La RRR Mob canta e produce come i più grandi: è davvero nato un “Nuovo Impero?”

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Punti di forza e debolezze di “Nuovo Impero”, primo disco ufficiale della Tripla R.

“Nuovo Impero” è il primo progetto ufficiale targato RRR Mob, collettivo rappresentato dall’ormai celebre Laioung, da Momoney (nonché coproduttore delle tracce insieme al sierra leonese), da Hichy Bangz e  da Isi Noice. Le aspettative per questo progetto erano per lo più legate alla figura di Laioung, nell’ultimo periodo incappato in più di una situazione di beef con altri artisti e criticato per il rilascio di alcuni pezzi, molto ravvicinati tra loro, che, a detta di molta gente, non avevano mantenuto l’hype formatosi attorno al ragazzo dall’uscita di “Giovane Giovane” e nei mesi successivi. Il progetto, tuttavia, svincola completamente dalle vicissitudini di Laioung, ponendo gli altri artisti sul suo stesso piano e facendo parlare solo la musica, i concetti e i diversi mood presenti nel disco.

“Nuovo Impero” è un disco energico, musicalmente elevato e coinvolgente, inaspettatamente originale. La cosa più piacevole di questo album, per cominciare, è la presenza di ritornelli cantati di ottimo livello. Laioung e Momoney, ossia i componenti del gruppo addetti alla cura del suono, hanno un piacevole timbro vocale e uno spiccato senso melodico, che ne fanno probabilmente gli artisti della scena odierna più forti dal punto di vista canoro, meglio anche dei giovani competitor di Ciny e di Cogoleto.

L’esempio più lampante si presenta nel singolo “Flus 2”, con un ritornello di Laioung di un’intonazione e una potenza veramente emozionanti, perfetto per le tematiche socio-culturali trattate.

Collegandomi a quanto detto precedentemente, la sensazione che si prova ascoltando la tripla R è che l’aspetto sonoro e le relative sensazioni che traspaiono durante l’ascolto dell’album superino quasi sempre la qualità delle liriche, il più delle volte un pochetto “sgrammaticate” e grezze.

Lo sai perché subito, perchè apprezzo sempre con la mia umiltà?
È perché tanti soldi mi confermano che prendi troppo e vai
Lo sanno che vengo per un mese e dicono: “Laïoung sparirai”
Conterò su me stesso, non è mia colpa, solo del successo,
Zitta in albergo, borse di soldi sedute nel letto,
Mercedes Benz, guidavo Bentley e Mercedes Benz,
Io ci ho pensato a fare i milioni da mattina a sera,
Io mi ricordo di tutto e anche di chi qui non c’era

Se qualcuno ha colto la parafrasi dietro questa confusissima strofa di Laioung alzi la mano. Nonostante ciò, è impossibilie non entrare in empatia con il flow e la voce dell’artista che più di tutti riesce a trasmettere vibes e rendere la modulazione dell’autotune un effetto caldo ed emozionante piuttosto che sintetico ed artificiale.

Isi Noice sugli scudi

Un altro aspetto che vorrei portare all’attenzione è il buon livello della metrica di tutti i componenti, in particolare di Isi Noice.

Il rapper marocchino, in una decina di canzoni ha già dimostrato un’esperienza e una qualità di flow veramente al di sopra della media, con una capacità di abbinare rime e melodie tale da rendere le sue strofe come dei veri e propri ritornelli aggiunti in quanto a orecchiabilità. Le sue strofe entrano in testa come solo altri 3-4 della scena riescono a fare, e scusate se è poco per un rapper che fino ad un anno fa praticamente non esisteva.

L’esempio più lampante è la sua parte in “Come la mia gang”, con un attacco diventato ormai un tormentone.

Dalla strada per la strada

Per quanto riguarda l’aspetto contenutistico, “Nuovo Impero” rappresenta e racconta la realtà di tutti quei ragazzi che, come la Tripla R, sono arrivati in Italia in condizioni precarie e oggi convivono con situazioni al limite della legalità, alla ricerca di una strada pulita per vivere una vita serena.

Sto con facce giudicate, giovani pregiudicati senza esempi che li guidano
Prelevano con un manico serra
Perché non sanno cosa sia una Visa
Mentre più buchi dell’effetto serra li fa chi è protetto da una divisa”

Lo faccio per una famiglia di giovani estranei venuti dai ghetti distrutti,
Nati con debiti pubblici

La genuinità e la sincerità di “Nuovo Impero” raggiungono i picchi massimi quando alcune rime ricordano gli appunti di un diario personale, che ci piace pensare appartenenti ad un periodo lontano da quello di chiusura del disco e dalla parvenza di un successo con la propria musica.

“La speranza sai che è l’ultima a morire
Un padre se n’è andato senza salutare
Sette del mattino, sono ancora sveglio
Hamdullah va bene ma può andare meglio”

Critica

“Nuovo Impero” è un disco con una precisa identità, completato dalle sonorità e dai racconti dei suoi autori. Non necessitava per nessuno motivo degli innumerevoli featuring di cui è cosparso che, nulla danno, nulla tolgono al progetto e servono semplicemente per gonfiare il numero di ascolti. Si salva “Bando”, premiata per la sua originalità nel suono e la strofa del ragazzino che si fa ascoltare volentieri, tra sporche esilaranti e le giuste attenuanti del caso. “Hit” è, invece, la traccia peggiore del disco, un doppione mal riuscito di “Milano City Gang” che, a sua volta, era una copia di “Come la mia gang“, che al mercato mio padre comprò.

Mi sento di osare affermando che “Nuovo Impero” è uno di quei casi in cui la qualità del lavoro in studio, unita alla dedizione e alla passione dietro ogni singola strofa del progetto ( e si tocca veramente con mano), giustificano ampiamente una mancanza di lucidità e ricercatezza nella scrittura e una discutibile scelta delle collaborazioni. Se stavi cercando il lessico e la rima che ti faccia spalancare la bocca dovrai ascoltare altrove, ma non sai cosa ti perdi.

Nuovo Impero recensione