Revolutionary Vol. 2

immortal technique

Secondo focus sul secondo volume di Immortal Technique

Ed eccoci al secondo e ultimo approfondimento su questi due album, sicuramente simili per quanto riguarda contenuti e vie espositive. Siamo ormai nel 2003 e la notorietà di Immortal Technique è acclarata. Il disco ottiene un discreto successo commerciale ma la pubblicazione avviene ancora sotto un’etichetta indipendente. Si passa comunque dal distribuire copie ai live ad una versione in doppio vinile, tanto che poco dopo avviene anche la ristampa del primo volume.

La struttura del secondo volume è la stessa del primo, con i soliti skit pungenti e con anche qualche traccia in più. Il disco si pone anche sulla stessa linea d’onda per quanto riguarda i contenuti trattati, però possiamo sentire una maggior attenzione al lato delle produzioni, con sonorità più complesse e meno spigolose talvolta. Inoltre sempre più forte è la consapevolezza di questo ruolo di paladino dell’underground, in conflitto con le grandi case discografiche e quindi con il successo commerciale. Per il resto abbiamo la solita voce baritonale e la solita abilità tecnica e lirica che imperano sulle basi, e la già vista abilità nello storytelling. A proposito di questo nel disco è presente un altro capolavoro biografico, questa volta a tema sentimentale: “You Never Know“. La storia ci viene presentata come unica ma, come sottolinea Immortal Techinque stesso in un’intervista, si tratta di molteplici esperienze da lui veramente vissute, accorpate e legate come fossero un solo racconto.

Tutto inizia con questa bella ragazza latina, intelligente ed educata e che, per questo, era nei desideri di tutti. Anche il protagonista quando la nota vorrebbe tentare un approccio ma lei sembrava non essere interessata a nessuno, ricco o povero che fosse. Parlava con lei occasionalmente e non dei soliti argomenti scontati, così piano piano lei si accorse che lui non era come gli altri, che era veramente interessato a parlare con lei senza necessariamente un secondo fine. I minuti diventano ore e i due sono veramente affiatati, tanto che Immoral Technique la porta a cena fuori e le regala una poesia con dei fiori. Lei invece gli regala spesso dei libri e lo convince addirittura a smettere con la solita vita di strada e con i soliti amici poco raccomandabili. Perciò, un giorno, decise di confessarle il suo amore ma lei, in risposta, pianse soltanto, lasciandolo esterrefatto. I due smisero di vedersi, gli anni passarono tra il college e qualche lavoretto finché non finì come tanti in prigione per crimini minori. Tornato alla solita vita si sentiva ancora congelato al ricordo di lei, stette con più di una ragazza ma senza riuscire ad essere felice, nonostante ormai la sua fama di rapper si spargeva oltre la sola New York. Così decise di andare a trovarla, ma la madre quando sentì che era venuta per la figlia cambiò espressione e disse che c’era una lettera per lui. Già immaginando il peggio iniziò a leggere come la loro relazione le aveva aperto il cuore mostrandogli davvero cosa significasse amare senza secondi fini; purtroppo, però, una trasfusione le aveva passato l’HIV ed ecco perchè non si erano mai uniti nonostante lei lo avesse davvero voluto. Dopodichè i ricordi si appannarono e tutto quello che rimase di quel giorno furono le seguenti parole:

“Hold the person that you love closely if they’re next to you,
The one you love, not the person that’ll simply have sex with you,
Appreciate them to the fullest extent and then beyond,
‘Cause you never really know what you got until it’s gone”

L’altro brano del disco che ha riscosso un buon successo è “Point Of No Return“. Un calderone di provocazioni senza un apparente filo logico, ma che portano alla stessa conclusione: il mondo di oggi è un’illusione, ed infatti i punti di non ritorno sono proprio quegli avvenimenti che segnano profondamente un’epoca e che se manipolate generano appunto ignoranza e illusione. Si passa da frecciatine religiose a pesanti affermazioni sui conquistadores, piuttosto che a teorie sulla presa di Gerusalemme da parte dei Templari e via dicendo. Tornando alla “cronaca” è molto toccante “Harlem Streets“, una grande metafora per spiegare la condizione di tutti i Neri e Latini costretti nei ghetti. Le morti quotidiane non scuotono neanche più l’opinione pubblica, e la mancanza di istruzione e di adeguate cure mediche li rende addirittura “cannibalistic and lethal“.

Per continuare, ho isolato due canzoni e uno skit che vanno decisamente a braccetto per quanto riguarda il contenuto ma che seguono tre vie decisamente diverse per spiegarlo. Si parla della condizione dell’artista indipendente e la prima è “Industrial Revolution“. Qui i toni sono molto decisi, diretti al sistema malato che governa l’industria musicale. Purtroppo lo scenario descritto sembra ancora molto attuale, come si vede bene dall’incipit della prima strofa:

“The bling-bling era was cute but it’s about to be done,
I leave you full of clips like the Moon blocking the Sun”

Per spezzare un po’ questo clima ecco allora “Freedom Of Speech“: altro simpatico modo per affermare la propria libertà intellettuale e di espressione. La base accompagna perfettamente il tono scherzoso del discorso grazie anche al campionamento del tema principale della favola di Pinocchio, ulteriore modo per ribadire la sua assoluta indipendenza dalle majors. Terza ed in forma forma di skit abbiamo “The Message And The Money“. La dissertazione è dedicata innanzitutto ai molti MC “underground” che lavorano duro senza riscuotere il dovuto successo. Come da titolo si affronta il perenne conflitto fra successo commerciale e contenuti, discorso assolutamente attuale e ben esemplificato da questo passaggio:

“And to all these bitchass A&Rs who are too lazy to come up with a way to sell records..
That they keep recycling marketing schemes and imagery”

In fondo alla tracklist ed anche ultimo focus di questo disco un brano a cui sono molto legato: “Leaving The Past“. A parte il titolo molto evocativo, questo brano rivela una strana dolcezza melodica, sia grazie al campione che grazie al rappato molto morbido di Immortal Technique. Oltre ai numerosi rimandi storici abbiamo ben più di un attacco al sistema capitalista, mettendolo in chiaro disaccordo con l’idea di democrazia e accoppiandolo invece con la propaganda. Propaganda quindi controllo delle masse ed è per questo che si vende l’anima all’occhio simbolo degli Illuminati, posto proprio sul retro del dollaro:

“Capitalism and democracy are not synonymous,
You swallow propaganda like a birth control pill,
Sellin’ your soul to the eye on the back of the dollar bill”

Prese di posizione a parte il messaggio che Immortal Technique ci vuole dare è che nella vita per andare avanti bisogna per forza lasciarsi alle spalle il passato, chiudendo il discorso con la certezza di essere l’unica persona che possa cambiare la propria vita.

Con questi due album abbiamo finito e passeranno ben cinque anni prima del suo terzo album ufficiale: “The 3RD World“. Ultimo perché ad oggi dopo quest’ultimo disco è uscito solo un album compilation nel 2011 chiamato “The Martyr“, in free download e pieno di collaborazioni interessanti. Magari in futuro parleremo anche questi due lavori, nel frattempo pompatevi questi due classici dell’underground targati Immortal Technique!