da piccolo è un libro che si chiama “Armi, acciaio e malattie” di Jared Diamond che è un saggio di antropologia molto interessante, una sorta di rilettura dello stato attuale del mondo, solo che invece di utilizzare i percorsi storici per determinare come siamo arrivati a questa disposizione geopolitica, utilizza l’evoluzione delle armi, delle malattie, dei virus e fa capire che se le cose sono andate in un certo modo forse è anche per via di una serie di fattori casuali esterni su cui l’uomo non ha il controllo. Poi consiglierei un autore che tra l’altro è un amico di famiglia perché è un amico di mio padre, è una persona che ha lavorato nell’ambito pubblicitario per molto tempo e adesso insegna comunicazione ed anche lui scrisse saggi soprattutto sulla comunicazione, cose molto interessanti, si chiama Bruno Ballardini e uno dei suoi ultimi lavori è “ISIS®. Il marketing dell’Apocalisse” che è una lettura del comportamento dell’ISIS dal punto di vista della comunicazione; per chi volesse invece leggere qualcosa di meno impegnativo, sempre di Bruno Ballardini c’è un piccolissimo saggio che si chiama “Gesù lava più bianco” che è meraviglioso in quanto parla di come la Chiesa sia stata in realtà l’azienda che per prima ha inventato il meccanismo del testimonial, del personaggio che incarna il prodotto. L’assunto iniziale del libro è: oggi sappiamo quanto funziona se un testimonial importante si fa carico di rappresentare un prodotto, perché ci mette la faccia. Ad oggi la Chiesa che ha fatto per prima questa cosa in realtà è imbattuta perché nessuno ha mai avuto un testimonial che sia ucciso per dimostrare la qualità del prodotto, quindi è ancora al numero uno».

Alla luce di questa risposta le mie “vecchie impressioni” credo siano state rispettate. Andiamo però con ordine. Il primo autore citato è Bruce ChatwinSusannah Clapp lo definì come «un viaggiatore, un cantastorie e un dilettante di genio, con la passione dell’insolito». Ammetto di non aver letto nulla di suo, ma spulciando un po’ su Google e su YouTube si può arrivare a comprendere la tipologia di autore che abbiamo davanti, uno di quelli che è riuscito a creare un immaginario del tutto unico e particolare con la propria penna.

Bruche Chatwin In Patagonia

Procedendo con i “consigli” di Hyst, ci troviamo di fronte a un libro che, pur dopo anni dalla sua pubblicazione, primeggia nelle classifiche di vendita Amazon: Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni. Il tomo, scritto da uno degli scienziati più autorevoli al mondo – Jared Diamond – cerca di illustrare come le diversità culturali affondino le loro radici in diversità geografiche, ecologiche e territoriali sostanzialmente legate al caso. Armato di questa idea, l’autore si lancia poi in un appassionante giro del mondo, alla ricerca di casi esemplari con i quali illustrare e mettere alla prova le sue teorie. Un caso letterario ancora attuale e sicuramente illuminante.

Armi Acciaio e Malattie Jared Diamond

Ma nella personale “classifica” di Hyst il nome che non mi sarei mai aspettato è quello di Bruno Ballardini. Essendo uno studente universitario vicino al mondo del marketing e della comunicazione, tale nome non mi è propriamente nuovo. Il suo ruolo nella saggistica è infatti abbastanza riconosciuto ed è il “classico” scrittore che si può solamente amare o odiare, considerando che le sue opere sono da sempre abbastanza particolari, d’impatto e mai retoriche.

Il minimo comune multiplo nei due libri citati da Tayo è sicuramente la religione: Se in “Gesù lava più bianco” si parla del ruolo di Gesù come primo “influencer” della storia dell’uomo, in “ISIS. Il marketing dell’Apocalisse” si analizzano le abilità comunicative di questo gruppo terroristico, per certi versi uniche e sicuramente interessanti.

Gesu Lava Più Bianco Bruno Ballardini

Isis Il Marketing Dell'Apocalisse Bruno Ballardini

Letture sicuramente interessanti quelle citate da Hyst, le quali, al netto della “pesantezza”, sicuramente hanno il pregio di essere – nel bene e nel male – delle chiavi di lettura della realtà che ci circonda: un lusso in una società che talvolta sembra poco capace di analizzare sé stessa.

Grafica di Matteo Da Fermo.