Kento ft. Dj Fastcut – Mia (Ode alla Cultura Hip-Hop) (testo)

Kento

Testo del brano “Mia (Ode alla Cultura Hip-Hop)” di Kento ft. Dj Fastcut.

Per guardare il video di “Mia (Ode alla Cultura Hip-Hop)” clicca qui.

Lascia che racconti di come ti ho conosciuta
Bella che sei vita che mi guida e che mi aiuta
Resta con me lascia che tutto sia
Forza calma ed energia, amore della vita mia

Ti ho conosciuta che avevo 14 anni
già bella, tu giravi coi ragazzi più grandi
li accompagnavi ai concerti in città distanti
eri con loro in studio e sopra i palchi importanti
io piccolo e disordinato, sassi tra le mani
che odiavo già d’istinto i miti degli americani
non so se fosse ancora amore, ma direi di no
cosa c’entravo io con quella tipa del Bronx
per te riempivo pagine di una scrittura fragile
chi non ti conosceva diceva “quella è una facile”
le biglie nei colori, la pressione con il dito
le fughe, i poliziotti, i “come cazzo sei vestito”
poi c’era chi diceva che giravi coi drogati
il tuo nome sui giornali accanto ai morti ammazzati
eri una conoscenza, una buona amica al massimo
crescevo e non volevano che noi ci frequentassimo.

Quindi ti cercavo un po’ dovunque di nascosto
e non sapevo ancora se il tutto era corrisposto
le cassette e le fanzine, rime, lettere e cartine
poi le tag incise sopra i finestrini e le vetrine
noi due sempre insieme e qui lo scandalo incomincia
per la brava gente che mi crede un vandalo in provincia
quanto a noi eravamo già troppo presi
due reciproci magneti, indivisibili, siamesi
tu mi hai dato sogni e gambe, tu mi hai fatto grande
chi non sa non capirà quanto sei sangue e carne
nuove verità e domande, c’eri sempre per parlarne
era chiaro già a quel punto che non eri una tra tante
conoscenza immensa con la forza di un’armata
eri nata con il dramma e la fierezza della strada
sei valsa anni di studio e sacrifici perché
sei mia, ora nel buio tu cammini con me.

Tolti i gioielli e vestiti, ti ho vista nuda
bella sei più bella di quando ti ho conosciuta
memoria che torna, luce tra la folla
tu che lasci che ti colga, indiscutibilmente donna
testando ogni mio limite alla luce di albe livide
lusso e semplicità, radici afro-caraibiche
perno su cui gira il disco, pietra su cui costruisco
arte e vita insieme, sei piena certezza e rischio
più semplicemente mi hai costretto ad imparare
che qui ti devi battere o ti devi levare
mi hai dato molti sogni e qualche soldo
ricordi più profondi, più volte le risorse nel bisogno
quattro elementi: terra, acqua, fuoco e aria
mia cultura, fai paura a chi ti vuole mercenaria
sei nel suono, il movimento, la parola ed il graffito
noi due eterni, come verbi coniugati all’infinito”.