Intervista ad Axos – Il poeta maledetto del rap italiano

Axos

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Axos in occasione della serata di “0blivion” all’Andy Live Music di Varese.

Sabato 3 febbraio Axos e Dani Faiv si sono esibiti live all’Andy Music Club di Castiglione Olona, nella serata organizzata dai ragazzi di 0blivion, un nuovissimo format che ha come missione portare un’ondata rap nella provincia di Varese. Noi di Rapologia abbiamo preso l’occasione al volo e, così, abbiamo avuto il piacere di realizzare un’intervista ad Axos, considerato da molti tra i migliori esponenti della nuova scena.

Prima del live c’è stata, quindi, una bella chiacchierata con il rapper di Machete. Ecco cosa ci siamo detti:

A sentire i tuoi testi si direbbe tu legga molto, se me lo confermi, sai dirmi quanto influenza quello che leggi nella stesura di un brano?
«Sì, la lettura ha una forte influenza sulla mia vita e, di conseguenza, anche sulla musica che realizzo. Quando leggo un libro entro così tanto nel mood del racconto da farmi condizionare nella quotidianità stessa e ciò si riflette in automatico sui miei testi.»

Come Rapologia puntiamo molto sui libri e per questo ci piacerebbe sapere qual è il libro che ti ha ispirato più di tutti?
«Senza dubbio “Fight club”, mi ha ispirato in ogni cosa della mia vita.»

Anche il film?
«Si ho apprezzato molto anche il film, ma il libro di più, indubbiamente.»

Cosa ti ha portato a sentire il bisogno di scrivere?
«Non vivo bene, l’esistenza non mi sta molto a genio e quindi ho sempre scritto per potermi sentire libero…»

Musicalmente parlando chi è stato il primo a credere in te?
«Il primo a credere in me in assoluto sono stato io. Poi, lungo il mio percorso, ci sono stati tanti a credere in me ma mai nessuno ci ha creduto tanto quanto ci ho creduto io stesso. 
Detto ciò, la prima persona che ha puntato su di me è stato Oscar White al quale voglio un bene incredibile.»

Ora sei in Machete: come hai vissuto l’entrata in questa label? Questa nuova esperienza (discografica e non solo) ha portato dei cambiamenti nel tuoi approccio alla scrittura?
«Ho conosciuto i ragazzi della Machete grazie alla mia musica: si sono interessati a me dopo aver ascoltato i vari brani che ho pubblicato e solo in un secondo momento siamo diventati grandi amici. Per quanto riguarda la seconda domanda, posso dirti che poter lavorare con gente come loro, già consolidata all’interno della scena, mi ha portato certamente a raffinare e a rafforzare la mia identità.»

Passiamo ad “Anima Mea”. È un progetto dai suoni piuttosto inediti in Italia: c’è qualche genere o qualche artista che influenza il tuo modo di fare musica (più a livello di sound che di testi intendo) o ti affidi semplicemente al tuo istinto e a quello dei producer con cui collabori?
«Ho sempre ascoltato tantissima musica di ogni genere e ci sono brani che mi stanno influenzando adesso ma che ho ascoltato quando ero piccolo: più faccio musica e più quesi pezzi mi ritornano in testa. Di quello che esce ultimamente pochissime cose mi stanno influenzando, anche perché a dirti la verità la maggior parte della musica che ascolto non è rap…»

Nella title track sembra quasi di vedere due Axos differenti, uno più calmo e uno più aggressivo, come se ci fossero due anime: a quale delle due ti senti più legato?
«Mi rappresentano entrambi, quasi allo stesso modo. Sicuramente la parte aggressiva è la parte che più mi raffigura perché, effettivamente, è quella che faccio maggiormente uscire.»

“Anima Mea” è l’antipasto al tuo nuovo album ufficiale targato Machete: a che punto siete? A differenza dell’EP, questa volta porterai con te qualche ospite?
«Si sicuramente farò delle collaborazioni, ma con artisti che stimo. Non farò featuring per ottenere un maggior numero di visualizzazioni o in base a chi va di più al momento: sceglierò con chi collaborare sia in base al rapporto umano che ho con loro sia in base al valore artistico.»

Personalmente penso che a livello di liriche sei (specialmente in prospettiva) tra i migliori d’Italia. Non credi di meritare più audience/seguito da parte del pubblico?
«Non penso di dover meritare di più e so che il mio pubblico mi ascolta fino in fondo. La maggior parte di loro sono persone che non solo si rispecchiano nella mia musica, ma crescono e hanno voglia di farlo grazie ad essa. Avere un pubblico più ampio semplicemente per far vedere che ho dei numeri no, non mi interessa affatto. Penso però che sarebbe bello se mi ascoltassero più persone, ma solo perché mi porterebbe ad avere una considerazione diversa dell’ascoltatore e non vuole essere una critica – ognuno ha i propri gusti ed è giusto così  – tuttavia pensare di avere più ascoltatori significherebbe aver fatto su più persone quello stesso effetto che faccio su quelli che mi ascoltano ora.»

Axos

Poco dopo l’intervista ad Axos ci siamo goduti il live, nel quale abbiamo visto un artista con molta grinta e tanta voglia di comunicare col pubblico attraverso le proprie canzoni. Il progetto “Anima Mea” è l’apertura del nuovo capitolo della sua musica, un EP che suona molto inedito nel nostro Paese sia liricamente che strumentalmente.

Nel 2018 dovrebbe uscire quindi il nuovo album ufficiale: che possa essere la rivelazione dell’anno? Noi nel frattempo consigliamo, se non lo avete già fatto, di seguire la sua musica perchè ha molte cose da dire, a differenza di altri…